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martedì 17 gennaio 2017

Inchiesta Terzo valico, intercettazione choc: “C’è l’amianto? Tanto la malattia arriva fra trent’anni”

Così il dirigente Cociv rispondeva al collega preoccupato per il materiale nei cantieri



L’amianto non è sempre stata una preoccupazione per i manager del consorzio che sta costruendo il Terzo valico. Tanto che 18 mesi fa uno dei superdirigenti poi arrestati per gli appalti pilotati, davanti all’allarme di un sottoposto per la presenza della fibra pericolosa nei cantieri lo tranquillizzava: «Tanto la malattia arriva fra trent’anni...». Le cimici della Finanza stavano registrando tutto.

Per contestualizzare la vicenda occorre tornare alla fine del luglio 2015. Fra alcuni tecnici del Cociv, raggruppamento d’imprese capeggiato da Salini-Impregilo che realizzerà la nuova ferrovia Genova-Milano, c’è un po’ di apprensione poiché dagli scavi saltano fuori materiali pericolosi. Gli abitanti delle aree circostanti protestano, sia in Piemonte dove dovrebbe essere realizzata gran parte del tracciato, sia sul versante ligure. In quel periodo le Fiamme gialle e i carabinieri, su ordine delle Procure di Genova e Roma, registrano ogni dialogo negli uffici Cociv del capoluogo ligure: molte commesse potrebbero essere state assegnate in modo illegale dal medesimo consorzio, che svolge il ruolo di general contractor affidando lavori pagati con miliardi di soldi pubblici pur essendo un soggetto privato.  

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