"Troy Davis è stato giustiziato" Inutile l'ultimo tentativo di salvarlo
USA
Il ricorso per ottenere un rinvio presentato in extremis dalla
difesa a poche ore dall'esecuzione è stato rigettato dalla Corte
Suprema. Il detenuto è stato ucciso con un'iniezione letale nel carcere
di Jackson in Georgia
NEW YORK - Dopo una lunga serie di rinvii, sospensioni e ritardi, è
stata infine eseguita la condanna alla pena capitale inflitta a Troy
Davis, 42 anni, divenuto suo malgrado l'ennesimo simbolo, dentro e fuori
l'America, della battaglia contro la pena di morte: in un carcere di
Jackson, in Georgia, gli è stata praticata la prevista iniezione letale.
A nulla sono servite le manifestazioni a suo sostegno in varie città
del mondo e gli appelli di alte personalità per salvargli la vita. Una
campagna che ha visto nelle scorse settimane l'adesione di papa
Benedetto XVI, dell'ex presidente Jimmy Carter, dell'arcivescovo Desmond
Tutu e di molti esponenti politici e personaggi pubblici americani e
internazionali.
Ancora nelle ultime ore anche il New York Times
aveva ammonito che la sua esecuzione sarebbe stata "un terribile
errore". Un portavoce del ministero degli Esteri francese aveva definito
"una colpa irreparabile" l'esecuzione; e il Vaticano aveva di nuovo
espresso la speranza che la vita del condannato potesse "essere
risparmiata". Una manifestazione si è svolta in serata anche davanti
alla Casa Bianca, per ottenere un intervento del presidente. Barack
Obama, tramite un portavoce ha però fatto sapere di non voler
interferire in una questione "che riguarda le procedure uno stato
federato" degli Stati Uniti.
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