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sabato 26 luglio 2014

Alitalia, il governo tira dritto “Convinceremo anche le Poste”

Palazzo Chigi è ottimista: una settimana per sciogliere gli ultimi nodi
 
ANSA
 
Roma
Raccontano a Palazzo che il giorno prima di mettere nero su bianco le condizioni di Poste all’accordo con Etihad, Francesco Caio ha varcato il portone di Piazza Colonna per incontrare Matteo Renzi. Il premier lo ha accolto con calore, ascoltato con attenzione, preso appunti, apprezzato il punto di vista di chi pensa ai conti dell’azienda, poi lo ha congedato così: «Caro dottor Caio, discuta quanto vuole, il governo non interverrà. Però mi aspetto che alla fine un accordo lo troviate. Non vedo alternative». Per questo, a dispetto degli eventi, il governo resta ottimista.
Nelle ultime ore - complice un incontro del numero uno Elia con Maurizio Lupi - si è sparsa la voce di un coinvolgimento in extremis di Ferrovie, la quale dovrebbe sostituire Poste nell’azionariato della nuova compagnia. Ma si tratta di ipotesi che Lupi si premura di smentire: «Stupidaggini. Non c’è nessun piano B». Più dei problemi sindacali, l’ultimo vero ostacolo alle nozze fra Alitalia ed Etihad resta l’atteggiamento della società pubblica la quale, entrata l’anno scorso nell’azionariato su pressione del governo Letta, oggi si trova azionista di controllo e allo stesso tempo chiamata a rispondere di debiti accumulati da una gestione alla quale non ha partecipato.

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