Possedere un'arma non è di per sé un diritto, essere protetti dalle forze dell'ordine, invece, lo è
di ROBERTO SAVIANOCiò che è accaduto a Monte San Savino, in provincia di Arezzo, è drammatico: nel corso di una rapina muore un uomo, un ragazzo di ventinove anni, Vitalie Tonjoc, ucciso da un piccolo imprenditore che, per difendere la propria attività, che poi coincide con la propria vita, da quattro anni dormiva nell'officina dove si trovano biciclette in fibra di carbonio e treni di gomme, che a rubarli ci si ricavano migliaia di euro e che a perderli si rischia di fallire.
La notte della rapina finita in tragedia, il giovane moldavo ha perso la vita e chi lo ha ucciso, nonostante abbia salvaguardato i propri beni, ha perso moltissimo. A Monte San Savino si è consumata una tragedia: la morte violenta non può essere archiviata come prassi di autodifesa e chiunque uccida un uomo muore insieme alla propria vittima.
La vicenda di Pacini, dell'ultimo furto, dell'uccisione del ladro, dei post di Salvini è nota, e naturalmente ciascuno ha la sua opinione al riguardo. Salvini dopo conia l'hashtag #iostoconfredy: verrebbe da dirgli, facile ora stare con Fredy, ma prima che la sua vita drammaticamente cambiasse (in peggio) dove erano le istituzioni?La sensazione del pericolo, l'essere effettivamente in pericolo - perché di fronte a un uomo che sostiene di aver subito 38 tentativi di furti, le statistiche sul calo dei reati predatori non si possono tirare fuori - e il reagire al pericolo sono tre fasi distinte di cui dovremmo occuparci con molta cautela e sulle quali non si dovrebbero giocare vili partite politiche.
La vita di Fredy Pacini ora è peggiorata e non, come qualcuno banalmente ritiene e riferisce, perché un tribunale dovrà accertare come i fatti si siano svolti durante la rapina e nel momento in cui la sua Glock ha esploso i cinque colpi, di cui due hanno colpito Vitalie Tonjoc. E nessuna modifica all'attuale legge sulla legittima difesa potrà eliminare questo passaggio: chiunque spari, sappia che ci sarà sempre un processo - non fidatevi degli imbonitori al governo - nell'ambito del quale sarà, come tutti, considerato innocente fino a prova contraria. La vita di Fredy Pacini è peggiorata perché ha ucciso, perché si è trovato nella condizione psicologica - il processo stabilirà i dettagli - che lo hanno portato a togliere la vita a un altro uomo. Quello che nessuno vi dice ora è che, anche se hai paura e ti vuoi difendere, anche se sei stato vittima di ripetute ingiustizie, uccidere ti cambia la vita, pensare che sei dovuto arrivare alle estreme conseguenze per difendere ciò che è tuo è un pensiero insopportabile per chiunque.Continua qui
sabato 1 dicembre 2018
La pistola che distrugge due vite
Possedere un'arma non è di per sé un diritto, essere protetti dalle forze dell'ordine, invece, lo è
Manifestazione a Milano contro il decreto Salvini, centinaia in piazza
Slogan e striscioni contro il ministro degli Interno
Centinaia di persone sono scese in piazza a Milano contro il decreto Sicurezza e la chiusura del centro di accoglienza di via Corelli. Slogan contro il ministro dell'interno Matteo Salvini.
Alla manifestazione, che ha preso il via alle 16 da piazza Piola, stanno prendendo parte non solo i giovani dei centri sociali e la rete di 'Mai piu' lager-No ai Cpr' ma anche, con le loro bandiere, la Camera del Lavoro, Arci, Rifondazione Comunista, Cgil, Fiom, Pci, e Cobas.
Tra gli striscioni quelli contro la trasformazione in Cpr del centro di via Corelli e quelli con scritto "Lega Salvini e lascialo legato" e "Lega ladrona. Salvini casta".
Pernigotti, corteo a Novi Ligure "no alla chiusura stabilimento" (video)
Le immagini della manifestazione che si è svolta nel pomeriggio a Novi Ligure per dire no alla chiusura dello stabilimento della Pernigotti.
