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venerdì 17 aprile 2009

Lo spam intasa Internet e inquina il mondo reale


Il recente rapporto Carbon Footprint for Email Spam della società di sicurezza McAfee e della società di consulenza ambientale ICF International ha calcolato il costo energetico e ambientale della pubblicità spazzatura che intasa Internet: i 62 trilioni di messaggi inviati ogni anno nel mondo fanno sprecare 33 miliardi di kilowattora l'anno, sufficienti ad alimentare quasi due milioni e mezzo di abitazioni, o equivalenti a 17 milioni di tonnellate di CO2.

L'80% dello spreco energetico deriva dalle attività connesse alla ricerca delle mail desiderate e alla cancellazione dei messaggi spazzatura: il computer consuma più energia perché deve eseguire antivirus, antispam e compagnia bella. Secondo ICF, un filtraggio dello spam che riducesse del 75% queste mail indesiderate equivarrebbe, in termini ecologici, a togliere dalla circolazione 2,3 milioni di automobili.

La cosa curiosa è che lottare contro lo spam non significa affrontare un nemico tentacolare. I provider che ospitano gli spammer sono pochi e piuttosto ben conosciuti, e non operano in oscure lande senza legge, ma quasi sempre negli Stati Uniti, come dimostra il caso della McColo, società di hosting americana che quando fu scollegata da Internet causò un crollo del 70% del traffico mondiale di spam.

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