L’ultima notte dell’umanità nel paese della Val Pellice che verrebbe risparmiato: non c’è anima viva
E’ mentre percorro i tornanti verso Pradeltorno di Angrogna, unico
posto al mondo con Bugarach nei Pirenei destinato a salvarsi dalla Fine
del Mondo che me lo chiedo.
Se avesse visto giusto il vecchio Thomas Stearns, per gli amici T.S.
Eliot, e la Fine del Mondo arrivasse non con un Bang! ma con un gemito?
No, perché qui non c’è anima viva. Tutt’al più un paio di maiali che
grufolano liberi e beati nei dintorni di una baita, e un gatto che mi
scruta perplesso dal ciglio della strada appena imbiancata di neve.
Da Torino sono partito con largo anticipo, aspettandomi carovane di
apocalittici, armate Brancaleone ansiose di scampare al nuovo Diluvio
Universale o a quello che sarà, membri di sette post-bimillenariste e
nuovi monaci guerrieri alla ricerca del Santo Graal. E invece? Zero. Non
un’anima viva. E dire che il battage su Internet è cresciuto nel corso
del tempo, coi Maya non si scherza eccetera, e poi questa è terra di
eretici, monasteri, esercizi spirituali, persecuzioni, meditazioni.
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