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venerdì 18 settembre 2009

Shockabab, lo straniero che dà lavoro ai veneti: «Ho vinto la diffidenza

Naser, 35 negozi e 400 dipendenti: «Ci ho messo 8 anni»

Naser Ghazal, titolare della catena Kabab International

Naser Ghazal, titolare della catena Kabab International

ZERO BRANCO (Treviso) - Sul tavolo un libretto che la dice tutta: «Metti in pratica quello che sai». Alle pareti, accanto alla fo­to delle figlie e di un incontro con Arafat, il faccione di un cammello con occhiali e barbetta che somiglia a un cartone anima­to. Poco più in là le immagini colorate di mille e un menu che sono un inno dissa­crante al kabab. Naser Ghazal non sembra di ottimo umore. Comprensibile. Anche per lui sono giorni di Ramadan. Perfino qui si digiuna fino al tramonto, in questo angolo di Nord Est, in un capannone ac­quattato fra le villette, a due passi dal cen­tro di Zero Branco. Giornate faticose per il re del kabab, per questo palestinese quarantaquattrenne che in otto anni ha messo in piedi un impe­ro grazie al mitico involtone. La catena di franchising Kabab International, di cui Na­ser Ghazal è anima, corpo, creatività, orga­nizzazione, passato, presente e futuro ­nonché direttore commerciale - è un'ecce­zione a più regole. Alla faccia della crisi e oltre ogni luogo comune sull'immigrato. Dal 2001 a oggi l'attività è cresciuta del trecento per cento. E non ha subìto pause in quest'ultimo anno. Dal primo Shocka­bab a Mestre, al numero 35 che aprirà a ot­tobre a Paese.

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