Addio alla mobilità dal 1° gennaio. Cosa cambia nel 2017
Scompare dopo 25 anni l'indennità di mobilità
per i lavoratori colpiti da licenziamento collettivo. Ai disoccupati
resta solo l’assegno Naspi
Scatta il 1° gennaio una nuova disposizione della legge Fornero: sparisce la mobilità per i lavoratori colpiti da licenziamento collettivo.
Per la precisione, dopo ben 25 anni viene eliminata l’indennità
spettante ai lavoratori licenziati da imprese industriali con più di 15
dipendenti o commerciali con oltre 50. L’unico assegno di disoccupazione resta la Naspi,
uguale per tutti. La durata della Naspi sarà quasi sempre più breve
rispetto alla mobilità, inoltre l’assegno potrà essere pari fino al 75%
dello stipendio medio degli ultimi 4 anni, assegno che andrà diminuendo
ogni mese.
Solo chi è stato messo in mobilità quest’anno continuerà a percepire il
vecchio assegno, mentre non sarà possibile erogarne di nuovi.
COSA CAMBIA – Dal prossimo anno – spiega la Uil – verranno meno anche gli incentivi alle assunzioni
per coloro che, licenziati quest’anno, continueranno a percepire
l’indennità di mobilità anche nel 2017. Gli sgravi riguardavano le
assunzioni di lavoratori iscritti nelle liste di mobilità indennizzata.
La contribuzione previdenziale a carico dell’azienda
era pari a quella degli apprendisti, per la durata di 18 mesi in caso di
assunzione a tempo indeterminato e 12 mesi in caso di tempo
determinato. A ciò si aggiungeva un contributo mensile, pari al 50%
dell’ indennità non ancora percepita per un periodo di 12 mesi per
persone under 50 anni; 24 mesi per gli over 50; 36 mesi over 50 anni
residenti nel Mezzogiorno e nelle aree ad alto tasso di disoccupazione.
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