Ci sono bandi che vengono vinti con la nefasta logica del massimo ribasso, anche per questo la qualità rischia di scendere, e l’utente si arrabbia. Eppure, da metafora della precarietà i call center o contact center, in particolare in outsourcing, sono cambiati. Vi lavorano 80mila operatori e le aziende sviluppano 1,3 miliardi di fatturato. Per molte persone i call center rappresentano l’unica spiaggia del lavoro regolare. Come per Donato Russo, per esempio, siciliano di Agrigento, che per trovare lavoro si è spostato a Catania: “Ho iniziato a fare molti lavoretti – racconta - nel campo dell’informatica. Poi sono entrato con contratti interinali in alcuni call center. In Almaviva Contact ho iniziato a lavorare come interinale nel 2009 e dopo un paio di anni sono stato assunto con contratto part time a tempo indeterminato”. Donato mentre lavorava è riuscito anche a laurearsi in informatica nel novembre 2012. Vive in affitto con la sua compagna e non ha figli. Gli stipendi di un part timer vanno da 600 fino a un massimo di mille euro se ci sono straordinari, notturni o festivi. “Ho iniziato con qualche scetticismo – conclude Donato - ma ora mi trovo bene, anche se il mio sogno, oltre ad avere un’attività in proprio, è anche quello di crescere e poter fare carriera all’interno dell’azienda”.
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