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venerdì 30 novembre 2018

Vitalizi e pensioni d’oro: trappole in cui non dobbiamo cadere.

E’ del tutto comprensibile la tentazione di molti di approvare la norma contro i vitalizi dei parlamentari. Sappiamo tutti che, sul piano economico, la manovra (con i pretesi 40 milioni di risparmio) è semplicemente ininfluente, ma il vero effetto è quello di punire la classe politica strappandole un privilegio deciso in altri tempi.

Quei vitalizi stabilivano un trattamento ingiustamente preferenziale verso i politici (le cui indennità non erano tassabili ma erano pensionabili!), poi le cose sono cambiate un po’ alla volta, ma molti degli attuali vitalizi nacquero sotto la stella del privilegio di casta. Questo è vero, come è vero che la classe politica merita d’essere bastonata per il mono indecente con cui ha gestito la cosa pubblica.
Sin qui ci siamo e questo spiega la simpatia che la misura riscuote presso il grande pubblico, così come la riscuote anche l’altra manovre in preparazione: quella sulle pensioni d’oro cioè da 5.000 euro in su. Ma si tratta di due polpette avvelenate che dobbiamo rimandare indietro.
Partiamo dall’inizio. Sono ormai diversi anni che alcuni economisti, ovviamente di fede neo liberista, sostengono che, per riequilibrare i bilanci dello Stato occorra fare tagli in particolare alla spesa pensionistica e che, per fare ciò, non basti ridurre la retribuzione di chi andrà in pensione, ma occorra ridurre l’importo di chi è già in pensione. In particolare, c’è chi sostiene che si debba ricalcolare sulla base del metodo contributivo le pensioni di quelli che hanno una pensione calcolata sulla base del vecchio sistema retributivo. In soldoni: ridurre le pensioni di un buon 15% (altro che superare la Fornero!).
Ma, sulla strada di questo simpatico progettino c’è un fastidioso principio giuridico che si chiama “diritti acquisiti” (lo stesso contro cui andò a schiantarsi Renzi con la sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2015, relatrice Silvana Sciarra).
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Vitalizi, ricorsi di massa: presentati 1.176. Fico: «La delibera è salda»


Tassa sui money transfer: modesti introiti e danni ai migranti regolari

Se pensate che l’emendamento al dl fiscale sui money transfert non vi riguardi voltatevi. Perchè magari dietro di voi c'è la vostra colf, alla quale invece interessano molto i soldi che riesce a mandare a casa. Ora un emendamento targato Lega prevede un prelievo del 1,5% sui trasferimenti verso i Paesi extra Ue. La tassa sul money transfer, già ribattezzata la tassa sui migranti regolari, sta già facendo discutere. Da più parti sono state sollevate critiche perchè colpirebbe operai, colf, badanti, lavoratori regolari che non fanno altro che risparmiare per mandare a casa qualche soldo alle famiglie, la cui sopravvivenza spesso dipende proprio da queste rimesse. Un fiume di denaro che parte dall’Italia già tassato con una commissione del 6,2 per cento. Attualmente i migranti pagano già 335 milioni di euro l'anno in commissioni sui trasferimenti.

La comunità che trasferisce di più soldi a casa è quella del Bangladesh, con 8 milioni di euro inviati in patria nel 2017. Seguono i Filippini, con quasi 5 milioni e i Senegalesi con 4,6 milioni. A seguire cittadini originari dell’India, Sri Lanka e Marocco. Quanto incasserà l'Italia con questa tassa? La fondazione Moressa ha fatto due calcoli: considerato che nel 2017 le rimesse complessive dal nostro Paese sono state di 5 miliardi, e di queste l'80% è destinato a Paesi extra europei, l’incasso per il nostro Paese non sarebbe neppure così alto, si calcolano di 62 milioni di euro. 