Video |
Oltre mille persone per impedire la chiusura della Pernigotti a Novi
Gilet gialli in piazza, guerriglia a Parigi Auto in fiamme, 20 feriti
Alcune automobili parcheggiate nella avenue de Friedland, che parte dall'Arco di Trionfo in direzione perpendicolare agli Champs-Elysees, sono state date alle fiamme dai casseur mescolati ai manifestanti con i gilet gialli a Parigi. Gli scontri continuano con le forze dell'ordine. La prefettura ha fornito un nuovo bilancio di 20 feriti (6 tra gli agenti) e 122 fermi.
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Gilet gialli, incidenti a Parigi: 92 feriti e 205 fermi
Meteo: la svolta invernale arriverà all'Immacolata, intanto instabilità al centro e al sud
Depressione in azione sul medio Tirreno con riflessi su isole e regioni centrali e meridionali. Da domenica anticiclone più potente ma ancora un po' di variabilità. Peggioramento in vista per il Ponte dell'Immacolata con aria fredda in arrivo.
SEGNALI DI INVERNO: i modelli cominciano ad inquadrare per il Ponte dell'Immacolata la svolta invernale sul territorio. Si tratterà di un affondo da nord abbastanza incisivo, sui cui risvolti è ancora troppo presto per pronunciarsi.
SITUAZIONE: una conca depressionaria è presente sull'Italia ma tende ad isolarsi sulle nostre regioni centrali e meridionali dispensando condizioni di instabilità. Al nord il tempo è in miglioramento ma localmente in pianura si registrano situazioni nebbiose e si segnalano gelate e brinate.
EVOLUZIONE: da domenica l'alta pressione tenderà a rafforzarsi ma non impedirà il passaggio sfrangiato di alcuni corpi nuvolosi che richiameranno aria umida sul Tirreno, specie su Liguria e Toscana, dove potrebbero anche verificarsi deboli piogge. Possibile formazione di nebbie sparse sul catino padano ma anche nelle valli del centro e del sud.
SITUAZIONE: una conca depressionaria è presente sull'Italia ma tende ad isolarsi sulle nostre regioni centrali e meridionali dispensando condizioni di instabilità. Al nord il tempo è in miglioramento ma localmente in pianura si registrano situazioni nebbiose e si segnalano gelate e brinate.
EVOLUZIONE: da domenica l'alta pressione tenderà a rafforzarsi ma non impedirà il passaggio sfrangiato di alcuni corpi nuvolosi che richiameranno aria umida sul Tirreno, specie su Liguria e Toscana, dove potrebbero anche verificarsi deboli piogge. Possibile formazione di nebbie sparse sul catino padano ma anche nelle valli del centro e del sud.
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Donna di 24 anni trovata morta in casa: si indaga sull’ipotesi omicidio-suicidio
Alessandria - Una giovane brasiliana di 24 anni trovata morta in casa dal marito (di nazionalità italiana, ma nato in Brasile) in un appartamento di via Milano 127, nel centro storico di Alessandria. Un uomo, forse il fratello del marito, che si sarebbe gettato pochi istanti dopo dal ponte Meier trovando la morte nel Tanaro (il cadavere, però, non sarebbe ancora stato ritrovato dai vigili del Fuoco).
Sono questi gli elementi raccolti sinora dai carabinieri del nucleo Investigativo del reparto Operativo, che indagano su un presunto caso di “omicidio-suicidio”, coordinati dal sostituto procuratore Letizia Alloisio, della Procura di Alessandria.
Sul ponte Meier, i carabinieri hanno ritrovato il giubbotto del cognato (anche lui di origine brasiliana, ma di nazionalità italiana), che pare fosse ospite della coppia da alcuni giorni: i militari hanno interrogato i vicini di casa per definire meglio i contorni della tragica vicenda.
Potente terremoto scuote l’Alaska: danni ingenti e momenti di panico tra i residenti, “colpiti duramente da un big one”
Una violenta scossa di terremoto magnitudo 7 ha colpito ieri Anchorage, in Alaska, danneggiando edifici e devastando strade e reti elettriche.
