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mercoledì 12 dicembre 2012

Il Ppe vuole espellere il partito di Berlusconi

Il Partito popolare europeo scosso dalle parole che hanno accompagnato la nuova discesa in campo. Il New York Times: "Ritorno senza vergogna".

Angelo Angeli
Il Pdl rischia l'espulsione dal Ppe, il Partito popolare europeo, che gli fece fare 5 anni di anticamera prima di ammetterlo.
L'assalto al governo Monti, gli argomenti usati da Berlusconi, il nuovo scontro con la Germania e con l'Unione europea sullo spread hanno scosso la "casa madre" dei popolari.
Lo stesso Mario Mauro, capodelegazione del Pdl a Strasburgo, ha usato ieri parole durissime nei confronti del Cavaliere: "A un momento di follia vero e proprio segua un lungo periodo di assunzione di responsabilità per far capire che Monti è necessario anche domani".

Aria da resa dei conti nel Ppe

Aria di resa dei conti nella delegazione del Pdl a Strasburgo. Le parole di Mario Mauro hanno ottenuto subito l'appoggio del capogruppo Ppe Joseph Daul.
Duro il confronto interno. 
"Con Mauro sta quasi tutta la delegazione", assicura una fonte del Pdl, "solo Ronzulli, Matera e pochi altri condividono la posizione di Berlusconi".

Il New York Times: "Senza vergogna"

La polemica rimbalza anche al di là dell'Atlantico. Il New York Times, nella versione internazionale, pubblica nella pagine dei commenti un editoriale intitolato: "Il ritorno senza vergogna di Silvio Berlusconi".

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Pneumatici da neve, sì o no? I pro e i contro

Giallo sull'obbligo: decidono gli enti. SuperMoney: a volte sono meglio delle catene.

Nei giorni scorsi la Commissione Industria al Senato ha approvato l'introduzione dell'obbligo di circolazione su strada con pneumatici da neve. Addio per sempre, quindi, alle catene: strumento decisamente più economico per mantenere aderenza sulle strade colpite dalle intemperie. La levata di scudi dei consumatori è stata immediata, già alle prese con prezzi sempre più alti dell'assicurazione auto Rca e della benzina.

 

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Lo show della Biancofiore ad Agorà


Michaela BiancofioreQuesta mattina (11 dicembre) ad “Agorà” c’è stato l’ennesimo show di Michaela Biancofiore. La deputato del Popolo della Libertà ha parlato della “ridiscesa” in campo di Silvio Berlusconi. La Biancofiore ha una v isione economica-politica tutta sua. Secondo lei lo spread è salito perché Monti si è dimesso.
Prima di continuare vi devo avvertire che questo post fa parte della serie “pucchiacche berlusconine allo sbaraglio”. La Biancofiore ha dichiarato “Il segretario Angelino Alfano, nel suo discorso alla Camera, non ha né attaccato il presidente Monti né ha tolto la fiducia al governo, ha semplicemente detto che dopo un anno il Paese è sull’orlo del baratro, anzi molto peggio”. Perché con Berlusconi come stavamo messi? Il discorso vira sullo spread.

La bolzanina eletta in Campania ha detto “È aumentato lo spread? Non è legato al ritorno in campo di Berlusconi. Che Berlusconi scenda in campo è fuori dubbio, ma che ritorni come presidente del Consiglio lo decideranno i cittadini con libere elezioni. Lo spread è aumentato, la Borsa è caduta, perché il signor Mario Monti, a cui va il mio rispetto come persona, meno al governo, ha deciso di dimettersi”.

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martedì 11 dicembre 2012

La Guardia di Finanza di Casale scopre un’evasione per quasi 2 milioni e mezzo di euro

Ricavi non dichiarati per oltre 2 milioni di Euro e IVA evasa per quasi 400.000 Euro: sono i risultati di una verifica fiscale eseguita dai finanzieri della Compagnia di Casale Monferrato nei confronti di un noto ristorante situato sulle colline del Monferrato (Al). L’attività investigativa ha messo a dura prova i militari operanti poiché il soggetto economico in questione non risultava presentare le dichiarazioni dei redditi e dell’IVA e in sede di accesso presso l’azienda per l’avvio delle operazioni di verifica non ha esibito alcuna delle scritture contabili obbligatorie.
È così iniziata una laboriosa opera di ricostruzione dell’effettivo volume d’affari della società verificata anche attraverso l’invio di numerosi questionari a soggetti che in qualità di clienti/fornitori erano entrati in contatto con l’azienda.

