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domenica 11 febbraio 2018

Val Borbera: Un referendum per uscire dal Piemonte?

È innegabile che la val Borbera sia una delle più belle valli dell’Appennino ligure-piemontese ed è  quindi logico che  i suoi estimatori non perdano occasione per immortalarne gli aspetti più suggestivi. Tra i vari siti e profili facebook, che di questo territorio si occupano, ce n’è uno su tutti, il gruppo Val Borbera che propone pressoché quotidianamente splendide immagini, ma a volte anche accese discussioni.  Difficilmente esiste nei social, tema che non sfoci in duelli rusticani all’ultima battuta,  ma la scorsa settimana un argomento sembra aver messo d’accordo tutti i partecipanti: uscire dal Piemonte e chiedere l’annessione ad una delle regioni limitrofe. La Val Borbera, com’è noto, sorge alla confluenza di quattro province; Alessandria, Piacenza, Genova e Pavia, quindi Piemonte di cui la valle appunto fa parte, Emilia, Liguria e Lombardia. Quest’ultima pare non essere nei desideri dei valborberini, le più gettonate sono Emilia e Liguria. Tra i commentatori del gruppo c’è Michele Negruzzo, presidente della più longeva associazione valligiana; quella degli albergatori e ristoratori e patron dell’Albergo Ponte di Cosola. Con lui abbiamo approfondito l’argomento.

Avete postato un bell’articolo dal titolo “Abruzzo, la montagna ignorata e una regione governata dalla spiaggia”, del giornalista e scrittore Stefano Ardito,  pubblicato su Montagna.tv, ,che lamenta la scarsa considerazione che la politica mostra, o ha mostrato per l’Appennino dell’ Italia centrale, con le conseguenze che tutti sappiamo.

“Esatto. Anche noi riteniamo che la Regione Piemonte ci dedichi poca attenzione. In Piemonte si parla solo di Alpi, Torino, Langhe, Alba e poco altro… la Val Borbera? Un luogo marginale del Basso Piemonte, talmente marginale che potremmo chiedere l’annessione a Liguria, Lombardia o Emilia senza timore che si opponga qualcuno. In un post una persona ha raccontato che don Luciano anni fa è andato in Regione a Torino per alcune richieste, e gli fu detto: ‘avete sbagliato, dovete rivolgervi a Genova’.Così da quell’articolo, sono iniziate una serie di riflessioni ironiche ma anche provocatorie ,  e non c’è ironia che non abbia un fondo di verità. Noi non abbiamo gli stessi problemi dell’Abbruzzo o del Molise, la nostra in teoria non è zona sismica, ma è comunque una zona idrogeologicamente fragile, che andrebbe curata con attenzione. Vivere in queste valli non è semplice. Chi come me ci vive e ci lavora, lo sa bene. Diventano difficili anche le piccole cose, come vedere un programma televisivo, se non si ha un satellite, idem con i collegamenti internet, infatti, se ho voluto restare in contatto con il mondo, ho dovuto provvedere in proprio”.

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