La polizia di Anchorage (circa 300.000 abitanti) ha segnalato “danni ingenti alle infrastrutture” testimoniati da immagini e video pubblicati sui media e sui social, che ritraggono anche i momenti di panico vissuti dai residenti mentre la terra tremava.
“Molte case ed edifici sono stati danneggiati, molte strade e ponti sono stati chiusi,” ha precisato la polizia.
Non si hanno al momento notizie di feriti gravi o di vittime. Anche l’iniziale allerta tsunami è rientrata.
Almeno 10.000 utenti sono ancora senza elettricità, in una zona molto buia e fredda.
Le scuole, l’università e l’aeroporto di Anchorage sono stati chiusi ed i collegamenti aerei sono stati
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Terremoto Anchorage, la scossa in diretta in un’aula di Tribunale dell’Alaska (VIDEO)
Terremoto Anchorage, strade sprofondate intorno alla città (video)
La polizia di Anchorage (circa 300.000 abitanti) ha segnalato “danni ingenti alle infrastrutture” testimoniati da immagini e video pubblicati sui media e sui social, che ritraggono anche i momenti di panico vissuti dai residenti mentre la terra tremava.
“Molte case ed edifici sono stati danneggiati, molte strade e ponti sono stati chiusi,” ha precisato la polizia.
Non si hanno al momento notizie di feriti gravi o di vittime. Anche l’iniziale allerta tsunami è rientrata.
Almeno 10.000 utenti sono ancora senza elettricità, in una zona molto buia e fredda.
Le scuole, l’università e l’aeroporto di Anchorage sono stati chiusi ed i collegamenti aerei sono stati
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Terremoto Anchorage, la scossa in diretta in un’aula di Tribunale dell’Alaska (VIDEO)
Terremoto Anchorage, strade sprofondate intorno alla città (video)
venerdì 30 novembre 2018
Piaggio Aero, lavoratori in sciopero. Di Maio: "Lunedì arriva il commissario"
GENOVA - "Lunedì, massimo martedì mattina avremo il nome del nuovo commissario e pagheremo gli stipendi" di Piaggio Aero. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio
Questa mattina i lavoratori della Piaggio sono scesi in piazza a Genova e Villanova d'Albenga. Nel capoluogo ligure un presidio è stato
organizzato nell'area dell'aeroporto. Una delegazione sindacale ha incontrato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il prefetto Fiamma Spena. Lo sciopero di 8 ore è stato deciso dopo che ieri l'azienda ha comunicato il ritardo nei pagamenti per il mese di Novembre. La settimana scorsa era arrivata la richiesta al Mise dell'amministrazione straordinaria. In totale ci sono circa 1100 lavoratori che rischiano il posto tra Villanova d'Albenga e Genova. Dopo l'annuncio del ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio che lunedì prossimo verrà nominato il commissario e saranno pagati gli stipendi, i lavoratori di Piaggio Aero che stavano manifestando con cortei e presidi a Villanova d'Albenga e a Genova hanno deciso di interrompere le proteste. I lavoratori sono tornati in fabbrica ma lo sciopero di 8 ore è andato avanti.
"La procedura per individuare il commissario - ha aggiunto Di Maio - è stata fatta in tempi record e lunedì sarà formalmente fatta la nomina così da poter pagare subito gli stipendi. So che i lavoratori hanno già avuto tanta pazienza, ma gli chiedo di aspettare altri pochi giorni e di fidarsi di noi".
"Il Governo è vicino a tutti i lavoratori e alle loro famiglie e per questo ribadiamo forte e chiaro che siamo al lavoro affinché gli stipendi siano pagati il prima possibile, non appena disposta l'amministrazione straordinaria", sottolinea il ministero in una nota.
"Bene la nomina cdel commissario, ma serve subito una risposta sul finanziamento per il lavoro - ha spiegato il segretario regionale della Fim Cisl Alessandro Vella
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Reddito di cittadinanza, Poste smentisce Di Maio: non sappiamo nulla delle tessere
Giallo sul reddito di cittadinanza: chi le stampa le tessere? Di Maio chiama in cause le Poste che chiariscono: “Noi non sappiamo assolutamente nulla”.
