Pagine

domenica 20 luglio 2014

Nel campo maledetto di Grabovo sciacalli, miliziani e sacchi neri

I filorussi cancellano le prove ostacolano l’Osce fra i corpi abbandonati
I contadini: qualcuno ha portato fiori, altri si sono presi le carte di credito
REUTERS
I corpi giacciono ancora sull’erba, dentro sacchi di plastica
Grabovo
Morire di luglio, in un placido campo di granoturco, tra le spighe già mature, e il rimbombo dell’artiglieria tutt’intorno. Nella valigia un cappello rosso a falde, e una maglietta col logo «I love Amsterdam». Più oltre, l’orrore che non si può dire.
Appena scendi a Torez, cittadina sperduta di 80 mila anime addossata al confine russo nel Far East ucraino, alla stazione dei bus i tassisti capiscono subito.
«Vuoi vedere il campo, vero?», chiedono, il luogo dello schianto del Boeing della Malaysia Airlines. Di fronte, sul Comune, inequivocabile, sventola la bandiera dei separatisti. Al campo si arriva in mezz’ora in auto per campagne quasi deserte, facendo la gimkana tra stradine di fango e carreggiate martoriate dai cingoli dei tank di Kiev.

Continua qui

Nessun commento:

Posta un commento