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domenica 11 settembre 2011

Champagne in Gb per caldo globale

Esperti: riscaldamento aumenta gradi, bianchi a rischio

TRIESTE - Se persino lo champagne si è dovuto inchinare ai cambiamenti climatici, spostandosi nel sud dell'Inghilterra, anche per i vini di casa nostra il futuro potrebbe essere fosco. Secondo alcuni esperti gli effetti delle temperature più alte si stanno già vedendo, soprattutto in termini di gradazione finale dei vini, ma a rischio potrebbero essere anche i profumi delle principali etichette, che proprio in questi giorni iniziano la vendemmia. "Il fenomeno è iniziato a metà degli anni '90 - spiega Roberto Zironi, docente di enologia dell'università di Udine - già oggi vini che prima avevano 11-12 gradi raggiungono tranquillamente i 14-15.
Le temperature più alte agiscono in due modi: si alza il grado zuccherino dell'acino, e quindi cresce il tenore di alcol, e diminuisce l'acidità, il che fa perdere alcuni profumi. Ormai ci sono vitigni che si sono spostati di centinaia di chilometri verso nord". Il problema non è solo di casa nostra: alcune ricerche recenti hanno lanciato l'allarme anche per i vini australiani e californiani: "Il fenomeno è globale - continua l'esperto - al punto che lo champagne si inizia a coltivare nel sud dell' Inghilterra.
Qui da noi succederà lo stesso, con i vini del nord che assomigliano sempre di più a quelli del sud. Una soluzione che si sta già tentando è fuggire 'in alto', con vigneti a sempre maggiore altitudine, ma se il fenomeno continua sarà difficile contrastarlo".

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