Mentre il governo combatte la sua battaglia per convincere l’Unione europea della bontà della manovra economica, in Italia si discute sul giallo intorno al reddito di cittadinanza (chi può richiederlo e come). Il caso si è aperto dopo che Luigi Di Maio ha annunciato l’inizio della stampa delle tessere. Ma chi le stampa queste tessere del reddito di cittadinanza? E qui iniziano i dubbi. Il vicepremier pentastellato ha fatto sapere che la stampa è stata affidata alla Poste, che dal canto suo ha smentito la notizia.
Poste smentisce Di Maio: tessere del reddito di cittadinanza? Noi non sappiamo nulla “La notizia che staremmo stampando le card per il reddito di cittadinanza la abbiamo appresa dalle agenzie e, quindi da Di Maio stesso, poco fa. Dei dettagli sulla stampa di queste tessere noi non sappiamo assolutamente nulla“, fanno sapere dalle Poste con una nota ufficiale. La stessa società ha però confermato l’inizio di una trattativa con il governo per i primi passi della strategia da adottare. Tradotto, un discorso aperto tra le parti c’è ma mancano i dettagli su cuore della vicenda. La stampa delle tessere.
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Mentre il governo combatte la sua battaglia per convincere l’Unione europea della bontà della manovra economica, in Italia si discute sul giallo intorno al reddito di cittadinanza (chi può richiederlo e come). Il caso si è aperto dopo che Luigi Di Maio ha annunciato l’inizio della stampa delle tessere. Ma chi le stampa queste tessere del reddito di cittadinanza? E qui iniziano i dubbi. Il vicepremier pentastellato ha fatto sapere che la stampa è stata affidata alla Poste, che dal canto suo ha smentito la notizia.
Poste smentisce Di Maio: tessere del reddito di cittadinanza? Noi non sappiamo nulla “La notizia che staremmo stampando le card per il reddito di cittadinanza la abbiamo appresa dalle agenzie e, quindi da Di Maio stesso, poco fa. Dei dettagli sulla stampa di queste tessere noi non sappiamo assolutamente nulla“, fanno sapere dalle Poste con una nota ufficiale. La stessa società ha però confermato l’inizio di una trattativa con il governo per i primi passi della strategia da adottare. Tradotto, un discorso aperto tra le parti c’è ma mancano i dettagli su cuore della vicenda. La stampa delle tessere.
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Reddito di cittadinanza, il caso delle tessere. Di Maio: «Ordine alle Poste» Ma c’è l’incognita della manovra
Giallo sul reddito di
cittadinanza: chi le stampa le tessere? Di Maio chiama in cause le Poste
che chiariscono: “Noi non sappiamo assolutamente nulla”.
Continua su: https://newsmondo.it/reddito-di-cittadinanza-chi-stampa-le-tessere/politica/?refresh_cp
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Dopo la piazza Sì Tav a Torino arriva quella del No, l’8 dicembre
Alla manifestazione dei contrari aderisce anche Legambiente
Nel mentre dal 2011 in Piemonte sono state chiuse 14 linee ferroviarie cosiddette "minori”. Alle manifestazioni di consenso e dissenso popolare le istituzioni sapranno (finalmente) rispondere tenendo conto anche del contesto?
Nel mentre dal 2011 in Piemonte sono state chiuse 14 linee ferroviarie cosiddette "minori”. Alle manifestazioni di consenso e dissenso popolare le istituzioni sapranno (finalmente) rispondere tenendo conto anche del contesto?
Dopo l’enorme folla – dalle 25 alle oltre 30mila persone, a seconda delle stime di prefettura e organizzatori – radunata in Piazza Castello a Torino sabato 10 novembre per dire sì alla Tav, l’8 dicembre il capoluogo piemontese ospiterà la protesta dei contrari alla linea ad alta velocità Torino Lione. Una giornata di mobilitazione cui aderisce anche l’associazione ambientalista più diffusa sul territorio nazionale, Legambiente.
