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lunedì 30 luglio 2018

VATTENE VIA, VATTENE VIA, VATTENE VIA

DI LUCIO GIORDANO



Poche ore prima che venisse diffusa la notizia della morte del cittadino marocchino di 43 anni ad Aprilia, il ministro dell’interno Matteo Salvini aveva minimizzato l’emergenza razzismo, definendola un’invenzione della sinistra. Bene, quello che è capitato domenica in provincia di Latina, fa capire con totale chiarezza che l’emergenza esiste ed è assolutamente seria. E che non c’è nessuna invenzione. Anzi.

Certo, saranno gli inquirenti a stabilire le cause del decesso dell’uomo. La dinamica è ancora avvolta nella nebbia. “Erano le due di notte quando un residente della zona di via Guardapasso segnalava al 112 dei carabinieri che una Renault Megane sospetta con targa straniera e alcune persone a bordo, si stava aggirando da quelle parti. Seguivano altre telefonate al 112 per segnalare gli spostamenti della vettura che era fuggita dopo aver capito di essere oggetto di attenzione da parte dei residenti”. Questo è ciò che hanno raccontato al quotidiano locale Il Messaggero, gli uomini dell’arma. Quindi l inseguimento, l’auto che va a sbattere contro un muretto, due italiani poi denunciati a piede libero, che pare colpiscono con calci e pugni il marocchino. Aprilia, Alabama, anni ’60.

E’ morto a causa dell’incidente o per le probabjli percosse ? Importa poco, a questo punto, se non per l’immenso dolore della famiglia del cittadino Nord Africano. Importa molto, invece, per quel che riguarda il clima che si respira in Italia ora dopo ora: odio, voglia di giustizia fai a te, caccia al migrante. Perchè è facile immaginare cosa sia accaduto la notte tra sabato e domenica. Una psicosi collettiva, frutto del bombardamento mediatico. Un marocchino che si aggira furtivo per strada, la certezza di avere a che fare con un ladro, l inseguimento, la tragica fatalità. Ad Aprilia, come a Partinico, a Caserta, a Roma, a Vicenza, il copione in fondo è sempre lo stesso. Gli italiani brava gente, da qualche settimana è come se si sentissero autorizzati a sparare ad aria compressa, percuotere, insultare migranti, rom e qualsiasi persona considerata diversa.

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