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giovedì 5 ottobre 2017

Arrestato Battisti, tentava fuga in Bolivia

Ex terrorista in manette alla frontiera con il Brasile

L'ex terrorista Cesare Battisti è stato arrestato nella città di Corumbà, alla frontiera tra Brasile e Bolivia.

Secondo la versione online del quotidiano O Globo, le autorità brasiliane sarebbero convinte che l'ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac) stesse cercando di fuggire in Bolivia. L'italiano sarebbe stato fermato dalla polizia stradale federale durante un normale blitz. Condannato all'ergastolo in via definitiva per quattro omicidi commessi durante gli anni di piombo, Battisti nel 2010 ha ottenuto lo status di rifugiato politico in Brasile dall'ex presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva.

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mercoledì 4 ottobre 2017

Mafia: maxi-operazione tra Italia e Germania contro clan Rinzivillo, 37 arresti

Sequestrati beni per 11 milioni. Alle indagini ha partecipato la Polizia tedesca

Una maxi operazione contro il clan mafioso Rinzivillo e' in corso in Italia e Germania. Uomini della Guardia di Finanza, della Polizia e dei Carabinieri stanno eseguendo 37 provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di altrettanti presunti appartenenti al clan egemone a Gela. Gli arresti sono scattati in Sicilia, Lazio, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna in Italia, e in Germania. Sequestrati anche beni e societa' per 11 milioni 

L'indagine delle Dda di Roma e Caltanissetta è stata coordinata dalla procura nazionale antimafia e antiterrorismo e ha visto la partecipazione della Polizia criminale tedesca che, a Colonia, ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari. I 35 provvedimenti eseguiti in Italia hanno invece visto impegnati oltre 600 tra finanzieri e carabinieri del comando provinciale di Roma e poliziotti della questura di Caltanissetta.

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martedì 3 ottobre 2017

Meteo a 7 giorni: piccola OTTOBRATA sull'Italia, poi aria fredda da nord?

Confermata la breve fase anticiclonica fino alla giornata di giovedì 5 ottobre; a seguire fronte freddo da nord, rovesci, vento forte e calo delle temperature. 

La prima decade di ottobre sembrava dover trascorrere nell'anonimato..."oppressa" dalla solita alta pressione sul Mediterraneo.

Le ultime mappe hanno ridotto (un po' a sorpresa) la durata del pachiderma stabile, contemplando successivamente situazioni autunnali decisamente più avvincenti e anche piuttosto fredde sullo Stivale.

Tra mercoledì 4 e giovedì 5 ottobre l'alta pressione riuscirà comunque a mettersi in mostra sull'Italia (prima mappa) con il suo campionario di stabilità, mitezza e ventilazione debole.
Da notare, oltre alla distensione del braccio orientale dell'alta pressione atlantica verso di noi, la presenza di una fervente azione depressionaria in sede scandinava, dove l'autunno potrebbe anche travestirsi da inverno.

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lunedì 2 ottobre 2017

Las Vegas, strage al concerto country: 50 morti. Isis rivendica ma Usa smentiscono

Killer si e' ucciso prima di arrivo della polizia'. Stephen Paddock, 64 anni, ha fatto fuoco sulla folla da un piano alto di un albergo

Strage ad un concerto country a Las Vegas: almeno 50 i morti e 400 i feriti. A sparare un uomo, Stephen Paddock, che si è ucciso prima dell'arrivo della polizia: il killer ha aperto il fuoco dal 32mo piano dell'hotel Mandalay Bay verso la folla che assisteva a uno show per il festival "Route 91 Harvest", nelle immediate adiacenze. Testimoni hanno detto di aver visto i bagliori degli spari. Fra i morti ci sono due agenti di polizia fuori servizio: erano tra il pubblico ad assistere al concerto.