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giovedì 29 novembre 2018

L'azienda Di Maio? È della madre. Che per legge non potrebbe ricoprire incarichi privati

Il padre del ministro al centro delle polemiche per le denunce di lavoro nero non era titolare di alcuna azienda. Lo confermano i documenti ufficiali consultati da L'Espresso. All'epoca delle presunte irregolarità la ditta di famiglia era intestata alla mamma del vicepremier, Paolina Esposito. Che in quanto insegnante e dipendente pubblica, per legge non può ricoprire incarichi aziendali




Luigi Di Maio e la madre Paolina Esposito
Il padre di Di Maio avrebbe fatto lavorare in nero degli operai. Non è vero. A voler essere precisi, è la madre di Di Maio ad averlo fatto. Il fatto sarebbe ancora più grave perché la donna, che è preside in una scuola pubblica napoletana e quindi incarna il ruolo di pubblico ufficiale, oltre ad aver violato la legge facendo lavorare in nero delle persone, avrebbe omesso una delle regole fondamentali del dipendente pubblico, cioè l'esclusività. Perché, salvo una deroga speciale, «i dipendenti della pubblica amministrazione non possono svolgere alcuna professione o assumere impieghi alle dipendenze di privati o accettare cariche in società costituite a fine di lucro», dice l'articolo 58 del Decreto legislativo 29 del 1993.

Ma andiamo con ordine e ricostruiamo la complicata storia della Di Maio Industry. Tutto è partito da un'inchiesta delle Iene, che hanno intervistato un uomo, Salvatore Pizzo, che ha dichiarato di aver lavorato in nero per l'azienda edile del padre del ministro, che si chiama Ardima.

Il padre dell'attuale ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, si chiama Antonio Di Maio, classe 1950, nato e cresciuto a Pomigliano d'Arco, che non possiede alcuna azienda. Proprio così. Dalla visura camerale effettuata da l'Espresso si scopre che Di Maio padre non ha azioni o quote di società. In passato è stato titolare firmatario della Di Maio Antonio, una ditta individuale di Pomigliano, specializzata nella realizzazione di tetti, che è stata cancellata nel 1995. Ed è stato, a partire dal 1997, sindaco supplente del Consorzio Regionale di Edilizia Artigiana, che realizzava edifici residenziali, finito in liquidazione. Inoltre ha un conto in sospeso con Equitalia, a cui dovrebbe versare 176 mila euro. La titolare dell'attività di famiglia e di alcuni terreni a Pomigliano d'Arco è invece Paolina Esposito. Ovvero la madre di Luigi Di Maio, che nel 2006 ha fondato l'impresa individuale Ardima Costruzioni diventandone titolare firmatario, tanto che nelle carte camerali viene qualificata come piccola imprenditrice, Il 30 dicembre 2013 dona la proprietà dell'azienda ai figli Luigi e Rosalba.


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Sequestrate aree nella proprietà del padre di Di Maio


FREDDO artico in arrivo: TEMPERATURE in crollo da Nord a Sud. Dettagli principali città


Prepariamo capotti, sciarpe e capelli perché dal fine settimana l'inverno salirà in cattedra, proponendoci la prima vera irruzione artica della stagione sulla nostra Penisola.
Colpa di una gelida "colata " artica che tra sabato e domenica scenderà verso l'Italia e i Balcani con masse d'aria sino a -35/-37°C a 5000m circa, -18/-20°C a 3000m e -12/-15°C a 1500m, colpendo in particolar modo su Alpi estere, Balcani, Adriatiche, parte del Meridione e interne tirreniche.


 Assisteremo così ad un tracollo termico localmente anche superiore ai 15°C rispetto ai giorni scorsi.


Ma vediamo nel dettaglio da Nord a Sud quanto si perderà tra oggi e i primi giorni della prossima settimana:NORDAosta: dai 0/1°C ai -8/2°CTorino: dai -1/6°C ai -3/4°CMilano: dai 1/6°C ai -2/5°CBologna: dai 1/6°C ai -4/4°CUdine: dai -1/6°C ai -5/3°CVerona: dai 0/5°C ai -3/4°CTrento: dai -4/3°C ai -12/2°CIn montagna:Cervinia: dai -10/-7°C ai -19/-5°CSestriere: dai -8/-5°C ai -17/-7°CLivigno: dai -15/-4°C ai -22/-6°CCanazei: dai -10/-3 ai -18/-7°CArabba: dai -8/-4°C ai -16/-8°CTarvisio: dai -8/-1°C ai -18/-6°C