Il vicepresidente nazionale del Cigno verde, Edoardo Zanchini, e il presidente di Legambiente Piemonte Fabio Dovana definiscono la Tav Torino-Lione «un’opera che non è né utile né prioritaria per il Paese», che sottrae preziose risorse ad altri settori. «La Penisola ha bisogno di ben altro: occorre avere il coraggio di ridurre la quota di trasporto merci che oggi viaggia su gomma, di puntare sempre di più ad una mobilità urbana sostenibile, di rafforzare e rendere più competitivo il trasporto ferroviario pendolare e urbano per offrire una valida alternativa all’auto e promuovere l’alternativa della mobilità elettrica. Temi sui quali ancora non si hanno risposte precise dal Governo del cambiamento».
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Il “Governo del cambiamento” volta le spalle alle energie rinnovabili
Il sottosegretario del Mise Crippa (M5S) annuncia per l’Italia target più bassi di quelli Ue
Zanchini (Legambiente): «Una scelta contro l’ambiente, le imprese e i cittadini italiani. Non era questo il cambiamento promesso dai Cinque Stelle»
Zanchini (Legambiente): «Una scelta contro l’ambiente, le imprese e i cittadini italiani. Non era questo il cambiamento promesso dai Cinque Stelle»
Durante la seconda giornata del Forum QualEnergia, organizzato a Roma da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club, dal “Governo del cambiamento” è arrivata una pessima notizia per tutto il mondo delle energie rinnovabili: il sottosegretario dello Sviluppo economico Davide Crippa (M5S) ha infatti annunciato un disimpegno dell’Italia su questo fronte, in netto contrasto con le dichiarazioni arrivate dal ministro Di Maio (M5S) nei mesi scorsi.
Come previsto dal regolamento Ue sulla governance dell’Unione dell’energia, entro la fine dell’anno il nostro Paese dovrà trasmettere all’Europa la bozza del proprio Piano nazionale energia e clima, il documento che dovrà spiegare come il nostro Paese intende rispettare gli obiettivi comunitari in materia al 2030: per quanto riguarda le energie rinnovabili, secondo la direttiva Red II queste dovranno soddisfare almeno il 32% dei consumi finali lordi dell’Unione europea. Come spiegato dallo stesso ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio nel luglio 2018, per il nostro Paese «raggiungere il 32% da fonti rinnovabili nei consumi finali significa che dobbiamo raddoppiare, in soli 10 anni, la produzione da rinnovabili. Passando dagli attuali 130 TWh a più di 200. Questi obiettivi, insieme al programma di decarbonizzazione, guideranno la stesura del Piano energia e clima, una bozza che sarà inviata per le valutazioni in commissione entro dicembre». Ma appena quattro mesi sono bastati a cambiare idea, a quanto sembra, e l’asticella sulle rinnovabili si è abbassata proprio nel giorno in cui la Commissione europea ha spinto sull’acceleratore proponendo una strategia di decarbonizzazione completa del Vecchio continente al 2050.
Ora per quanto riguarda le rinnovabili «siamo orientati al 30% – ha dichiarato ieri Crippa (nella foto, ndr) – perché abbiamo già contribuito a far alzare gli obiettivi di riduzione europea e perché alzando fin da subito gli obiettivi al 32% rischieremmo di avere un gap di investimenti con una perdita di competitività rispetto ad altri paesi con obiettivi diversi». Dopo aver lanciato il sasso in Europa, dunque – il ministro Di Maio a giugno 2018 chiedeva addirittura di fissare «un obiettivo vincolante pari al 35%» per il target europeo sulle rinnovabili al 2030 – il “Governo del cambiamento” ha rapidamente tirato indietro la mano.
Ora per quanto riguarda le rinnovabili «siamo orientati al 30% – ha dichiarato ieri Crippa (nella foto, ndr) – perché abbiamo già contribuito a far alzare gli obiettivi di riduzione europea e perché alzando fin da subito gli obiettivi al 32% rischieremmo di avere un gap di investimenti con una perdita di competitività rispetto ad altri paesi con obiettivi diversi». Dopo aver lanciato il sasso in Europa, dunque – il ministro Di Maio a giugno 2018 chiedeva addirittura di fissare «un obiettivo vincolante pari al 35%» per il target europeo sulle rinnovabili al 2030 – il “Governo del cambiamento” ha rapidamente tirato indietro la mano.
