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sabato 12 febbraio 2011

Napolitano al Cavaliere: basta liti o nessuno si salverà

Sul Colle - Il premier si definisce «ingiustamente aggredito» e parla di «semplici feste»

Il presidente ascolta lo sfogo di Berlusconi, poi esprime «preoccupazione e inquietudine» 

ROMA - Bada che a questo punto l'allarme non è più soltanto mio, è dell'intera opinione pubblica italiana. Ricorda che da un conflitto politico-istituzionale di questa asprezza non si salva nessuno. E si aprirà un baratro. Hai, come tutti, il diritto di difenderti, ma per farlo ci sono le strade previste dall'ordinamento, con strumenti e sedi precise, che possono arrivare fino alla Corte costituzionale: sceglile subito, dato che ti dici sicuro di poterti scagionare, e abbandona la scorciatoia distruttiva dello scontro senza quartiere. Sono di questo tenore gli avvertimenti che Giorgio Napolitano oppone a Silvio Berlusconi, dopo aver ascoltato i suoi sfoghi da «vittima di una persecuzione giudiziaria». Riflessioni ferme, quelle del capo dello Stato. Pronunciate con il tono di chi, in una fase delicatissima e ormai al limite della gestibilità, tanto da mettere in torsione lo stesso sistema democratico, rinuncia a platonici appelli e lancia invece l'estremo richiamo alla responsabilità. Indicando un argine che non può essere varcato. 

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