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lunedì 17 giugno 2019

Caos Csm, le intercettazioni: "Non arrestano Siri per trattare con Salvini"

Palamara parla a Lotti dell’inchiesta sul sottosegretario leghista

Perugia, 16 giugno 2019 - C’è un Cd. Un cd conservato nella cassaforte di Palazzo dei Marescialli che poteva contenere le accuse contro Paolo Ielo. Atti segreti che l’ex ministro Luca Lotti voleva "far arrivare" direttamente al Quirinale per portare avanti la campagna di delegittimazione della gestione Pignatone alla procura di Roma che l’aveva inquisito sul caso Consip e far passare la nomina del procuratore generale di Firenze, Marcello Viola a scapito di Giuseppe Creazzo e Franco Lo Voi. 

"Allora vi ripongo la domanda... cosa deve arrivare al presidente della situazione di Roma..." chiede Lotti. Gli risponde Luigi Spina, il consigliere del Csm indagato da Perugia per rivelazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento per aver spifferato a Palamara l’iscrizione a suo carico per corruzione a Perugia. 

L’uomo che insieme agli altri togati del Csm prendeva parte alle riunioni in notturna registrate grazie al trojan installato sul cellulare dell’ex presidente dell’Anm: "... poco perché formalmente noi ancora poco sappiamo perché c’è quel cazzo di Cd che sta in cassaforte...". 
Qualche attimo prima, alle 00.20 del 9 maggio, sempre Lotti aveva sostenuto di essere andato da Mattarella: "Io ci sono andato e ho detto Presidente la situazione è questa e gli ho rappresentato quello che voi mi avete detto più o meno, cioè Lo Voi...". 


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