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WEEK-END: tutte le ULTIMISSIME



Brexit, l'allarme della Banca d'Inghilterra: "Rischiamo la peggiore crisi dal 1945"

E il governo della premier May ammette: "Qualunque piano ci farà stare peggio"

LONDRA - "Potrebbe aspettarci la peggiore crisi dopo la Seconda Guerra mondiale". Lo psicodramma della Brexit oggi ha raggiunto un'altra, paurosa vetta in Regno Unito e ha segnato un'umiliazione con pochi precedenti per tutti i predicatori dell'uscita dall'Europa. La Banca d'Inghilterra ha infatti pubblicato le stime sulle conseguenze della Brexit in caso di "no deal", cioè "nessun accordo", scenario che potrebbe verificarsi qualora il Parlamento britannico bocciasse il piano che May ha raggiunto faticosamente con l'Europa per trascinare Londra fuori dall'Ue. Le cifre sono apocalittiche.
 
In caso di "no deal", nella peggiore delle ipotesi, l'economia britannica si contrarrà immediatamente dell'8 per cento soltanto nel 2019, secondo la Banca d'Inghilterra, e Londra perderà 10,5 punti di Pil in cinque anni. Una voragine enorme, se pensiamo che durante la devastante crisi del 2008 il Pil britannico scese "soltanto" di 6,25 punti. Non solo: la sterlina potrebbe crollare del 25 per cento (sbriciolando il suo valore già oggi ai minimi), il prezzo delle case capitolerebbe di un altro 30 per cento, mentre la disoccupazione raddoppierà. 


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"Chi stamperà le tessere del reddito di cittadinanza?": Castelli impreparata, lo sconcerto di Sallusti

"Il governo ha annunciato che sono in stampa le tessere elettroniche per erogare il reddito di cittadinanza: intanto sono 5 o 6 milioni? E chi le sta stampando?. Queste due "semplici domande" di Lilli Gruber alla sottosegretaria al ministero dell'Economia e delle Finanze, Laura Castelli, hanno fatto vacillare la giovane deputata grillina. "La platea dovrebbe essere di 5 milioni e mezzo circa" risponde Castelli, che incalzata dalla conduttrice di Otto e Mezzo e da Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, cerca di eludere la domanda. "Tipografia segreta", chiosa il giornalista Luca Telese in studio.

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Gli operai di Antonio Di Maio: «Compilava buste paga con cifre non vere»

Le testimonianze dei lavoratori. Metteva un compenso inferiore a quello elargito e il resto lo pagava «in nero». Lui: il resto lo davo in contanti

Antonio Di Maio compilava buste paga per i suoi dipendenti con cifre diverse da quelle reali. Metteva un compenso inferiore a quello elargito e il resto lo pagava «in nero». Lo hanno raccontato gli operai che lavoravano per la Ardima Costruzioni al giudice civile cui si era rivolto l’operaio specializzato Domenico Sposito. E lui stesso non ha negato di aver effettuato «versamenti in contanti». I verbali dei testimoni e i documenti contabili acquisiti nel corso della vertenza ricostruiscono la gestione dell’azienda di famiglia di Luigi Di Maio, ministro del Lavoro e vicepremier. La società era intestata alla madre Paolina Esposito, ma era il padre il vero proprietario. E nel 2014 i genitori decidono di donarne le quote ai figli: il 50 per cento ciascuno a Luigi e Rosalba facendole confluire nella Ardima srl di cui è amministratore il terzo fratello, Giuseppe. E questa mattina sarà proprio Antonio a dover effettuare un sopralluogo con i vigili urbani sul terreno di Marignanella dove aveva sede legale l’azienda per la verifica di alcuni edifici abusivi. Su quei terreni ci sono alcuni ruderi, ma anche un campo di calcio.