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Ilva, 1.400 dipendenti da oggi senza lavoro

No del gip al dissequestro dei prodotti giacenti sulle banchine

TARANTO - L'Ilva di Taranto annuncia in una nota che "da ora e a cascata per le prossime settimane circa 1.400 dipendenti, appartenenti prevalentemente alle aree della laminazione a freddo, tubifici e servizi correlati, rimarranno senza lavoro". La decisione è legata al 'no' del gip al dissequestro dei prodotti giacenti sulle banchine.

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Lasciano l’Afghanistan altri 450 italiani

È stato firmato oggi a Herat dai vertici delle forze di sicurezza afgane e dal generale Dario Ranieri, comandante del contingente italiano e della Regione ovest della missione Isaf - l’atto che sancisce l’assunzione della responsabilità della sicurezza da parte della polizia e dell’esercito locali nella provincia di Herat, che costituisce larga parte della regione ovest dell’Afghanistan. Inoltre, nel quadro generale del trasferimento della responsabilità della sicurezza alle forze di sicurezza afgane, gli Alpini del 2 reggimento hanno passato all’esercito di Kabul la base operativa avanzata “Lavaredo”, nel distretto di Bakwa, il più remoto e delicato dell’area di operazioni italiana.

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Benzinai in sciopero per 36 ore: da stasera alle 19 fino alle 7 di venerdì




Sulla rete autostradale lo sciopero partirà dalle ore 22.00 dell’11 dicembre sino alle ore 22.00 del 13 dicembre.
Agitazioni della categoria anche sotto Natale e Capodanno
Distributori di benzina chiusi il 12 e 13 dicembre. Le organizzazioni di categoria Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio hanno infatti confermato i due giorni di agitazione al termine dell’incontro, definito ’’infruttuoso’’, tenuto ieri mattina al Ministero dello Sviluppo Economico. Incontro, spiegano i gestori, “che certifica l’impotenza delle Istituzioni di fronte a comportamenti gravissimi di lobby potenti che scaricano ingiustamente su lavoratori, cittadini e l’intera collettività costi incalcolabili’’.

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Il mondo in un minuto - 10 dicembre 2012

Le dieci foto top della giornata

"Velok", le colonnine arancioni ora finiscono fuorilegge

Da Roma a Verona, sempre di più le città che le adottano: utili contro gli incidenti. I consumatori:
"È l'ultima follia per fare soldi. A volte non sono neppure segnalate". Il ministero: illegittimo usarle per controllare la velocità
di FABIO TONACCI 

 

"Velok", le colonnine arancioni ora finiscono fuorilegge


SONO efficaci per scoraggiare chi corre in macchina, ma non sono omologati. Vengono adottati sempre di più dalle polizie municipali, ma per il Codice della Strada non esistono. Eppure ne è consentito l'utilizzo per fare le multe. Non mancano certo i nodi da sciogliere quando si parla dei Velok, o Speed Check, o, nell'accezione degli automobilisti, "quei bussolotti arancioni che a volte contengono l'autovelox a volte no". E un recente parere del ministero dei Trasporti rischia di dare sostanza a centinaia di potenziali ricorsi di chi si vede recapitare a casa il verbale.
Un passo indietro. Tecnicamente le colonnine Velok, ideate dalla Confservizi Veneto e sperimentate nel comune di Corridonia nel 2007, sono dei dissuasori di velocità. Contenitori mobili in polietilene, fosforescenti e pesanti appena mezzo chilo, posizionati ai margini delle strade particolarmente trafficate o vicino agli incroci pericolosi. Indicano il limite e avvertono del controllo elettronico, ma non necessariamente hanno l'autovelox. È la municipale a decidere se e dove metterlo. Chi è al volante annusa il rischio della multa e, nel dubbio, alza il piede dall'acceleratore. Semplice principio di deterrenza. "Le abbiamo messe sulla tangenziale T4 sei mesi fa - racconta l'assessore alla viabilità di Verona Enrico Corsi - e da allora non abbiamo avuto più incidenti". E le multe? "Qualcuna l'abbiamo fatta, rispettando l'obbligo della presenza del vigile vicino alla postazione. Nessuna protesta". Con il Velok in strada, secondo uno studio del Cesiss, la velocità media si riduce di 11,3 km e le infrazioni calano del 70 per cento. Tant'è che in poco più di un anno 313 comuni, tra cui Roma (nel IV municipio), Lucca, Frosinone e Biella, hanno istallato più di 3000 colonnine. Un successo, soprattutto nel Nord Italia.

