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lunedì 30 ottobre 2017

In Val di Susa l’inferno scende dai monti. “Chiudo casa, speriamo di ritrovarla”

Gli incendi avanzano verso i paesi, evacuate 600 persone, in cenere migliaia di ettari. I pazienti della casa di cura ai familiari: “Venite a prenderci, qui non si può più stare”


INVIATO A BUSSOLENO (TORINO)
I Canadair croati sono arrivati nel pomeriggio. Gli svizzeri, con i loro elicotteri, voleranno soltanto domani, vento permettendo. I francesi, la colonna dei Sapeur Pompier con i loro mezzi piccoli in grado di operare tra le case delle borgate, sarebbero pronti a partire. Sarà anche vero, come dice qualcuno, che l’Europa si sta mobilitando per il Piemonte in fiamme. Ma, visto da qui, da questa strada che da Susa porta al centro di Venaus, sembra che l’inferno stia uscendo da sotto terra e, in un attimo, debba inghiottire tutto: la montagna che è tutta rossa, le case abbarbicate alle rocce, la strada, le auto e tutti quegli uomini che cercano di fermare il fuoco. E la signora Antonietta si siede su un muretto in cemento armato della piazza di questa borgata che si chiama San Francesco e piange perché il suo mondo se ne sta andando in cenere.

La sua casa è proprio lì, sotto il costone che sta bruciando: basterebbe che arrivasse un tizzone acceso sul tetto e tutto ciò che ha finirebbe in cenere.

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La solitudine del Piemonte nell’emergenza

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