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lunedì 15 ottobre 2012

Il boom dello statuaggio la pelle perde la memoria

Cresce il numero di chi cancella i “tattoo”. E nasce una nuova professione

di Davide Jaccod 
Non c’è pace, per l’inchiostro. Dopo aver perso il ruolo di custode unico delle parole, scacciato dalla marea digitale, anche la pelle ha smesso di essere una compagna fedele e duratura: neppure i tatuaggi, ormai, sono per sempre. Secondo Ezio Maria Nicodemi, docente all’università Tor Vergata di Roma, chirurgo plastico, la direttiva emanata dell’Esercito che vieta tatuaggi o piercing «in parti visibili del corpo», si tradurrà in un’impennata delle richieste di cancellare i disegni sulla pelle. «Se adesso più del 30% delle persone tatuate prende questa decisione, e il 40% lo fa per motivi lavorativi - spiega - dopo questa novità la percentuale potrebbe salire al 50% nei prossimi sei mesi». 

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