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"Berlusconi hai rotto". In Rai scoppia il caso Littizzetto

Il giorno dopo il monologo dell'attrice comica a Che Tempo Che Fa arriva la critica del consigliere Rai in quota Pdl Antonio Verro: "Inammissibile che il servizio pubblico insulti qualcuno"

di ANNA LUPINI

ROMA - Luciana Littizetto la spara grossa su Silvio Berlusconi a Che tempo che fa, e bastano poche ore per addensare nubi sulla Rai. Antonio Verro, consigliere di amministrazione Rai in quota Pdl, si fa sentire: "Le mie sono considerazioni di buon senso, che mi portano ad affermare che il servizio pubblico non può permettersi di insultare nessuno. Lo avrei detto anche se le battute avessero riguardato Bersani o Casini". Verro si riferisce alla chiusura del monologo della Littizzetto domenica sera, a "Che tempo che fa" su Raitre: "... ora torna 'Berlu', sale lo spread... Non dico un pudore, sentimento antico, ma una pragmatica sensazione di avere rotto il c... ?!".

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I leader Ue in processione da Monti: "Non uscire di scena, resti una garanzia"

Dalla Merkel a Hollande, tutti hanno paura del ritorno di Berlusconi. Il professore a colloquio con Draghi. Il presidente francese: "Mario andrà avanti per rendere stabile l'Italia"
dal nostro inviato FRANCESCO BEI

 

OSLO - "Mario, adesso cosa succede in Italia? Davvero pensi di uscire di scena così?". La domanda risuona più volte nella saletta al primo piano del Gamle Logen (la residenza ottocentesca che prima di diventare un palazzo da cerimonie è stata sede della massoneria) dove il primo ministro norvegese, Jens Stoltenberg, ha messo intorno a un tavolo la dozzina di leader europei volati fino a Oslo per il Nobel all'Ue. Da Hollande a Merkel, da Van Rompuy a Barroso, dal tedesco Schulz, il presidente del Parlamento che si è scagliato domenica contro Berlusconi, all'irlandese Enda Kenny. Tutti chiedono lumi al premier italiano.

 

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Greco: ''Borse, torna l'incertezza sull'Italia''

 

lunedì 10 dicembre 2012

Settimana di 'altalena termica' con freddo e neve

Gelo e neve sull'Italia Sulla Sila -11 gradi

Una settimana all'insegna del maltempo, con freddo, pioggia e neve fino a quote basse. Lo prevede il meteorologo di '3bmeteo.com' Francesco Nucera, sottolineando che le nevicate, da giovedì, saranno rilevanti solo al Nord a causa di un graduale rialzo delle temperature. In sintesi, dopo una pausa, oggi, di poche ore, "un nuovo nucleo freddo in arrivo dalla Francia attraverserà l'Italia entro martedì portando un nuovo rapido peggioramento del tempo al Centro Sud con neve sino a quote collinari". Nucera sottolinea l' "altalena delle temperature": domani "verrà richiamata aria più fredda e la neve tornerà a scendere sin verso i 300/500m sulle Adriatiche, oltre i 600/1000m al Meridione". Al Nord prevarrà il bel tempo ma il clima sarà molto freddo, con gelate diffuse di primo mattino. Mercoledì di nuovo tempo soleggiato al Centro Nord, residui fenomeni al Sud e sul medio e basso versante adriatico con neve localmente fino alle coste di Marche ed Abruzzo. Giovedì cambia lo scenario: "la fredda tramontana sarà sostituita - dice Nucera - da venti più miti meridionali con temperature in nuovo aumento specie al Centro Sud" dove la neve cadrà solo sui monti, mentre arriverà, da venerdì, sul settentrione.