La polizia di Las Vegas aveva detto che sembrava "più un'azione di un lupo solitario'' escludendo un atto di terrorismo. Ma l'Isis ha rivendicato con un comunicato sul web la strage, ha reso noto il Site, il sito che monitora le attività jihadiste sul web. "L'esecutore dell'attacco a Las Vegas è un soldato dell'Isis - si legge nella rivendicazione dello Stato islamico -. Ha eseguito l'operazione in risposta all'appello a prendere di mira i Paesi della coalizione". Fonti dell'amministrazione statunitense hanno detto che "non c'e' alcun segnale che indichi un legame del killer di Las Vegas con gruppi del terrorismo internazionale".

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Referendum Catalogna, il 90% dei voti è per l'indipendenza

Hanno partecipato 2,2 milioni di elettori, sui 5,3 chiamati alle urne. Il 'no' ha ottenuto il 7,8%. Chiusi dalla polizia 400 seggi

Il 'si' ha ottenuto il 90% dei voti al referendum sull'indipendenza catalano, secondo i dati resi pubblici dal portavoce del governo catalano Jordi Turull. Al voto hanno partecipato 2,2 milioni di elettori, sui 5,3 chiamati alle urne. Il 'no' ha ottenuto il 7,8%.  Migliaia di sostenitori dell'indipendenza, radunati in Plaza Catalunya,  hanno esultato all'annuncio dei risultati mentre sulla centralissima pizza di Barcellona sventolavano un mare di bandiere 'stellate' dell'indipendenza catalana.

La partecipazione dei chiamati al voto catalani - ha spiegato il portavoce - avrebbe potuto raggiungere "almeno il 55%" in "condizioni diverse", cioè senza l'intervento nei seggi della polizia spagnola. Le schede conteggiate, 2,262 milioni, rappresentano circa il 42,2% dei 5,3 milioni di aventi diritto. Ma secondo Turull altri 770mila elettori erano iscritti nei 400 seggi chiusi dalla polizia. La maggior parte delle persone contrarie all'indipendenza si ritiene non abbiano votato.

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giovedì 28 settembre 2017

Spaventosa frana in Val Brembana (BG): 3.500 metri cubi di roccia su carreggiata

Imponente frana in Val Brembana, nel bergamasco, Lunedì 25 Settembre. Le immagini aeree.

Un importante movimento franoso si è verificato in Val Taleggio, diramazione occidentale della Val Brembana, nella giornata di Lunedì 25 Settembre.

La frana, avvenuta nell’area degli Orridi, tra i punti più affascinanti della zona brembana e più in generale delle valli bergamasche, è stata notata da automobilisti e ciclisti che hanno chiamato il 112 segnalando l'emergenza.
La frana ha provocato la caduta di circa 3.500 metri cubi di roccia, finiti parzialmente sulla carreggiata della strada provinciale 25, tra San Giovanni Bianco e la Val Taleggio. 

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Morto dopo un trapianto, i medici: "Il cuore era perfetto". Lorenzin: "Verifiche"

L'espianto al San Raffaele di Milano, il decesso al San Camillo di Roma. La procura ha aperto un'inchiesta, dopo l'esito di una consulenza medico legale disposta dai magistrati: "Organo non idoneo"

Un'inchiesta della procura e una interna dell'ospedale San Raffaele. Perché "è inaccettabile morire dopo un trapianto di cuore". Sono le parole della ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, che annuncia "immediate procedure di controllo e verifica" sul caso di un uomo cardiopatico morto un anno fa nell'ospedale San Camillo di Roma dopo il trapianto di un cuore da Milano. Dal Centro nazionale trapianti assicurano che "tutte le procedure sono state rispettate e l'organo, dopo gli esami, è risultato idoneo al trapianto". Anche al San Camillo i medici non hanno dubbi: "Il cuore era perfetto".


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Ryanair: meno voli fino a marzo, coinvolte 400.000 prenotazioni

I passeggeri hanno già ricevuto una email con l'offerta del rimborso o di un cambio di aereo

Ryanair ha annunciato che rallenterà la crescita prevista per la stagione invernale, facendo volare 25 aerei in meno a partire da novembre e 10 in meno da aprile 2018. Lo si legge in una nota della low cost irlandese, in cui si precisa che riducendo il programma dei voli in maniera controllata sarà possibile "eliminare ogni rischio di ulteriori cancellazioni, perché un rallentamento della crescita crea molti aerei e equipaggi di riserva nelle 86 basi" della compagnia previste per quest'inverno.

