Se le indagini dovessero portare a un presunto complice il suo Dna potrebbe essere confrontato con quello dei peli
Emergono particolari dalle analisi sui peli trovati sul corpo di Yara Gambirasio, uccisa nel novembre del 2010. Come riporta il corriere.it, tra le 200 tracce pilifere trovate su Yara, due appartengono a una stessa persona. Non si sa di chi siano, non è nemmeno possibile dire se sono di un uomo o di una donna. Si sa solo che sono peli umani e - come era già trapelato nei mesi scorsi - non sono di Massimo Bossetti, l'unico indagato per la morte della tredicenne. Le due tracce sono poca cosa per ipotizzare l’ombra di un complice, perché potrebbero essere state trasportate dal vento.Una casualità, dunque. Diverso sarebbe invece se fossero molte di più, perché indicherebbero una presenza significativa sulla vittima. Se non per il presente, l’esito dell’analisi dei consulenti del pm Letizia Ruggeri, Carlo Previderè e la sua collaboratrice Pierangela Grignani dei laboratori di Medicina Legale e Scienze Forensi dell’Università di Pavia, può essere utile per il futuro. Se le indagini dovessero portare a un presunto complice (per ora nessuna evidenza lo fa ipotizzare), il suo Dna potrebbe essere confrontato con quello dei peli. Intanto per il settimanale il "Giallo" "Massimo Bossetti potrebbe essere incastrato da una frase che lui stesso ha immesso nel motore di ricerca del suo computer portatile”.
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Una testimone: "Bossetti faceva il cascamorto"