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General Motors taglia 14 mila posti, dipendenti in lacrime. Trump minaccia dazi su auto straniere

Dopo la presentazione del piano della General Motors di chiudere cinque fabbriche , il presidente Usa in due tweet ha spiegato che è in corso la valutazione di aumentare le tariffe per auto provenienti dall'estero per aiutare il settore

Il presidente americano, Donald Trump, torna a minacciare di imporre nuove tariffe sulle auto prodotte all'estero, anche in risposta al piano della General Motors di chiudere cinque fabbriche e licenziare 15 mila lavoratori. In due tweet, il capo della Casa Bianca ha spiegato che è in corso la valutazione di estendere le tariffe in vigore sulle importazioni di piccoli mezzi commerciali aiuterebbe il settore.

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Istat, 15 mila nascite in meno nel 2017 In calo anche i primogeniti: -25%

La fase di calo della natalità innescata dalla crisi avviatasi nel 2008 sembra aver assunto caratteristiche strutturali. Per la prima volta sono in calo anche i primogeniti, scesi a quota 214.267 (-25%).

È un’emorragia continua, quella delle nascite, che quest’anno aggiunge un nuovo record: i nati nel 2017 sono stati 458.151 in discesa del 21% rispetto al 2016, oltre 15 mila in meno. Lo ha comunicato oggi l’Istat nel report sulla «Natalità e fecondità della popolazione residente» nel 2017, aggiungendo che nell’arco di 3 anni (dal 2014 al 2017) le nascite sono diminuite di circa 45 mila unità mentre sono quasi 120 mila in meno rispetto al 2008. La fase di calo della natalità innescata dalla crisi avviatasi nel 2008 sembra quindi aver assunto caratteristiche strutturali. E per la prima volta sono in calo anche i primi figli, scesi a quota 214.267 (-25%). «Il quadro è grave ma non irreversibile - ha spiegato il direttore delle Statistiche sociali e del Censimento Istat, Vittoria Buratta - dal momento che è dimostrato che in presenza di politiche di sostegno alla natalità e servizi per le famiglie, il trend si può invertire».
Eppure proprio su questo tema, le notizie non sono buone. Almeno per quanto riguarda l’Italia che è, com’è noto, uno dei Paesi che spende meno in Europa per le politiche familiari. I fondi per sostenere le politiche per la famiglia sono spesso pochi. Ma succede anche che, quando ci sono, non vengono neanche riscossi dalle Regioni. È il caso della Basilicata ma anche (per qualche tempo) di Campania e Lazio che hanno lasciato al governo più di due milioni e mezzo di euro disponibili per queste finalità senza mai riscuoterli.
In calo, nel 2017, anche i nati da coppie con almeno un genitore straniero (-8mila) con mille neonati in meno solo nell’ultimo anno, a quota sotto i 100mila. 

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mercoledì 28 novembre 2018

Sampdoria, il presidente Ferrero nei guai: la guardia di finanza gli sequestra i beni

Provvedimento anche nei confronti del club blucerchiato


GENOVA - La Guardia di Finanza sta eseguendo un decreto di sequestro nei confronti del presidente della Sampdoria Massimo Ferrero. Secondo quanto si apprende, il patron dei doriani è coinvolto in una indagine del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria che riguarda anche altre persone.
I reati ipotizzati, a vario titolo, sono appropriazione indebita, truffa, emissione e utilizzo di fatture false, autoriciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
Sono 6 le persone indagate nell'ambito dell'indagine della Guardia di Finanza che ha portato al sequestro di beni nei confronti di Massimo Ferrero. Il sequestro, messo dal Gip del Tribunale di Roma, ha riguardato beni e disponibilità finanziarie per 2,6 milioni di euro.

Benzina, "Lega boccia riduzione delle accise"

La riduzione delle accise sulla benzina? "Bocciata" in Commissione Bilancio alla Camera. Questo quanto afferma, puntando il dito contro la Lega, il deputato Pd Luigi Marattin, che ha twittato in diretta il voto alla proposta della collega di partito e di Aula Alessia Rotta "per realizzare le proposte di Lega e M5S: ridurre le accise sulla benzina e drastico taglio di auto blu. Come avevano promesso".
Proposta, almeno stando a quanto spiega Marattin in una serie di tweet, che sarebbe stata respinta al mittente: "La relatrice leghista (la deputata Silvana Comaroli, ndr.) si dice contraria - scrive infatti il deputato dem - alla riduzione delle accise sulla benzina perché 'ci sono 5 anni di tempo' per mantenere le promesse. Ma Matteo Salvini aveva promesso che lo avrebbe fatto nel primo consiglio dei ministri", fa notare ancora, per poi confermare la bocciatura della proposta in un tweet successivo. "Bocciata riduzione di accise su benzina (promessa Lega) e riduzione auto blu (promessa M5S). Ma allora - si chiede Marattin - cosa l'hanno detto a fare in campagna elettorale? Solo per prendere voti?".