Economia italiana a marcia indietro: il Pil è sceso dello 0,1% nel terzo trimestre
L'Istat ha ritoccato la stima provvisoria, che indicava una crescita zero: pesa la domanda interna. E' il primo calo dopo 14 trimestri di crescita. La variazione acquisita per l'anno scende così allo 0,9%, contro il +1,2% stimato dal governo nella Nadef
MILANO - Peggiora il quadro per l'economia italiana: l'Istat ha aggiornato i dati del terzo trimestre e scoperto che il passo del Paese è scivolato in territorio negativo. Nel terzo periodo dell'anno, infatti, il Prodotto interno lordo - corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato - è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e aumentato dello 0,7% rispetto allo stesso trimestre del 2017. Si tratta del primo dato negativo dopo 14 trimestri di crescita. Il dato provvisorio parlava invece di una crescita zero e di un +0,8% tendenziale
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Istat, Pil rivisto al ribasso -0,1%. Disoccupazione sale al +10,6%
MILANO - Peggiora il quadro per l'economia italiana: l'Istat ha aggiornato i dati del terzo trimestre e scoperto che il passo del Paese è scivolato in territorio negativo. Nel terzo periodo dell'anno, infatti, il Prodotto interno lordo - corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato - è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e aumentato dello 0,7% rispetto allo stesso trimestre del 2017. Si tratta del primo dato negativo dopo 14 trimestri di crescita. Il dato provvisorio parlava invece di una crescita zero e di un +0,8% tendenziale
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Istat, Pil rivisto al ribasso -0,1%. Disoccupazione sale al +10,6%
Torna lo spettro della recessione, serve una svolta nella trattativa sulla Manovra
Sei mesi al rallentatore
A ottobre la disoccupazione è salita al 10,6%
Secondo l'Istat nel decimo mese dell'anno l'indicatore è aumentato dello 0,2% su settembre. Su anche quella giovanile che si è attestata al 32,5%.
Il tasso di disoccupazione a ottobre è salito ancora toccando il 10,6%con una crescita di 0,2 punti su settembre, a seguito di un arrotondamento, e un calo di 0,5 punti su ottobre 2017. Il mese di settembre è stato rivisto al rialzo al 10,3%. Lo ha rilevato l'Istat spiegando che i disoccupati nel mese erano 2.746.000, in crescita di 64.000 unità su settembre e in calo di 118.000 unità su ottobre 2017. Se si guarda al trimestre agosto-ottobre il tasso di disoccupazione è diminuito di 0,2 punti sul trimestre precedente.
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Autovelox invisibile, come funziona e la mappa delle città dove si trovano i rilevatori
Sono 32, presto diventeranno 38 e si trovano prevalentemente al Nord. È questa la mappa degli Scout Speed, l’ultima generazione dei rilevatori di velocità che funzionano anche quando la vettura di servizio in movimento su cui si trovano è in movimento. Sono temibili non solo perché per legge (messa in dubbio da qualche giudice) sono gli unici controlli di velocità che possono non essere presegnalati e visibili: c’è anche il fatto che, rispetto alla prima generazione (Provida), hanno una “produttività” maggiore.
Infatti, con il Provida era necessario che l’agente seduto a fianco del guidatore puntasse di volta in volta il veicolo inseguito mentre si trovava in sospetto eccesso di velocità: il sistema funzionava solo con una telecamera, di cui raffrontava le immagini con la velocità dell’auto di servizio. Lo Scout, invece, effettua le rilevazioni con un radar, che emette onde verso tutti i bersagli visibili. Anche verso chi viaggia in direzione opposta. Inoltre, può funzionare con questa modalità automatica anche da fermo.