Questa misura, si spiega nella nota, porterà ad una "leggera riduzione" del traffico per la compagnia per quest'anno e il prossimo: la crescita mensile dal 17 novembre al 18 marzo rallenterà dal 9% al 4%, mentre il traffico annuale attualmente di 131 milioni di passeggeri si ridurrà a 129 milioni, che rappresenta un +7,5% dallo scorso anno. Per la stagione estiva 2018, con la flotta che si ridurrà da 445 a 435 aerei, Ryanair prevede che il traffico al marzo 2019 rallenterà da 142 a 138 milioni di passeggeri (con un tasso di crescita del 7%).

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mercoledì 27 settembre 2017

Tecnico vogherese inventa la pila eterna

L’ingegnere Lisini deposita il brevetto del sistema che consente ricariche ultraventennali. Ecco le possibili applicazioni 

VOGHERA (PV). La durata eterna delle cose è uno dei traguardi che intriga e affascina da sempre l’uomo. Gianni Lisini, ingegnere elettronico vogherese, ci è andato vicino con la messa a punto di un sistema, già brevettato, che consente di ricaricare le batterie delle pile fino a 15-20 anni, con la prospettiva di ulteriori miglioramenti tecnici e di un’applicazione sempre più larga. Il 40enne ricercatore dello Iuss (la Scuola universitaria superiore di Pavia) ha presentato la sua invenzione al «Jotto Fair» di Pisa, momento di confronto con il mondo dell’imprenditoria, suscitando l’interesse di una decina di ditte di svariati settori, tra le quali un’azienda che si occupa di mobilità elettrica e di una che realizza apparecchiature elettroniche nucleari. 

Il brevetto (il primo dell’ancora breve ma promettente carriera da inventore di Lisini) riguarda un sistema di gestione di un accumulatore ibrido formato da una batteria chimica e da un set di “supercapacitori”: si tratta di condensatori in grado di immagazzinare cariche per migliaia di farad (unità di misura della capacità elettrica), sostenendo così un numero elevatissimo, quasi infinito, di cicli di ricarica. I vantaggi appaiono ovvii: aumento drastico della durata media delle pile, riduzione della sostituzione periodica delle batterie e degli interventi di manutenzione, fino alla possibilità di realizzare apparati autoalimentati per decenni, con un sensibile risparmio delle spese, in un contesto di eco-sostenibilità. A tale proposito, va sottolineato che utilizzando la tecnica del brevettoLisini sarebbe possibile sostituire gran parte delle batterie al cadmio industriali che tuttora comportano notevoli problematiche di smaltimento e di costi da affrontare.

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martedì 26 settembre 2017

Incidente all’alba: due ragazzi ricoverati in ospedale, uno in gravi condizioni

Gavi (AL) Hanno Rispettivamente 26 anni  e 28 anni, le vittime dell’incidente stradale che si è verificato questa mattina all’alba, intorno alle 4.30 in località Pratolungo di Gavi.
F.R di Carrosio era in compagnia di un amico C.R. di Arquata Scrivia.  L’allarme è stato lanciato in ritardo, perché solo verso le 6.30 un uomo si è accorto dell’auto fuori strada. I soccorsi, 118 e vigili del fuoco, arrivati intorno alle 7 del mattino, hanno estratto i due ragazzi fortunatamente vivi, ma  le condizioni di F.R, sono gravi, tanto che il giovane è stato trasportato nel reparto di Neurochirurgia all’ospedale di Alessandria, mentre all’amico è andata decisamente meglio, tuttavia è stato ricoverato a Novi Ligure.