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Firenze, indagato l'onorevole Denis Verdini "Truffa milionaria sui contributi all'editoria"

Il deputato del Pdl sarà interrogato il prossimo 24 dicembre. Nell'inchiesta coinvolte altre 23 persone

Denis Verdini, parlamentare del Pdl, è indagato a Firenze con altre 24 persone per truffa aggravata allo Stato circa contributi pubblici per testate giornalistiche dal 2002 al 2012. Indagati anche Massimo Parisi, sempre del Pdl, imprenditori ed editori. La truffa riguarda il Giornale della Toscana e Metropoli. Verdini sarà interrogato dal pm il 24/12.E' di oltre 22 milioni di euro la truffa perpetrata ai danni dello Stato dal Gruppo editoriale facente capo a Verdini, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Firenze, che ha inviato 25 avvisi di garanzia e relativi inviti a comparire.

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Treni, la maledizione delle scolaresche

Genova - «Hanno persino tentato di farci sentire in colpa, di dire che avevamo perso il treno... Come se fossimo noi quelli in ritardo». È successo anche questo a bordo dell’Intercity 504 per Torino Porta Nuova, direttrice record in quanto a viaggi sventurati per le scolaresche genovesi, almeno negli ultimi giorni. Sabato mattina il caso del regionale “sequestrato” nella stazione di Arquata, per consentire a un gruppo di studenti in arrivo da Nervi di raggiungere la loro carrozza dopo essere stati lasciati a terra, a Quinto, da un treno malauguratamente soppresso. Il giorno prima è andata in modo analogo ma, se possibile, ancora più rocambolesco, come rivelano oggi i protagonisti nell’esposto presentato alla polizia in tempi record dall’avvocato Michele Ispodamia.

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Oltre un quarto degli italiani a rischio poverta'

Nel 2011 e' il 28,4% in pericolo, in crescita rispetto a 2010

ROMA - Oltre un quarto degli italiani e' a rischio poverta' o esclusione sociale. Lo afferma l'Istat nel rapporto 'Reddito e condizioni di vita', precisando che nel 2011 il 28,4% delle persone residenti e' a rischio poverta' o esclusione sociale, in crescita di 2,6 punti percentuali rispetto al 2010.
Il 20% più ricco delle famiglie residenti in Italia detiene una quota del 37,4% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta appena l'8% del reddito. E' la disuguaglianza evidenziata dall'Istat.

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Coldiretti, 6,2 mln italiani non hanno da mangiare


 

La crisi di governo fa paura ai mercati Spread sale ancora a 360, Milano crolla -3%

L'annuncio delle dimissioni di Monti scuote le piazze finanziarie

Italia sotto il fuoco dei mercati. I timori di una reazione negativa per via dell'incertezza politica, si sono materializzati all'apertura delle contrattazioni con lo spread fra i Btp italiani e i Bund tedeschi che ha aperto subito a 340 punti contro i 323 di venerdì e si è allargato progressivamente per toccare a metà giornata quota 362 punti. Il differenziale italiano si è trascinato dietro anche quello dei bonos spagnoli, salito a 437 punti. Il ministro dell'economia di Madrid De Guindos ha spiegato come le incertezze a Roma "contagiano immediatamente" la Spagna.

L'impennata dello spread si è portato dietro anche Piazza Affari oramai diventata "un derivato" del differenziale sia perché questo esprime, seppure in maniera imperfetta, la sfiducia verso l'Italia e la sua economia sia per ragioni tecniche. La forte presenza dei titoli bancari sul listino (in caduta libera con punte del 6% per Intesa Sanpaolo e Unicredit) ha un effetto depressivo immediato sugli indici. Le banche sono doppiamente colpite da un alto spread: per il deprezzamento dei titoli di stato posseduti in forti quantità nel portafoglio e per gli alti costi che devono affrontare per raccogliere denaro rispetto alle rivali europee comprimendo così ulteriormente i margini.

