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sabato 30 marzo 2013

Napolitano di fronte allo stallo. Tra dimissioni e governo del presidente

Nulla di fatto dopo le nuove consultazioni. La tentazione di passare la palla al successor. Si ragiona ancora sulla ipotesi della sua rielezione: sarebbe l'uomo giusto per condurre in porto l'operazione Grande Coalizione. Ma lui resta fermamente contrario

di FRANCESCO BEI

A questo punto le dimissioni di Napolitano sono l'opzione più forte sul tavolo. Al Quirinale non si fanno più nomi di possibili candidati premier. Lo stallo è totale, certificato.

E a meno che la notte non porti consiglio, a meno che il Pdl o il Pd non recedano e "si assumano le loro responsabilità", a Napolitano non resterà che una decisione: "Se non si trova una soluzione - ha spiegato egli stesso ai rappresentanti di Scelta Civica e del Pd - è chiaro che bisogna vedere come avvicinare l'elezione del nuovo capo dello Stato". E il modo per avvicinare quella data è uno soltanto, si deve dimettere il titolare della carica. Sarà dunque Napolitano il fusibile che salta per non mandare in tilt il sistema, bloccato da tre "no" insuperabili: quello di Berlusconi a un governo del presidente, quello del Pd a un governo di grande coalizione e, infine, il no di Grillo a quel "governo del cambiamento" proposto invano da Bersani.
 


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