Napolitano parla di "turbamento" del Paese, l'Avvenire di vicenda "sconvolgente". La Marcegaglia: "Serve governo capace". Dalla Lega difesa di Berlusconi sempre più tiepida: "A noi interessa solo il federalismo. Oppure si vota". Il Pd e Casini rompono gli indugi: "Il premier si dimetta". Ghedini: è stato fatto un abuso di legge. Alfano: "Milano non è competente"
ROMA - E' una specie di morsa morale quella che si è stretta oggi attorno a Silvio Berlusconi. Il giorno dopo le rivelazioni con i devastanti particolari 1 contenuti negli atti allegati dalla magistratura di Milano alla richiesta di poter ascoltare il presidente del Consiglio, il premier è incalzato dai pesanti richiami che arrivano da Quirinale e Vaticano. Da un lato l'autorità laica del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che in una nota ufficiale spiega di essere "ben consapevole del turbamento dell'opinione pubblica dinanzi alla contestazione, da parte della Procura della Repubblica di Milano al presidente del Consiglio, di gravi ipotesi di reato, e dinanzi alla divulgazione di numerosi elementi riferiti ai relativi atti d'indagine". Dall'altro l'autorità religiosa della Santa Sede che in un commento affidato all'Avvenire, il quotidiano dei vescovi, sottolinea come "anche solo l'idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora, di prostituzione minorile ferisce e sconvolge". E anche la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia avverte: "Non sta a me dirlo ma bisogna prendere rapidamente delle decisioni perché il Paese ha bisogno di un governo capace di governare".
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