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martedì 21 febbraio 2012

Chi ha un computer deve pagare il canone

In base a un decreto regio del 1938, la Rai chiede a 5 milioni di imprese e cittadini con partite IVA di pagare un canone speciale: perché hanno un computer o un videocitofono

Quasi cinque milioni di imprese hanno ricevuto in questi giorni dalla Rai un’ingiunzione di pagamento per il «canone speciale», ovvero quello riservato a un uso della televisione “non familiare”. Ma hanno ricevuto la lettera anche quelle aziende che non risultano avere in ufficio una televisione, ma possiedono un semplice apparecchio in grado di ricevere il segnale radiotelevisivo: un computer, un monitor, un telefono cellulare, un iPad o una telecamera per la videosorveglianza o un video citofono particolarmente avanzato (che permette una connessione audio-video integrale e permette di vedere sul monitor chi suona alla porta, ma anche la Tv).
Poiché il canone Rai non è una tassa sul servizio (non ha a che fare con la ricezione o visione dei programmi Rai) ma sul possesso dell’apparecchio, significa che chi dispone di uno di questi dispositivi «adattabili» alla ricezione del segnale è obbligato a pagare il canone, anche se questi apparecchi non sono utilizzati per guardare la Tv. Per spiegare la sua richiesta, la Rai ha trasmesso anche uno spot televisivo: nelle ultime ore la notizia ha generato molte proteste soprattutto su internet (su Twitter è stato creato uno hashtag #raimerda che, nel giro di poche ore, è arrivato subito in testa nella classifica dei trending topic italiani). E i capigruppo del Pdl Alessio Butti e del Pd Fabrizio Morri nella Commissione di Vigilanza sulla Rai hanno invitato oggi il ministro dello Sviluppo Corrado Passera a intervenire sulla richiesta.

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