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mercoledì 22 aprile 2009

Scende il petrolio, ma non la benzina. Perché?

La catena dei prezzi: dal petrolio alla bolletta di casa, passando per la benzina.
Intervista con Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma Energia.
di Agnese Bertello


Con Davide Tabarelli avviamo un ragionamento sui costi dell’energia, a cominciare da quello del petrolio e della benzina. Il rapporto tra i due non è direttamente proporzionale, ci avverte Tabarelli, per quanto ovviamente il primo influisce sul secondo, si tratta di beni diversi. Per capirlo, basta provare a mettere petrolio invece di benzina dentro il motore della nostra macchina…

Il prezzo del petrolio è sceso, ma il prezzo della benzina alla pompa no. Questa discrepanza tra l’andamento dei due prezzi è una delle cose che più genera sospetto nella gente comune. Perché questa differenza?
Siamo portati a fare dei parallelismi un po’ forzati. Non riflettiamo più sul fatto che il petrolio non è benzina, che se noi mettessimo petrolio nel serbatoio della nostra macchina, non andremmo da nessuna parte. La benzina è un derivato del petrolio. È un prodotto raffinato, che richiede fasi di lavorazione, un prodotto che viene negoziato con dinamiche proprie. I prezzi della benzina si formano su un mercato specifico, chiamato “spot”, chi vende sono i raffinatori e a comprare sono compagnie che rivendono il prodotto e che ne sono in quel momento prive. Il prezzo di vendita tiene evidentemente conto del costo di acquisto della materia prima, tendenzialmente si muovono insieme, ma ci sono altri fattori che intervengono.


Per capire il funzionamento di questo meccanismo, basta guardare il costo della benzina sul mercato internazionale, la quotazione Platts, e confrontarlo con il prezzo alla pompa. Se a questo prezzo togliamo le tasse abbiamo il prezzo industriale. Se confrontiamo questo prezzo industriale con quello internazionale abbiamo un margine che si aggira intorno al 15% ed è il margine lordo a copertura dei costi di distribuzione, stoccaggio, trasporto, pubblicità, promozioni… Negli ultimi anni questo margine è stato sempre abbastanza stabile, oscillando, verso l’alto o verso il basso, di uno o due punti al massimo. Il problema per noi oggi è che i rialzi della primavera non si sono ancora scaricati sul consumo.

Quindi noi non vediamo un abbassamento delle tariffe perché il calo del prezzo del petrolio di quest’ultimo periodo non è sufficiente a riequilibrare l’entità del rialzo avuto nell’arco dei nove mesi che si considerano per fare la media?

Esatto. Tuttavia, dopo gli ultimi aumenti di ottobre, dal 2009 dovremmo finalmente avere dei cali.

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