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Concorsi truccati, arrestati 7 docenti universitari. Indagato anche ex ministro Fantozzi. Il legale: 'Del tutto estraneo'

Altri 22 interdetti dalle funzioni, in tutto 59 indagati

Sette docenti universitari sono stati arrestati per reati corruttivi dalla Guardia di Finanza di Firenze, nell'ambito di un'inchiesta su concorsi truccati. Le misure sono scattate a seguito di un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, disposta dal gip su richiesta dei pm fiorentini Luca Turco e Paolo Barlucchi. Altri 22 sono stati colpiti dalla misura dell'interdizione dalle funzioni di professore universitario e da quelle connesse ad ogni altro incarico accademico per la durata di 12 mesi.

Tra i docenti accusati anche l'ex ministro Augusto Fantozzi che rischia l'interdizione dalla professione di docente, in merito alla quale il gip di è riservato di decidere dopo l'interrogatorio. "Il professor Augusto Fantozzi è completamente e indubitabilmente estraneo ai fatti in contestazione", afferma l'avvocato Antonio D'Avirro, difensore di Fantozzi. "In primo luogo - argomenta il legale - perché era già andato in pensione all'epoca degli avvenimenti oggetto di indagine. La sua integrità è altresì testimoniata da una limpida e unanimemente apprezzata carriera accademica. Il professore - prosegue l'avvocato - sarà lieto di fornire tutti i chiarimenti necessari nell'incontro con i magistrati, che auspica possa avvenire il prima possibile".

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lunedì 25 settembre 2017

Il transito di un nucleo temporalesco da ovest dovrebbe consentire 24 ore di tempo instabile sull'Isola con rovesci o temporali.

Dopo mesi di arsura, caldo e solleone, la Sardegna si prepara a ricevere la pioggia. Non si tratterà di pioggia battente "a tappeto" su tutta l'isola, ma alcune manifestazioni temporalesche (anche di una certa intensità) potrebbero dispensare preziosi millimetri, sperando che non si passi dal nulla al troppo come spesso è accaduto di recente.


La prima mappa mostra le piogge che interesseranno la Sardegna nella mattinata di martedì 26 settembre.

Le precipitazioni potrebbero prediligere i settori centrali e interni dell'Isola con maggiore insistenza sulla parte orientale, ma contiamo che un po' di pioggia arrivi anche sul restante territorio insulare.

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PIOGGE: Sardegna, Liguria e Lazio sarebbero per il nostro modello le regioni pronte ad accumulare i maggiori quantitativi di pioggia nell'arco dei prossimi 7 giorni. Le città dell'isola martedì 26 e le altre due regioni tra l'1 ed il 2 ottobre, guarda nel dettaglio: Link


Le PIOGGE "fantasma" tra 1 e 2 ottobre...

domenica 24 settembre 2017

Esibizione delle Frecce Tricolori a Terracina, cade un caccia militare: disperso il pilota

Roma - Un velivolo Eurofighter dell’Aeronautica militare è caduto in mare poco fa a Terracina durante un air show. La notizia è stata confermata dalla stessa Aeronautica militare. Il corpo del pilota è stato ritrovato. Lo si apprende dall’Aeronautica militare.

Il velivolo Eurofighter, del reparto sperimentale, era impegnato in una esibizione quando è improvvisamente collassato in mare.

L’esibizione del caccia militare avrebbe dovuto precedere quella delle Frecce Tricolori: molte le persone presenti, che hanno assistito sbigottite alla scena.

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I progetti fantasma: nei Comuni mancano gli ingegneri e i fondi non arrivano

Frane e alluvioni: il 7% dei cantieri non parte per l'assenza di tecnici che sappiano aggiornare i dati


ROMA. Nei pochi punti dove non è venuta giù, dopo l'alluvione e la frana del novembre scorso, la strada provinciale di Monesi di Mendatica, un piccolo paese dell'entroterra di Imperia, è tutta uno squarcio. Paese isolato, stazione sciistica chiusa, un centinaio di case inagibile, due distrutte. Lo scandalo è che è così da dieci mesi. Quei dirupi e quelle ferite aperte quasi un anno fa nell'asfalto dell'unica via di comunicazione della zona, sono la testimonianza visiva della paralisi decisionale che attanaglia la maggior parte dei nostri paesi e delle nostre città ad alto rischio idrogeologico. Due milioni di italiani vivono in zone a elevatissimo pericolo di alluvioni, un milione e duecentomila sotto la spada di Damocle delle frane.