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L’aereo decolla, il passeggero salta giù

Paura all’aeroporto di Pisa: apre il portellone, sale su un’ala e salta a terra. Bloccato e preso in consegna
dai sanitari: «Ha disturbi psichici»

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L’amore dei vecchi compagni di liceo rinasce su Facebook 30 anni dopo. Poi finisce e lui diventa uno stalker

Si erano rivisti grazie a una cena organizzata sul social network
 
Pierangelo Sapegno
ALBA
L’amore ai tempi di Facebook è anche quello di due ragazzi del ’64, quasi cento anni in due. Compagni di liceo ad Alba, quando il mondo virtuale non esisteva ancora, fine Anni Settanta, compromesso storico, Andreotti e Berlinguer, le Br che cominciavano a finire, Pertini presidente, l’inflazione che massacrava la lira e tutto il bello che doveva venire. Loro sono fidanzatini sui banchi di scuola. Liceo scientifico. Poi il tempo passa e i ragazzi si lasciano. 

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Il nuovo divario tra ricchi e poveri passa per la Rete

L’ultima tappa del nostro viaggio nel futuro si conclude con una sfida: le nuove tecnologie rendono il mondo più giusto?
 
Luca Indemini
Che i nostri figli non siano mai separati da un divario digitale: con questo auspicio di Al Gore nel 1996, il concetto di «Digital divide» è entrato nell’uso comune. Il rischio paventato dall’allora vice Presidente Usa con il tempo è diventato un problema concreto. Oggi il divario digitale tra chi ha accesso alle tecnologie dell’informazione (pc e Internet in primis) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale, non riguarda solo i rapporti tra Nord e Sud del mondo.

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La crisi in Italia spegne anche il telefonino. In nove mesi perse chiamate per un miliardo

Da gennaio e settembre crollano i servizi di telefonia: chiamate, messaggi e internet. Vodafone resta al primo posto, ma è quella che accusa il calo maggiore, Wind limita i danni ma perde 100 milioni di fatturato in nove mesi. Tim ancora sul secondo gradino del podio, ma il calo è dell'8,1%, superiore comunque alla media del settore

di SARA BENNEWITZ

MILANO - La crisi colpisce anche i cellulari e l'Italia, famosa nel mondo come uno dei Paesi per il più alto tasso di diffusione del telefonino, accusa una battuta d'arresto. Il 2012 ha registrato una brusca contrazione delle chiamate e il periodo peggiore è stato quello delle vacanze estive, che invece di solito coincideva con un momento favorevole per la telefonia mobile: tra luglio e settembre le tre maggiori compagnie telefoniche tricolori insieme hanno perso 300 millioni di euro di fatturato, un miliardo in nove mesi. Se è vero che a partire dallo scorso giugno sui conti di Tim, Vodafone e Wind ha inciso anche il taglio dei costi delle tariffe da terminazione, è anche vero che rispetto all'andamento dell'estate 2011 c'è stato un calo del traffico voce. Inoltre per salvare i ricavi e evitare l'erosione dei margini tutti gli operatori hanno iniziato a lanciare delle tariffe un po' più alte ma tutto compreso (voce, sms e internet). Operazione che ha arginato il crollo dei ricavi, ma che si è abbattuta come una scure sugli utili delle società telefoniche.

La tabella.


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domenica 9 dicembre 2012

I tedeschi che non dimenticano Stazzema

A Sant’Anna, dove i bimbi fecero l’ultimo girotondo
“I nazisti fecero un eccidio, ma in Germania si preferisce il silenzio: siamo indignati per la decisione dei giudici di Stoccarda che hanno archiviato i crimini di guerra”. A testimoniare questa indignazione un gruppo di pacifisti tedeschi che hanno incontrato i sopravvissuti alla strage: 560 vittime, in gran parte donne e bambini. In questo video il racconto di chi visse quel tragico 12 agosto 1944 e la commozione dei tedeschi che hanno portato la loro solidarietà a San’Anna di Stazzema, là dove i bimbi fecero il loro ultimo girotondo.

di Niccolò Zancan

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Province, "Senza dl sarebbe caos istituzionale": uno studio del governo lancia l'allarme

In assenza dell'approvazione del decreto per l'accorpamento si tornerebbe al Salva Italia. Per il dipartimento delle riforme del ministero della Funzione Pubblica tra le conseguenze: i mutui, il trasferimento del personale, dei finanziamenti e dei beni immobili. Ma anche la lievitazione dei costi per Comuni e Regioni

