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giovedì 26 maggio 2011

Dalla caparra alla ristrutturazione le prove dei pm sulla casa di Scajola

La nuova lista Anemone da oggi al vaglio della procura di Roma. Dopo dodici mesi di indagini, sono evidenti le anomalie nella compravendita dell'appartamento con vista sul Colosseo. Umiliata la tesi dell'acquisto "incosapevole" dal nostro inviato CARLO BONINI

 

PERUGIA - Il fantasma del Fagutale, il mezzanino da 1 milione 700 mila euro vista Colosseo abitato dall'"inconsapevole" proprietario Claudio Scajola e acquistato per due terzi con denaro altrui, torna ad afferrare l'ex ministro. La Procura di Roma riceverà forse già oggi le novecento pagine della "nuova" contabilità segreta estratta dai computer di Diego Anemone, il Grande Elemosiniere del sistema degli appalti pubblici. E una partita che Scajola aveva dato frettolosamente e strumentalmente per archiviata (da quando aveva ritenuto che il tempo del suo breve purgatorio politico si fosse esaurito, ripeteva di essere stato "scagionato") riprenderà esattamente dal punto in cui l'avevamo lasciata. Con una differenza sostanziale, rispetto ai giorni dell'aprile 2010, quando il caso scoppiò. Che dodici mesi di indagini dei pm umbri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, il patteggiamento e le ammissioni dell'architetto Angelo Zampolini, "corriere" e "spicciafaccende" di Anemone, hanno fissato documentalmente - e dunque in modo incontrovertibile - le anomalie di quella compravendita, umiliando la tesi dell'"acquisto inconsapevole".

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