La corsa contro il tempo
Lo sforzo del team ItaliaSicura che a Palazzo Chigi da circa quattro anni cerca di coordinare gli interventi di riassetto del nostro fragilissimo territorio, assomiglia sempre più a una corsa contro il tempo, in cui frane e alluvioni arrivano sempre prima dei cantieri che dovrebbero servire a prevenirle. Dietro questa paralisi decisionale c'è sempre più spesso l'incapacità o l'impossibilità dei Comuni di progettare gli interventi necessari. È ormai noto che solo un decimo delle 9.400 opere anti-dissesto indicate dalle Regioni (con un costo di 27 miliardi) ha dietro un progetto vero e proprio ed è quindi cantierabile. E in termini di miliardi siamo al 7%. «Il mio Comune ha 2.300 abitanti e l'ufficio tecnico ha un solo dipendente», spiega Massimo Niero, sindaco di Cisano sul Neva, un altro dei paesi liguri investiti dall'alluvione del novembre scorso. «Di tecnici ce n'erano due, ma uno è andato in pensione e non l'ho potuto sostituire. Se quello che è rimasto si mette a fare i progetti, chi segue le pratiche edilizie, chi risponde alle richieste quotidiane dei cittadini?».


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sabato 23 settembre 2017

Ospedali in bancarotta

Un dossier inedito del ministero della Salute svela: buco da 1,5 miliardi. Bilanci ripianati grazie all’aumento delle tasse e al taglio di servizi, personale e macchinari


Roma
«Il bilancio della sanità è in attivo di 312 milioni». Così, solo tre mesi fa, la Corte dei Conti annunciava per Asl e ospedali la fine dei conti in rosso dopo anni di spending review. Ma un documento top secret del ministero della Salute svela ora che solo nelle aziende ospedaliere italiane c’è un buco da un miliardo e mezzo, ripartito tra 42 nosocomi dei 100 sparsi lungo lo Stivale. Mentre altri 9 hanno i conti in ordine ma non garantiscono i livelli essenziali di assistenza.

Le perdite sono state quantificate valutando entrate da una parte e valore delle prestazioni sanitarie fornite dall’altra, senza conteggiare quei contributi regionali che spesso finiscono per nascondere i deficit sotto il tappeto. In pratica ripiani a pie’ di lista, che finiamo per pagare noi attraverso l’aumento delle tasse locali e il degrado dei nostri ospedali. Il tasso di obsolescenza delle strutture, dice l’ultimo rapporto Oasi della Bocconi tanto per dire, è del 29%, mentre quello dei macchinari come Tac e risonanze, è addirittura del 74%.

Il record delle perdite ce l’ha la Campania, con oltre 350 milioni, 102 dei quali del solo Cardarelli di Napoli. Segue poi a ruota il Lazio, dove il buco è di 257 milioni, 77 dei quali attribuibili all’ospedalone romano San Camillo-Forlanini. Al terzo posto della classifica si piazza la Sicilia, con 231 milioni. In pratica tre sole regioni generano ben oltre la metà del deficit ospedaliero nazionale. Segue poi la Lombardia con otto ospedali che sommano un rosso da 216 milioni. Al quinto posto il Piemonte con 163 milioni, tutti attribuiti alla Città della Salute di Torino. Quantificazione che stride con i soli 15,8 milioni iscritti in bilancio con la matita rossa. Una forbice che la dice lunga sui diversi modi di valutare i conti tra Stato centrale e Regioni. 


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venerdì 22 settembre 2017

Un pilota racconta l’inferno Ryanair: ‘Macché ferie, mancano i piloti: 700 sono già scappati alla concorrenza’

L’acqua. Le altre compagnie te la offrono insieme al cibo. A noi niente. Io mi devo portare la bottiglietta da casa. E se la finisco in volo, sono costretto a comprarmela dal carrello degli assistenti di volo, a tre euro”.

