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sabato 8 giugno 2019

Giorgetti sfida Draghi sui minibot. E Salvini evoca il rimpasto di governo

I minibot «sono una delle soluzioni». L'uno-due di Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti è un messaggio diretto a Mario Draghi. Il presidente della Bce solo ieri ha bocciato l'idea leghista di pagare i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese con «minibot»: «o sono valuta illegale» o fanno salire il debito. La Lega fa sapere di non essere d'accordo. «Non sono la Bibbia ma sono una possibilità», dichiara Giorgetti. E Salvini ribatte a Confindustria che bolla i mini-titoli come valuta da Monopoli: «Ma che moneta alternativa, sono decine di miliardi già debito dello Stato». «Tutte le soluzioni nuove sono contestate», taglia corto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

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Ma la scelta di ingaggiare un duello con Draghi stupisce anche gli alleati M5s, che non commentano, così come nulla trapela da Palazzo Chigi. L'uscita è stata ponderata e a serata fonti leghiste fanno notare che, a dispetto dell'allarme dei commentatori, i mercati non hanno reagito male, lo spread non è salito. I minibot sono «una» delle soluzioni, non «la» soluzione, ma pagare i debiti della P.a. è «un'emergenza e stiamo valutando come farlo», dice Salvini. «La strada maestra è la crescita», aggiunge Giorgetti. Il leader della Lega si premura anche di aggiungere che i minibot non sono la premessa all'uscita dall'Euro. Ma aggiunge che «piacciono agli italiani». E così la sfida al «no» di Draghi (e della Confindustria) incarna in pieno lo spirito della sfida della Lega all'Europa sui temi economici. È la mina che rischia di rendere impervia la trattativa di Giuseppe Conte e Giovanni Tria con Bruxelles per evitare la procedura d'infrazione.

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