L'intenzione di "eliminare le componenti anacronistiche delle accise sulla benzina" è presente al punto 11 ('Fisco: Flat Tax e Semplificazione') del Contratto di Governo

martedì 27 novembre 2018

Nel 2017 il padre di Di Maio ha dichiarato un reddito imponibile di 88 euro

Dopo che la trasmissione Le Iene ha acceso i fari su Antonio Di Maio, padre del capo politico del Movimento 5 Stelle, mettendo in evidenza che, quando gestiva l’impresa edile di famiglia (la Srl Ardima) - tra il 2009 e il 2010 - c’erano persone che prestavano lavoro senza un contratto, l’attenzione si sposta sui redditi dei parenti stretti del vicepremier pentastellato: oltre al padre, la madre Paolina Esposito, il fratello Giuseppe e la sorella Rosalba.
Il padre di Di Maio dichiara un imponibile di 88 euro
Le informazioni più aggiornate possono essere consultate sul sito di palazzo Chigi, nella sezione “amministrazione trasparente”. Il modello Persone fisiche 2018 (redditi 2017) di Antonio Di Maio segnala un imponibile di 88 euro appena. Un valore contenuto, specie se si considera che lo stesso Antonio è comproprietario di quattro fabbricati e nove terreni. La moglie dichiara invece intorno ai 52.403 euro; la sorella di Di Maio sta sui sette mila. Mentre il fratello Giuseppe non ha percepito redditi nel 2007.
Il vicepremier socio al 50% di Srl Ardima, l’altra metà è della sorella

Indonesia: sisma e tsunami, 2.101 morti

4.438 feriti gravi, 1.373 dispersi. Msf avvia ritiro volontari

Medici Senza Frontiere (MSF) sta per concludere il proprio intervento di emergenza nella provincia di Sulawesi Centrale, in Indonesia, a seguito della serie di terremoti e allo tsunami che lo scorso 28 settembre hanno seminato morte e distruzione. Al 30 ottobre - riferisce l'organizzazione -, sono 2.101 i morti accertati, le persone gravemente ferite 4.438, 1.373 i dispersi, secondo i dati dell'Agenzia Nazionale di Gestione dei Disastri indonesiana (BNPB). Le operazioni di ricerca e salvataggio sono state interrotte il 12 ottobre. In considerazione della fine delle operazioni, Medici senza frontiere ha avviato un graduale ritiro dei propri volontari, dopo avere effettuato mille visite mediche con una media di 16 pazienti al giorno. 

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Un’altra voragine a Genova: cede via Cesare Battisti in Albaro

Brutte notizie per l'Aurelia a Voltri: un mese di chiusura per lavori

Dopo la voragine sul’Aurelia tra Voltri e Arenzanoun’altra strada è sprofondata a Genova. Stavolta l’asfalto è collassato in via Cesare Battisti, nella parte più occidentale di Albaro, vicino al liceo Pertini. Il traffico è stato interdetto, con restrizioni a partire da via Trieste, e la linea 36 dell’Amt è stata limitata a via Nizza. Sul posto i geometri del Comune per valutare la sicurezza dell’area.
Intanto il danno in via Rubens, nel tratto di Aurelia all’altezza di Crevari, sembra più grave del previsto. Il Comune prevede circa un mese di lavori prima di poter riaprire la strada. A farne le spese sono soprattutto i residenti di Arenzano, che ancora una volta – dopo la rovinosa frana vicino alla galleria Pizzo nel 2016 – sono collegati solo tramite l’autostrada o la ferrovia. Il presidente del Municipio Ponente, Claudio Chiarotti, ha parlato di allarmi inascoltati per mesi. Nella stessa zona, infatti, si erano verificati altri cedimenti che avevano portato all’istituzione di un senso unico alternato.