Tra i piloti Ryanair serpeggia qualcosa di più di un semplice mal di pancia: dall’inizio dell’anno 700 di loro (su un totale di 4.058) hanno abbandonato la compagnia gialloblu e sono passati alla concorrenza; oggi un fronte compatto chiede garanzie contrattuali mentre, appena al di sotto delle nubi nere, c’è il rischio del primo sciopero continentale.

Un primo ufficiale – che chiameremo Andrea, per garantirne l’anonimato – ha spiegato a Business Insider Italia come funziona il lavoro nell’azienda irlandese e perché molti colleghi se ne sono andati (e altri minacciano di farlo).

Il caso della bottiglietta d’acqua è soltanto la punta dell’iceberg di una situazione più complessa.
Andrea lavora in Ryanair da un anno e mezzo ed è di base in uno degli 86 aeroporti europei della compagnia low cost. Ha frequentato un’accademia aeronautica in un Paese europeo (che non menzioniamo perché lo potrebbe rendere identificabile), poi il colloquio di lavoro in Irlanda e il corso di abilitazione (a spese proprie, per la modica cifra di 29.500 euro) per portare uno dei 427 Boeing 737 del vettore irlandese.

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Comuni e lotta all’evasione fiscale: in provincia è un’eccezione

Nell'ultimo anno, secondo i dati della Uil, solo l'1.1% dei Comuni si è attivato per combattere il fenomeno.

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – La lotta all’evasione fiscale ha le armi spuntate in provincia di Alessandria. Come emerge dal rapporto della Uil, sul territorio solo l’1,1% dei comuni, Alessandria e Casale, ha lavorato per accertare irregolarità il 2016. Se poi si scende in profondità il dato è ancora più sconcertante: “l’importo attribuito al capoluogo per la lotta al fenomeno nel 2015 era pari a otre 30.500 euro mentre nel 2016 si è dimezzato e non è neanche pari a 15.000 euro – spiegano dalla Uil”. Un valore quasi irrisorio quello invece conseguito da Casale, cui sono stati assegnati solo 330 euro.

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Uragano Maria: almeno 15 morti e 20 dispersi in Dominica

Disposto un coprifuoco di 24 ore nelle Virgin Islands Usa

Si registrano almeno 15 morti e 20 dispersi in Dominica in seguito al passaggio dell'uragano Maria. Lo ha reso noto il primo ministro dell'isola caraibica.

Il primo ministro Roosevelt Skerrit, parlando al telefono tra le lacrime con un reporter della vicina isola di Antigua, ha sottolineato che soltanto per un miracolo i morti non sono stati centinaia. Comunque, ha specificato, la Dominica "avrà bisogno di tutto l'aiuto che il mondo può offrire". La furia dell'uragano - di categoria 5 - ha colpito l'isola caraibica tra lunedì notte e martedì mattina, distruggendo centinaia di case e interrompendo le comunicazioni. Anche l'aeroporto è stato chiuso.

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Pedofilia: Papa, ai colpevoli di abusi non darò mai la grazia

"Mai ho firmato una di queste e mai la firmerò"

"Chi viene condannato per abusi sessuali sui minori può rivolgersi al Papa per avere la grazia" ma "io mai ho firmato una di queste e mai la firmerò". Lo ha annunciato papa Francesco parlando 'a braccio' alla Commissione Pontificia per la protezione dei minori. "Spero che sia chiaro e questo lo potere dire", ha aggiunto.

"Io non firmo le sentenze, le firma la 'feria quarta' e l'altra di secondo grado. In un solo caso, uno solo, in quasi cinque anni, c'erano due sentenze su un sacerdote della diocesi di Crema, la sentenza del vescovo era buona, toglieva tutti i ministeri non lo stato clericale. Io ero nuovo non capivo bene queste e davanti alle due ho scelto la più benevola. Ma dopo due anni lui è ricaduto. L'unica volta che l'ho fatto, poi mai", ha raccontato il Papa alla Pontificia Commissione per la protezione dei minori. "Io ho imparato in questo, imparato delle cose che diceva il cardinale presidente O'Malley. Ho imparato quella volta che ho ricevuto sei vittime", ha osservato.

