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giovedì 11 aprile 2019

Moby Prince, le famiglie fanno causa allo Stato: “Noi come Ustica. Così sarà riconosciuta la verità sul disastro”

Saranno citati Palazzo Chigi e i ministeri della Difesa e dei Trasporti. L'iniziativa parte dalle conclusioni della commissione d'inchiesta del Senato: "Era compito della Capitaneria garantire la sicurezza"

Non solo l’inchiesta penale, che si puntella su quell’accordo assicurativo tra compagnie, anomalo e segreto per 27 anni. Ma anche una causa civile per accertare le responsabilità dello Stato nella morte dei 140 tra passeggeri e membridell’equipaggio a bordo del Moby Prince, il traghetto che la sera del 10 aprile 1991 andò a fuoco dopo essere entrato in collisione con la petroliera Agip Abruzzo, a due miglia e mezzo dal porto di Livorno. Un’azione legale, condotta da un pool di avvocati di LivornoPisa e Milano, che prende impulso – così come l’indagine della Procura, la terza in 28 anni – dalle conclusioni della commissione d’inchiesta del Senato. Una strategia analoga a quella dei familiari delle vittime di Ustica che poi hanno visto riconosciuta la loro tesi: non solo il fatto che lo Stato non abbia tutelato i propri cittadini sull’aereo Itavia, ma anche l’incapacità dello Stato (leggi depistaggi) nella ricerca della verità sull’abbattimento del DC-9. La causa, fanno sapere i legali, sarà nei confronti della presidenza del Consiglio, del ministero della Difesa e del ministero dei Trasporti.

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