Milano, Non una di meno contro la mozione anti-aborto. Protesta in consiglio comunale: “No al Medioevo”

Protesta silenziosa e pacifica in Consiglio comunale a Milano di alcune esponenti di ‘Non una di meno‘ il movimento femminista che lotta per i diritti delle donne. Cinque attiviste si sono alzate in piedi, nella zona riservata al pubblico, mentre iniziava in aula la discussione sulla mozione anti legge 194, presentata dal consigliere di Forza Italia, Luigi Amicone. Le donne erano vestite con un mantello rosso e un copricapo bianco come le protagoniste di una nota serie tv, le ancelle di Handmaid’s Tale, il cui corpo viene sfruttato esclusivamente per avere figli. In mano avevano cartelli con la scritta ‘70% medici obiettori – 40% obiettori di struttura’. Dopo alcuni minuti di trambusto alcuni consiglieri comunali della maggioranza, insieme alla Polizia locale presente in aula, hanno convinto le ragazze a sedersi in modo che potesse riprendere la discussione in aula. Ma a quel punto, visto il clima, il centrodestra ha deciso di posticipare la discussione alla prossima settimana. 

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Pernigotti, Sperlari in campo per il salvataggio

I lavoratori che da giorni protestano contro la chiusura dell’impanato della Pernigotti a Novi Ligure attendono con fiducia di lunedì tra proprietari turchi e il Premier Conte. Intanto per il salvataggio del gruppo si sarebbe fatta avanti un’altra azienda storica del settore, la Sperlari, che sarebbe pronta a rilevare marchio e fabbrica.


Mentre si attende con fiducia al fondamentale incontro di lunedì tra il premier Giuseppe Conte e la proprietà turca della Pernigotti, per la storica azienda dolciaria prossima alla chiusura  potrebbe esserci una grossa novità. Nelle ultime ore infatti per salvare l'impianto produttivo si sarebbe fatta avanti un'altra azienda storica del settore, la Sperlari, che dal 2017 fa parte del gruppo tedesco Katjes International. Scondo quanto anticipato oggi dal Corriere della Sera, il gruppo dolciario Cremonese infatti avrebbe avanzato interesse nell'acquisizione di Pernigotti facendo arrivare sulla scrivania della turca Toksöz Group, attuale proprietaria della Pernigotti, un'offerta per rilevare sia il marchio dei celebri gianduiotti sia l'intero stabilimento di Novi Ligure a rischio chiusura.

L'operazione sarebbe condotta direttamente dalla Sperlari in Italia che, sempre secondo indiscrezioni avrebbe promesso di voler mantenere anche  gli attuali livelli occupazionali di Pernigotti, vale a dire circa duecento persone. "Non ho comunicazioni ufficiali, ma mi auguro si tratti di notizie vere: sia quella sull’incontro tra il premier Conte e i fratelli Toksoz, sia l’interesse della Sperlari, l’ennesimo nome uscito in queste difficili settimane, ad acquisire marchio e stabilimento Pernigotti" ha commentato il sindaco di Novi, Rocchino Muliere. Dalla Pernigotti hanno confermato sia l’incontro della proprietà turca con il premier sia la trattativa con la Sperlari ma al momento il negoziato sarebbe solo all'inizio.

