«Sono stata io a scegliere Marra, ho fatto tutto da sola». È questo il falso contestato dalla procura di Roma. L’aggravante del conflitto d’interesse
«Si è liberato il posto di responsabile del Turismo, fai la domanda». Così, nell’ottobre scorso, il capo del Personale del Campidoglio Raffaele Marra incitava il fratello Renato — vicecapo della polizia municipale — ad approfittare dell’occasione. È una lunga conversazione avvenuta via Whatsapp a svelare i contatti fra i due sulla nomina che sarebbe arrivata il 9 novembre successivo. E soprattutto a smentire la versione che Virginia Raggi ha poi fornito alla responsabile dell’Anticorruzione del Campidoglio: «Sono stata io a sceglierlo, ho fatto tutto da sola». È questo il falso che adesso le contesta la Procura di Roma. Accusa che aggrava il doppio abuso d’ufficio perché fa emergere in maniera clamorosa il conflitto di interessi che la sindaca ha «coperto». E avvalora il sospetto che fosse sotto il ricatto di Marra.
La doppia chat
La
svolta nell’indagine arriva due giorni fa, quando i carabinieri
consegnano al procuratore aggiunto Paolo Ielo la relazione sui contenuti
del telefono sequestrato a Raffaele Marra dopo l’arresto per
corruzione. Si scopre così che oltre alla chat su Telegram
«Quattro amici al bar» — alla quale partecipavano oltre a Raggi e
Marra, anche il capo della segreteria Salvatore Romeo e il vicesindaco
Daniele Frongia — Marra ne ha un’altra su Whatsapp con il fratello. Entrambi lavorano al Comune di Roma, si confrontano su quanto accade. Raffaele
è stato nominato capo del Personale proprio da Raggi, incarico
strategico per tenere sotto controllo la situazione. E così, appena si
presenta l’opportunità di gestire un settore importante come il Turismo,
propone al fratello di farsi avanti. Scontato che sarà lui a
intervenire. Ne parlano nei messaggi, lui fornisce indicazioni sui
tempi. E poco dopo la sindaca firma la delibera.
L’aumento di stipendio
Esplode
la polemica, le nomine finiscono sotto il tiro delle opposizioni e
degli stessi esponenti dei 5 Stelle. Il problema non è soltanto la
persona scelta, ma anche l’aumento di 20mila euro l’anno. Nelle
dichiarazioni pubbliche Raggi dice che «tutto è regolare», nella chat
privata si sfoga. E rivolta a Marra dice «mi dovevi dire dell’aumento di
20mila euro, così mi metti in imbarazzo». Per i magistrati è la prova
che non è stata lei a istruire la pratica, visto che è addirittura
all’oscuro della differenza di emolumento.
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