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martedì 17 marzo 2015

A proposito di Ercole Incalza



 

Su segnalazione di Antonello Brunetti

Riceviamo e volentieri diffondiamo un articolo, apparso su Alganews, scritto da Gianfranco Isetta, sindaco (NO TERZO VALICO) di Castelnuovo Scrivia dal 1991 al 2001.
CHE NE DICE RENZI, MA SOPRATTUTTO, COSA INTENDE FARE?

Pubblicato su 6 giugno 2014
DI GIANFRANCO ISETTA
Il Ministro Maurizio LUPI , con Decreto del mese di febbraio 2014 ha confermato capo della struttura tecnica di missione che cura le grandi opere: Ercole Incalza.
INCALZA è stato nominato nonostante sia indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e all’abuso a Firenze perché avrebbe agevolato il consorzio Nodavia (capeggiato dalla coop rossa Coopsette) impegnata nei lavori dell’alta velocità di Firenze, in combutta con la presidente di Italferr, Maria Rita Lorenzetti, ex presidente dell’Umbria.
Incalza è stato indagato in ben 14 procedimenti nei quali è sempre stato prosciolto, talvolta grazie alla prescrizione. Nel 1991 è al fianco di Lorenzo Necci a gestire l’alta velocità con i tre grandi general contractor guidati da Eni, Iri e Fiat.

Io mi ricordo di averci avuto a che fare come Sindaco del mio paese opponendomi a un altro grande progetto sostanzialmente inutile ma foriero di grandi interessi e sostenuto con forza da Incalza: l’Alta Velocità ferroviaria MILANO-GENOVA sul quale una serie di personaggi hanno avuto a che fare a vario titolo: dall’attuale Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, all’attuale ospite delle patrie galere Luigi Grillo e così investigando…
Ercole Incalza è infatti dal 1991 che ci conta balle sull’alta velocità, è stato coinvolto dai giudici in reati legati alla Pubblica amministrazione, indagato in vent’anni ben 14 volte. Ad esempio con l’accusa di truffa aggravata nei confronti dello Stato per la questione dei fori pilota del Terzo Valico nel 1998, reato dal quale non fu assolto, ma che andò in prescrizione con le lungaggini create ad arte dagli avvocati e dai politicanti. Così come nel processo in cui era accusato di aver fatto arrivare soldi al magistrato per agevolare un’archiviazione.
Di recente, gennaio 2013, è stato iscritto nel registro degli indagati per le vicende del Tav fiorentino, con l’ipotesi di reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata in danno di enti pubblici, alla corruzione e al traffico di rifiuti. Gli inquirenti stanno svolgendo accertamenti anche sulla possibile infiltrazione mafiosa. Incalza è coinvolto in quanto dirigente dell’unità di missione.
Eppure costui venne nominato dal governo Monti alla guida della Struttura tecnica di missione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e lo è tuttora con il governo Renzi.
Aveva sostituito l’unico presidente del TAV tecnico, onesto e disponibile al dialogo, dimessosi per schifo, ossia quel Salvatore Portaluri che poi fornì volontariamente le informazioni al giudice antimafia Ferdinando Imposimato sulla melmosa vicenda TAV con conseguente pubblicazione del famoso libro “Corruzione ad alta velocità”.

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