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giovedì 21 settembre 2017

Foggia, morta la 15enne a cui l'ex compagno della madre ha sparato al volto

Le sue condizioni erano state considerate da subito gravissime. Il colpevole si è suicidato. L'aggressione a Ischitella: l'uomo voleva sapere dove fosse la madre, che lo aveva lasciato


FOGGIA - È morta poco prima delle 7 Nicolina, la quindicenne di Ischitella (Foggia) ferita gravemente da un colpo di pistola sparatole in faccia dall'ex compagno della madre, il 37enne Antonio Di Paola. L'uomo si è poi suicidato con la stessa arma.

Nicolina è deceduta a causa di un arresto cardiaco nel reparto di terapia intensiva degli Ospedali Riuniti di Foggia, dove era stata trasportata in condizioni disperate. La ragazza era stata raggiunta dall'uomo in via Zuppetta, stradina del centro storico di Ischitella che porta alla fermata degli autobus, frequentata da molti studenti pendolari. L'uomo sapeva di trovarla lì in attesa del bus per Vico del Gargano, dove la vittima frequentava il liceo scientifico.


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Ruba alle Poste: impiegato licenziato dopo la condanna, ma un giudice ordina reintegro e il pagamento degli arretrati

L'addetto dell'ufficio di Vasto aveva sottratto il denaro dalla cassaforte di cui aveva le chiavi. Incastrato dalle intercettazioni e sospeso, venne licenziato solo dopo la sentenza di primo grado, ma ora ha vinto il ricorso: il tribunale del lavoro 'punisce' l'ente perché avrebbe dovuto cacciarlo subito


L'impiegato infedele, condannato e licenziato per aver rubato 15mila euro dalla cassaforte dell'ufficio postale di Vasto, dovrà essere reintegrato con tante scuse: il giudice del Lavoro ha annullato il licenziamento ordinando a Poste Spa di versargli un anno di stipendi arretrati e pagare le spese legali.

E se la sentenza comminata dal giudice del Lavoro del tribunale di Chieti, Ilaria Pozzo, suona paradossale, aspettate di sentire la motivazione: anziché trasferirlo, sospenderlo e attendere prudentemente la fine del processo di primo grado, a norma di legge l'ufficio in cui era impiegato avrebbe dovuto licenziarlo in tronco.


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mercoledì 20 settembre 2017

Catania, violentata dottoressa di turno alla guardia medica

La notte scorsa in un presidio della provincia, l'aggressore è un italiano di 26 anni. Entrato nell'ambulatorio con la scusa di farsi curare, avrebbe dato in escandescenze, danneggiando arredi della stanza, e poi sequestrato e violentato la dottoressa

Un dottoressa di turno alla guardia medica, nel Catanese, è stata aggredita e violentata da un 26enne la notte scorsa. Il giovane, un italiano di 26 anni residente nello stesso paese etneo, è stato arrestato da carabinieri della compagnia di Acireale.

    Secondo una prima ricostruzione, il giovane sarebbe entrato nella guardia medica con la scusa di farsi curare. Sarebbe invece andato in escandescenze, danneggiando arredi della stanza, e poi sequestrato e violentato la dottoressa che era in servizio. Un passante sentendo urla di donna provenire dalla guardia medica ha avvisato i carabinieri che sono subiti intervenuti. La dottoressa, che sarebbe riuscita a fuggire, è stata soccorsa da militari dell'Arma che hanno fatto irruzione nella guardia medica e arrestato l'uomo ancora seminudo e che cercava di fuggire dalla struttura.

