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lunedì 21 gennaio 2019

Tunisino morto durante fermo Empoli, magistrati contro Matteo Salvini: “Parole inopportune”

La Giunta dell’Anm ha criticato il ministro Matteo Salvini: “Le dichiarazioni del ministro degli Interni rese a seguito del decesso di un cittadino tunisino nel corso di una attività di polizia appaiono inopportune e non rispettose delle prerogative della magistratura. Sarebbe stato necessario attendere la conclusione dei doverosi accertamenti”.


"Le dichiarazioni del ministro degli Interni rese a seguito del decesso di un cittadino tunisino nel corso di una attività di polizia appaiono inopportune e non rispettose delle prerogative della magistratura. Sarebbe stato necessario attendere la conclusione dei doverosi accertamenti che stanno coordinando i magistrati, gli unici ad essere competenti, sulla base di rigidi parametri costituzionali, a dirigere le attività investigative in corso volte all'accertamento dei fatti". Sono queste le parole dure della Giunta dell'Anm, che ha attaccato il vicepremier leghista Matteo Salvini.

Ieri infatti, commentando sul suo profilo Facebook la morte del cittadino tunisino, il ministro degli Interni aveva scritto: "Buon sabato ai poliziotti che a Empoli facendo il loro lavoro hanno ammanettato un violento, un pregiudicato che poi purtroppo è stato colto da arresto cardiaco. Se i poliziotti non possono usare le manette per fermare un violento, ditemi voi cosa dovrebbero fare, rispondere con cappuccio e brioche?".

Le indagini sulla morte del 31enne tunisino sono tutt'ora in corso: l’uomo è morto mentre era ammanettato e aveva le caviglie legata da un cordino, perché, secondo la ricostruzione, le forze dell'ordine non riuscivano a calmarlo e l'uomo era fuori di sé. Domani è prevista l'autopsia sul corpo della vittima.

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Empoli, morto durante un fermo di polizia: il racconto di un testimone

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