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giovedì 15 settembre 2011

Ungheria: il governo di destra toglie l'immunità al leader dell'opposizione

L'ex premier socialista, Ferenc Gyurcsany, rischia una condanna. Ma il processo suscita molti dubbi. Ennesima svolta di una deriva autoritaria in corso nel Paese. Mentre la maggioranza prova a far passare una manovra durissima e cancella diritti dei lavoratori

 

dal corrispondente ANDREA TARQUINI

BERLINO - Grave svolta nel confronto politico in Ungheria: per la prima volta, in un paese membro dell'Unione europea, la maggioranza di governo tenta la strada di un processo-farsa che quasi evoca alla lontana i decenni bui dello stalinismo o, in Germania, del tribunale speciale di Roland Freisler, per decapitare l'opposizione. L'ex premier socialista Ferenc Gyurcsany, accusato di abuso di potere e danni allo Stato per un contratto con un'azienda americana che egli non firmò mai e che poi nemmeno si materializzò, si è visto togliere l'immunità parlamentare. Sarà indagato e rischia una condanna. Cioè avviene in un paese dove il governo di destra nazionalista-autoritario del premier Viktor Orban, riscritta la Costituzione in senso drammaticamente antidemocratico, varata una legge-bavaglio che limita pesantemente la libertà di stampa con un'autorità di controllo in pugno al governo (Nmhh), epurati media pubblici e pubblica amministrazione, sta tentando anche la scalata del potere giudiziario, e secondo osservatori internazionali vedrebbe volentieri l'opposizione di sinistra privata del suo leader più abile.


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