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mercoledì 27 maggio 2015

Lodi, in tribunale con un coltello: "Sono venuta per uccidere il magistrato"

La donna, dopo l'arresto, ha ammesso le sue intenzioni omicide. Il metal detector che controlla borse e zaini era rotto da mesi. Polemiche sulla sicurezza

Qualche minuto di ritardo per dei problemi legati a un processo per direttissima, altrimenti per il sostituto procuratore di Lodi Alessia Menegazzo poteva finire molto peggio rispetto a quel pugno arrivatole alle spalle. Nella città lombarda, infatti, poteva verificarsi qualcosa di simile a quanto accadde lo scorso 9 aprile a Milano dove Claudio Giardiello, imprenditore imputato per bancarotta ha ucciso tre persone tra cui un giudice, ferendone altre, a colpi di pistola.

Perché Maria Rosa Capasso, 38 anni, lavoratrice nella scuola, lo avrebbe detto dopo l'arresto a un agente della Polizia Giudiziaria: "Io volevo ucciderla!". Per questo, era giunta da Nola, in provincia di Napoli, a Lodi, di prima mattina. A causa della rottura dello scanner del metal detector all'entrata del tribunale - e su questo infuria la polemica - la donna aveva introdotto un coltello da cucina lungo 32 centimetri che teneva nella borsa.

E' arrivata presto ed è stata fatta entrare nell'androne del tribunale in attesa che aprisse la segreteria del pm Menegazzo. Aveva un aspetto ordinario e fino alle 9 ha attesto pazientemente l'arrivo del magistrato. Ha detto solo una frase, nell'attesa, che ha lasciato un poco perplessi gli addetti alla sicurezza: "Io non so dove dormire questa notte". Le è stato risposto che, per questo, il sostituto Menegazzo non poteva fare nulla. Poi si è diretta verso l'ufficio, chiedendo insistentemente di essere ricevuta.

L'assistente del pm ha cercato prima di dissuaderla ma la Capasso l'ha aggredita a calci e pungi; è sopraggiunta Alessia Menegazzo e anche lei ha ricevuto un pugno. Sono intervenuti gli agenti della polizia giudiziaria e i carabinieri che hanno bloccato la donna mentre frugava nella borsa. E' stato in quel momento che si sono accorti del coltello. E la Capasso ha sibilato: "Volevo ucciderla!".

Tutto per una denuncia, che al pm era stata assegnata il 29 aprile riguardo presunte irregolarità nell'assegnazione di un posto a scuola. "Una vicenda dagli aspetti amministrativi - ha spiegato la stessa Menegazzo - che forse non aveva rilievi penali, e per questo è stata trattata con una procedura ordinaria, non urgente ma, comunque, con attenzione". Quella denuncia, però, per la Capasso era diventata un cruccio, tanto che nei giorni scorsi la donna, che ha dei problemi psichici, aveva tempestato di telefonate l'ufficio della Procura. Poi la decisione di partire da Nola verso Lodi, l'aggressione e l'arresto per resistenza, lesioni aggravate dalla premeditazione, porto abusivo d'arma e danneggiamento.



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