 

ROMA - "La mancata conversione del dl sulle Province comporterebbe una situazione di caos istituzionale. Tra le conseguenze, oltre ai mancati risparmi, la lievitazione dei costi a carico di Comuni e Regioni e il blocco della riorganizzazione periferica dello Stato". Lo afferma uno studio del governo. Che evidenzia la conseguente questione finanziaria legata dal problema dei mutui contratti dalle Province con banche e soprattutto Cassa depositi e prestiti: a questi dovranno subentrare Regioni o Comuni o dovranno essere frazionati. "Altri problemi riguarderanno il trasferimento del personale, dei finanziamenti, dei beni immobili", si legge nello studio del dipartimento delle Riforme del ministero della Funzione Pubblica che è stato inviato ad alcuni senatori.

LA NUOVA MAPPA D'ITALIA

 

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Dl sulle Province, i timori del governo “A rischio scuole superiori, strade, tutela idrogeologica e ambientale”

 

Province: il taglio non ci sarà, ha vinto la casta

 

 

Monti accelera le dimissioni

Il premier al Quirinale: subito la legge di stabilità, poi lascio. Ipotesi voto a febbraio

Paolo Baroni
Roma
Alle tre del pomeriggio da Cannes si diceva sereno. Lo strappo del Pdl? «Non sono preoccupato, mi sembra una situazione gestibile nella normalità della vita democratica di un Paese». Arrivato a Roma, per incontrare il capo dello Stato, dopo oltre due ore di analisi e ragionamenti sulle posizioni espresse dai partiti che sorreggono il governo e che venerdì erano saliti al Colle nel corso di un vero e proprio giro di consultazioni, Mario Monti ha deciso di gettare la spugna: prima cercherà di far approvare la legge di stabilità e poi presenterà le sue dimissioni «irrevocabili». E a questo punto è scontato che si vada al voto ben prima di quel 10 marzo che tutti ipotizzavano sino a ieri. 


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Dimissioni Monti, Parlamento diviso. Bersani: “Un atto di responsabilità,  si approvi subito la legge di Stabilità”

 

Fini: “Ora cambia tutto il Prof ha le mani libere”

 

Ora il rush finale per l'approvazione dei disegni di legge lasciati in sospeso

 

L'Europa infuriata per la crisi italiana: nuovi timori e occhi puntati sui mercati

 

sabato 8 dicembre 2012

Medvedev: «Gli alieni sono tra noi»

Roma - Gli alieni sono tra noi e agiscono anche in Russia, tanto che il capo del Cremlino ha una cartella, che trasporta insieme alla valigetta con i codici di lancio dei missili nucleari, sulle loro visite alla terra, e controlla l’attività di segretissimi «men in black» russi, sulla falsariga di quelli immaginati da Hollywood.
Il tutto è ovviamente segretissimo, perché altrimenti si spargerebbe il panico. Queste dichiarazioni - intrecciate a varie considerazioni scherzose su Babbo Natale e sul suo mentore Vladimir Putin - se l’è lasciate scappare il premier (ed ex presidente) russo, Dmitri Medvedev, in un dialogo fuori onda coi giornalisti durante pause di interviste rilasciate a cinque televisioni. Dichiarazioni che nessuna delle tv ha mandato in onda, ma delle quali alcuni stralci sono finiti su YouTube.

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Droghe sintetiche: immagini shock prima e dopo

"Impara dagli errori degli altri: non puoi vivere così a lungo da farli tutti da te", con questa citazione di Eleanor Roosevelt si apre la campagna shock di Rehab, guida online per i centri di riabilitazione, che mostra il deterioramento fisico devastante sui volti delle persone dipendenti da metanfetamina. Le immagini raccontano la trasformazione fisica, anche dopo soli sei mesi di assunzione. Il progetto della campagna nasce nel 2004 dall'esperienza di un vice sceriffo dell'Oregon, negli Stati Uniti, che dopo aver arrestato svariate volte lo stesso tossicodipendente cominciò a notare quanto il viso si deteriorasse nel corso del tempo. Il poliziotto ha iniziato a documentare le immagini con il desiderio di educare i ragazzi sulla realtà della droga. Ne è nato un documentario che gira nei licei americani

Le foto