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Infatti, con il Provida era necessario che l’agente seduto a fianco del guidatore puntasse di volta in volta il veicolo inseguito mentre si trovava in sospetto eccesso di velocità: il sistema funzionava solo con una telecamera, di cui raffrontava le immagini con la velocità dell’auto di servizio. Lo Scout, invece, effettua le rilevazioni con un radar, che emette onde verso tutti i bersagli visibili. Anche verso chi viaggia in direzione opposta. Inoltre, può funzionare con questa modalità automatica anche da fermo.
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Nel mirino dello Scout Speed c’è anche chi incrocia la pattuglia
Morte Alessandra Madonna, 4 anni e 8 mesi per l'ex. Il padre: "Uccisa una seconda volta"
Non ci sta il padre di Alessandra Madonna, la 24enne di Melito morta in seguito a una lite, trascinata dall'auto dell'ex fidanzato Giuseppe Varriale, l'otto settembre 2017. Troppo pochi secondo Vincenzo Madonna i 4 anni e 8 mesi per incidente stradale decisi dal giudice. "Non mi fermo, ci sarà l'appello, la Cassazione, la Corte europea", spiega l'uomo ai microfoni di Fanpage.it.
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Ci hanno raccontato di 38 furti subiti, ma non è vero niente
La storia di Fredy Pacini non è come ve l’hanno raccontata. I 38 furti subiti in realtà sono stati due, e quattro tentativi di furto denunciati. Anche sommando i tentativi denunciati, il totale è sei e non 38. Così ci ha confermato anche il Capitano dei Carabinieri di zona. Chi ha interesse, dunque, ad alimentare il clima da Far West? A chi giova gridare all’insicurezza e demandare la difesa pubblica a un esercizio da pistoleri privati?
Trentotto furti subiti, oppure quattro, o sei, non sono la stessa cosa. Come non è la stessa cosa sparare cinque colpi oppure nessuno. Non è la stessa cosa sparare in aria o a qualcuno che scappa nel cortile della tua azienda oppure ti affronta con una bomba a mano stretta nel pugno in camera da letto. Difendere le proprie idee a scapito della verità è da cretini. La gente per bene non distorce i racconti, e non lascia punti oscuri nella narrazione delle notizie. Dobbiamo imparare a odiare chi esaspera le notizie, e chi usa quell'esasperazione per abbreviare i tempi di approvazione di una legge.
Sulla legittima difesa vi ci siete buttati come cani, difendendola a prescindere dalla vita. Avete usato l'ennesimo uomo armato, ieri a Monte San Savino, un uomo che ha sparato e ucciso un altro uomo, probabilmente ladro, sicuramente disarmato. I cani che ho avuto io erano tutte personcine per bene. Mentre qui la difesa del gesto del proprietario d'azienda, dai social al Ministro degli Interni Matteo Salvini, è stata meno Zanna Bianca e più Cerbero, il cane a tre teste della mitologia greca.
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Trentotto furti subiti, oppure quattro, o sei, non sono la stessa cosa. Come non è la stessa cosa sparare cinque colpi oppure nessuno. Non è la stessa cosa sparare in aria o a qualcuno che scappa nel cortile della tua azienda oppure ti affronta con una bomba a mano stretta nel pugno in camera da letto. Difendere le proprie idee a scapito della verità è da cretini. La gente per bene non distorce i racconti, e non lascia punti oscuri nella narrazione delle notizie. Dobbiamo imparare a odiare chi esaspera le notizie, e chi usa quell'esasperazione per abbreviare i tempi di approvazione di una legge.
Sulla legittima difesa vi ci siete buttati come cani, difendendola a prescindere dalla vita. Avete usato l'ennesimo uomo armato, ieri a Monte San Savino, un uomo che ha sparato e ucciso un altro uomo, probabilmente ladro, sicuramente disarmato. I cani che ho avuto io erano tutte personcine per bene. Mentre qui la difesa del gesto del proprietario d'azienda, dai social al Ministro degli Interni Matteo Salvini, è stata meno Zanna Bianca e più Cerbero, il cane a tre teste della mitologia greca.
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Vitalizi e pensioni d’oro: trappole in cui non dobbiamo cadere.