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Ginevra, giallo in una filiale Ubs: gabinetti ostruiti da decine di banconote da 500 euro

Il caso nel capoluogo elevetico. I soldi trovati nei wc e nei lavandini. I contanti gettati probabilmente da alcune signore spagnole, ma non sono chiare le motivazioni all'origine del gesto. Una parte trovata anche nei bagni di un ristorante vicino: il proprietario è riuscito a farsi cambiare il denaro alla sede della banca centrale



Di solito, in banca, i soldi si mettono sul conto o, talvolta, si nascondono nelle cassette di sicurezza. Non era mai successo, come è capitato qualche giorno fa a Ginevra, nella filiale Ubs di rue de la Corraterie a Ginevra, ovvero nel centro elegante della città, che qualcuno li gettasse nei gabinetti. Stiamo parlando di decine di migliaia di biglietti da 500 euro, rinvenuti nei wc e nei lavandini dei bagni del cavea dell'istituto di credito. "Banconote fatte letteralmente a pezzettini", come ha confermato l'autorità giudiziaria elvetica al quotidiano Tribune de Genève. Tanto che, fossimo stati a carnevale, potevano passare per coriandoli.

C'è di più. Resti di 500 euro ridotti in quel modo sono stati rinvenuti negli scarichi dei gabinetti di alcuni bar e ristoranti che si trovano nei dintorni della banca. A chi appartiene quel denaro e, soprattutto, perchè se n'è voluto sbarazzare in modo tanto maldestro? È vero, siamo in regime di scambio automatico di informazioni fiscali, il segreto bancario svizzero è caduto e le banche elvetiche, soprattutto i grossi calibri come Ubs e Credit Suisse, non stendono più il tappeto rosso a chi si presenta con valigie piene di soldi.


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Messico, terremoto di magnitudo 7,1. Centinaia le vittime sotto le macerie dei palazzi sgretolati


Il sisma arriva a 12 giorni da quello di 8,2, che ha causato più di 90 morti. Crolli a Città del Messico e Puebla. Il sindaco della capitale: "Incendi nei palazzi, ci sono persone intrappolate". Crolla una scuola nella capitale, muoiono 4 maestre e 22 bambini. Salvati altri quattordici. Due ancora sotto le macerie: una bimba di 6 anni contatta i soccorritori via Whatsapp. Ma ci sarebbero anche altri 30 piccoli dispersi e 8 adulti. L'Usgs americano: il bilancio potrebbe raggiungere i mille morti e un impatto "devastante" per l'economia messicana



LA TERRA terra ancora in Messico e torna la paura. Ad appena 12 giorni dal sisma di magnitudo 8.2 che a inizio mese ha sconvolto il Paese, causando almeno 98 morti, un nuovo terremoto di magnitudo 7,1 della scala Richter è stato registrato a 12 chilometri a sudest di Axochiapan, nello stato di Morelos, circa 160 chilometri dalla capitale messicana.

Ed è ormai certo che le vittime sono moltissime. Nello Stato di Morelos si parla di almeno 42 morti, mentre almeno cinque sono registrati a Puebla. Tra loro due donne sui 30 anni, che hanno perso la vita nel crollo di una parte della facciata di un edificio nel centro storico della città. A quanto si riferisce stavano camminando vicino alla cattedrale. Anche un uomo e una donna sono morti per il crollo di parti di edifici, uno dei quali ospita la Scuola normale dello Stato.


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Terremoto in Messico, oltre 225 le vittime. Crolla scuola, strage di bambini. Si scava ancora tra le macerie

 

 

lunedì 18 settembre 2017

Uragano Maria a due passi dai Caraibi. Potrebbe essere devastante quanto Irma

Da poche ore è entrato nella categoria degli uragani e continuerà ad intensificarsi nei prossimi giorni fino alla categoria 4, transitando sui Caraibi come appena avvenuto per Irma

Dopo il recente passaggio dell'uragano Irma che ha devastato i Caraibi uno nuovo e altrettanto potente è già pronto a ricalcare praticamente la stessa rotta, almeno inizialmente. Al momento è posizionato alle coordinate 14.2N 58.4W, ovvero circa 250km ad E dell'isola di Martinica. Da tempesta tropicale che era fino a domenica ora è già diventato uragano di categoria 1, con venti fino a 140km/h, ma nei prossimi giorni è ormai scontato che continuerà ad intensificarsi tanto da raggiungere la categoria 4 mercoledì.

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