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lunedì 26 novembre 2018

Sprofonda asfalto, Aurelia chiusa tra Voltri e Arenzano

Genova – Aurelia chiusa, tra Voltri e Arenzano, a causa del cedimento di parte del manto stradale.
La voragine si è aperta nell’asfalto verso le 14, all’altezza del civico 18 di via Rubens.
La strada è stata immediatamente chiusa in entrambi i sensi di marcia. Sul posto, Polizia Locale e Guardia Costiera.
«Si prevede purtroppo che la strada debba rimanere chiusa per 10-15 giorni - spiega il presidente del Municipio Ponente Claudio Chiarotti al Secolo XIX - ad eccezione di un piccolo corridoio solo per i pedoni. Gli accertamenti per fortuna hanno escluso che si possa creare una situazione di pericolo per le case vicine, ma ribadisco che come municipio avevamo già segnalato più volte lo stato di questa strada: prevenire, per me, è meglio che curare. Purtroppo è l’ennesima “ferita” per il ponente, dobbiamo già fronteggiare i danni del maltempo delle scorse settimane come la distruzione del lungomare di Voltri, e tanto altro».
Incidente sull’A26 e traffico in tilt 
Il ponente viene tagliato ancora una volta in due
, anche perché nel frattempo, in autostrada, si sono create code e rallentamenti un incidente che si è verificato sull’A26 all’interno della galleria Manfreida. Un tir che trasportava resina si è infatti ribaltato, occupando l’intera carreggiata e perdendo al suolo parte del gasolio che si è riversato sull’asfalto.
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Maltempo, voragine sulla Pontina: auto sprofonda, un disperso. Tromba d’aria a Crotone

In arrivo altre tre perturbazioni sulla zona centro-meridionale della penisola


Walter Donà, imprenditore edile di 68 anni, è disperso da questa mattina quando è stato inghiottito da una voragine che si è aperta sulla Pontina, a San Vito di San Felice Circeo in provincia di Latina. Donà stava viaggiando sulla sua auto. Accanto a lui un amico di 64 anni, sottufficiale in pensione, che si è salvato riuscendo a scalare la scarpata di circa 8 metri nella quale erano precipitati. È stato ricoverato all’ospedale di Terracina e ora è stato dimesso, anche se si trova a casa in stato di choc. I vigili del fuoco e dei sommozzatori stanno proseguendo le ricerche per trovare Donà nel fiume di acqua e fango che ha occupato ciò che resta della strada.  

Nel tratto dove si è aperta la voragine transitava anche l’auto di una ragazza di Terracina di 25 anni che si è salvata miracolosamente perché la strada è franata dopo il suo passaggio.  

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Maltempo Capo di Leuca: la tromba d'aria entra nel ristorante (video)


sabato 24 novembre 2018

Femminicidio, perché le donne continuano a morire: “Dati falsati, si sottovaluta la violenza degli uomini”

Alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne, associazioni ed esperte contestano le rilevazioni diffuse dalla polizia secondo cui ci sono stati solo 32 i casi dall'inizio dell'anno. Anzi, denunciano, nonostante le campagne di sensibilizzazione e l’attenzione dei media al tema il numero supera i 120 ogni anno: “La violenza basata sul genere è di gran lunga la prima causa di morte violenta per le donne. Calano le segnalazioni alle forze dell'ordine, ma non i reati”. Il governo vuole introdurre un codice rosso? "Le leggi ci sono già, il problema è la loro attuazione"



Stupite, critiche, indignate: le esperte di violenza sulle donne – statistiche, avvocate, sociologhe, persone che lavorano sia sul campo o che sulla violenza fanno ricerca da anni – non riescono a capacitarsi che la Polizia di Stato abbia diffuso, in vista della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un rapporto, Questo non è amore, in cui il numero dei femminicidi relativi al 2018 risulta di sole 32 donne morte, perché la gran parte dei 94 omicidi non sono considerati tali. A contestare la cifra è, anzitutto, chi i femminicidi li conta da oltre tredici anni, cioè laCasa delle donne per non subire violenza di Bologna, unica banca dati italiana, visto che nel nostro Paese non esiste ancora un Osservatorio nazionale sulla violenza sulle donne. “Da oltre tredici anni noi raccogliamo i dati dei femminicidi, e lo facciamo basandoci solo sulla cronaca, il che significa che anche i nostri sono ampiamente sottostimati”, spiega Anna Pramstrahler. “Al contrario di quanto sostiene la Polizia, purtroppo, il dato è abbastanza fermo, negli ultimi anni siamo sempre su circa 120 donne uccise all’anno. Da gennaio ci risultano 82 donne uccise, 50 in più del dato del Ministero. Il fatto è che quando analizzi gli omicidi devi sapere esattamente cos’è un femminicidio. Noi utilizziamo la definizione delle Nazioni Unite”.

