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sabato 22 dicembre 2018

Genova, doccia fredda sulla “zona arancione”: niente aiuti per chi vivrà tra i cantieri

Genova - Appesi alle bizze del Parlamento e della manovra finanziaria. Con il paracadute di un decreto del commissario Bucci e un’arma in più dal cambiamento di una legge regionale. È lo strano destino degli abitanti della “zona arancione”,quelli dei palazzi che stanno appena fuori dalla “zona rossa”. Hanno salvato la casa, ma ora per un anno (o più) dovranno convivere con un cantiere enorme, senza giorni liberi e con la demolizione di 100mila metri cubi di cemento.

Per loro, nel “decreto Genova”, non c’è niente. E anche nella prossima legge di Stabilità rischiano di restare a bocca asciutta. Nonostante il loro caso sia stato trattato dal ministro Toninelli direttamente con Bucci. Spiegava ieri Edoardo Rixi, viceministro, che l’inserimento di un emendamento ad hoc nella legge di Stabilità all’interno del maxi-emendamento del governo sarà complicato: «Noi abbiamo fatto la proposta come ministero dei Trasporti. Ma ora i giochi si fanno al ministero dell’Economia. E siccome si tratta di misure senza impatto di bilancio, perché i soldi arriverebbero sempre dalla contabilità già prevista per il commissario, è possibile che venga stralciato perché non coerente con la finanziaria». Ma il sindaco Marco Bucci sa che si tratta di una lacuna da colmare e lo dice appena terminato l’incontro con Toti in cui ha varato gli altri decreti. «Ci aspettiamo che ci sia nella Finanziaria. Se così non fosse dovrà provvedere il sindaco - spiega Bucci - pensiamo di concedere lo stesso contributo di autonoma sistemazione pensato per gli sfollati a chi vivrà nei dintorni del cantiere», si tratterebbe quindi di un assegno mensile da 400 a 900 euro a famiglia.

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