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venerdì 16 dicembre 2011

Natale 2011, 9 pandoro a confronto

Il test su il Salvagente domani in edicola, e da oggi nel nostro negozio on line.

Gabriella Morandini
Oro fuori, giallo intenso dentro, zucchero a velo sopra. Per molti il simbolo dolce del Natale non ha il colore dei canditi, il sapore dell’uvetta, ma solo la dolcezza e il sentore di burro e uova di un buon pandoro. Un dolce che, anche prodotto industrialmente, mantiene nella sua ricetta la lunghissima elaborazione che parte dalla lievitazione naturale ottenuta, in genere, con il lievito di birra o con la “madre del lievito”, cioè con il lievito acido cui sono aggiunti batteri lattici. E tutte le incognite legate alla scelta degli ingredienti e alla cottura.

Morbido e leggero

Il risultato, secondo gli intenditori, dovrebbe dare all’assaggiatore una prima sensazione immediata di sofficità, seguita dal sentore di vaniglia, profumato e impalpabile. Infine l’aroma di burro, che resta delicato e accarezza il palato. Un buon pandoro, insomma, ha un sapore così morbido e leggero che una fetta sola sembra sempre poca.

8 assaggiatori

Con queste appetitose premesse il Salvagente pubblica nel numero in edicola da giovedì 15 dicembre e da oggi nel nostro negozio on line, un test su 9 dolci tipici veronesi (in uno speciale che vede la comparazione di altrettanti panettoni, oltre che dei più famosi champagne e spumanti). Gli assaggiatori che hanno prestato la loro opera per il settimanale dei consumatori (8 in tutto, in una commissione mista tra chi questi dolci li produce artigianalmente e tra i semplici amanti del pandoro) hanno giudicato, in questo caso, nove prodotti dei big dell’industria italiana.

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