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Violenza sulle donne, 6 casi in un giorno. A Firenze 30enne strangola la fidanzata in ostello e confessa alla reception


Francia, scontri e lacrimogeni in centro a Parigi. Il governo: “Le Pen incita i gilet gialli ai disordini”

I "giubbotti gialli" protestano contro l'aumento delle tasse sul carburante e chiedono di voler incontrare il presidente francese Macron. Il ministro dell’Interno Castaner ha apertamente accusato la leader dell'ultradestra, Marine Le Pen, di aver "incitato ai disordini", sottolineando la presenza di un centinaio di "sediziosi di estrema destra". La leader del RN: "Condanno le violenze ma la smettano di utilizzarle contro il movimento". Melenchon: "Mobilitazione del popolo"


È guerriglia urbana nel centro di Parigi. Cinquemila “gilet gialli“, secondo le stime del ministero dell’Interno, hanno invaso gli Champs-Élysées nonostante il divieto di assembramento e si sono scontrati con la polizia in assetto antisommossa, che ha risposto a colpi di manganelli e lanciando gas lacrimogeni. Il centro della capitale francese è in pieno caos, la polizia sta facendo uso anche di granate assordanti per tentare di disperdere i manifestanti che hanno innalzato barricate.

Il ministro dell’Interno francese Christophe Castaner – secondo il quale a scendere in piazza oggi sono 81mila persone in tutto il Paese, 8mila nella capitale e 5mila sugli Champs-Élysées – ha apertamente accusato la leader dell’ultradestra, Marine Le Pen, di aver “incitato ai disordini” esortando i gilet gialli ad andare sugli Champs-Élysées, dove erano presenti dei “sediziosi di estrema destra“. La leader del RN ha risposto immediatamente: “Condanno le violenze ma la smettano di utilizzarle contro il movimento”.”Questa è la mobilitazione del popolo, anche se il governo vuol far credere che si tratta di gente di estrema destra e che sono poco numerosi”, ha commentato il leader dell’estrema sinistra radicale di France InsoumiseJean-Luc Melenchon. “Non sono né di estrema destra, né poco numerosi”, ha aggiunto. 

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venerdì 23 novembre 2018

“Ciclabile intorno a un buco: una idiozia ma prendiamoci il milione”

Così il sindaco di Alessandria Cuttica di Revigliasco in merito al progetto di compensazione per il Terzo Valico, approvato in tutta fretta dal consiglio comunale convocato d'urgenza.

ALESSANDRIA – Convocato d’urgenza appena 24 ore prima, il Consiglio Comunale di Alessandria ha detto sì all’arrivo di un milione di euro destinato all’opera compensativa per il Terzo Valico. Ideato durante la precedente amministrazione, il progetto si riferisce al cosiddetto “Parco delle confluenze”, un collegamento ciclabile lungo il fiume, dalla Cittadella al quartiere Europa, all’ex zona Riverside, che il sindaco Cuttica ha liquidato, con parole eloquenti: “Stiamo parlando di una eccezionale idiozia, una ciclabile che passa attorno al deposito di Cascina Clara e Buona, dove sarà depositato lo smarino. Ma in questo caso dovevamo decidere in fretta se prendere o no subito questo milione di euro. Voglio essere realista, come sempre. Stiamo parlando di un progetto fantasma, che noi non abbiamo ma il Cipe sì. Chi lo ha fatto? Mistero della fede. Qui nessuno conosce nulla: non esistono atti. Noi comunque giocheremo le nostre carte per realizzare il miglior lavoro possibile”.
Tutto è iniziato da una mail arrivata martedì a Palazzo Rosso dal Commissario dimissionario del Terzo Valico, Iolanda Romano, che sollecitava il Consiglio Comunale ad approvare il progetto entro questo venerdì. L’aula ha detto sì, anche coi voti di Pd e Lista Rossa, oggi opposizioni ma ieri maggioranza. Di contro il sì del centrodestra, sindaco in primis, è figlio di una precisa volontà di mettere al sicuro il milione di euro in arrivo.
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