E’ del tutto comprensibile la tentazione di molti di approvare la norma contro i vitalizi dei parlamentari. Sappiamo tutti che, sul piano economico, la manovra (con i pretesi 40 milioni di risparmio) è semplicemente ininfluente, ma il vero effetto è quello di punire la classe politica strappandole un privilegio deciso in altri tempi.
Quei vitalizi stabilivano un trattamento ingiustamente preferenziale verso i politici (le cui indennità non erano tassabili ma erano pensionabili!), poi le cose sono cambiate un po’ alla volta, ma molti degli attuali vitalizi nacquero sotto la stella del privilegio di casta. Questo è vero, come è vero che la classe politica merita d’essere bastonata per il mono indecente con cui ha gestito la cosa pubblica.
Sin qui ci siamo e questo spiega la simpatia che la misura riscuote presso il grande pubblico, così come la riscuote anche l’altra manovre in preparazione: quella sulle pensioni d’oro cioè da 5.000 euro in su. Ma si tratta di due polpette avvelenate che dobbiamo rimandare indietro.
Partiamo dall’inizio. Sono ormai diversi anni che alcuni economisti, ovviamente di fede neo liberista, sostengono che, per riequilibrare i bilanci dello Stato occorra fare tagli in particolare alla spesa pensionistica e che, per fare ciò, non basti ridurre la retribuzione di chi andrà in pensione, ma occorra ridurre l’importo di chi è già in pensione. In particolare, c’è chi sostiene che si debba ricalcolare sulla base del metodo contributivo le pensioni di quelli che hanno una pensione calcolata sulla base del vecchio sistema retributivo. In soldoni: ridurre le pensioni di un buon 15% (altro che superare la Fornero!).
Ma, sulla strada di questo simpatico progettino c’è un fastidioso principio giuridico che si chiama “diritti acquisiti” (lo stesso contro cui andò a schiantarsi Renzi con la sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2015, relatrice Silvana Sciarra).
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Vitalizi, ricorsi di massa: presentati 1.176. Fico: «La delibera è salda»
Tassa sui money transfer: modesti introiti e danni ai migranti regolari
Se pensate che l’emendamento al dl fiscale sui money transfert non vi riguardi voltatevi. Perchè magari dietro di voi c'è la vostra colf, alla quale invece interessano molto i soldi che riesce a mandare a casa. Ora un emendamento targato Lega prevede un prelievo del 1,5% sui trasferimenti verso i Paesi extra Ue. La tassa sul money transfer, già ribattezzata la tassa sui migranti regolari, sta già facendo discutere. Da più parti sono state sollevate critiche perchè colpirebbe operai, colf, badanti, lavoratori regolari che non fanno altro che risparmiare per mandare a casa qualche soldo alle famiglie, la cui sopravvivenza spesso dipende proprio da queste rimesse. Un fiume di denaro che parte dall’Italia già tassato con una commissione del 6,2 per cento. Attualmente i migranti pagano già 335 milioni di euro l'anno in commissioni sui trasferimenti.
La comunità che trasferisce di più soldi a casa è quella del Bangladesh, con 8 milioni di euro inviati in patria nel 2017. Seguono i Filippini, con quasi 5 milioni e i Senegalesi con 4,6 milioni. A seguire cittadini originari dell’India, Sri Lanka e Marocco. Quanto incasserà l'Italia con questa tassa? La fondazione Moressa ha fatto due calcoli: considerato che nel 2017 le rimesse complessive dal nostro Paese sono state di 5 miliardi, e di queste l'80% è destinato a Paesi extra europei, l’incasso per il nostro Paese non sarebbe neppure così alto, si calcolano di 62 milioni di euro.
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La comunità che trasferisce di più soldi a casa è quella del Bangladesh, con 8 milioni di euro inviati in patria nel 2017. Seguono i Filippini, con quasi 5 milioni e i Senegalesi con 4,6 milioni. A seguire cittadini originari dell’India, Sri Lanka e Marocco. Quanto incasserà l'Italia con questa tassa? La fondazione Moressa ha fatto due calcoli: considerato che nel 2017 le rimesse complessive dal nostro Paese sono state di 5 miliardi, e di queste l'80% è destinato a Paesi extra europei, l’incasso per il nostro Paese non sarebbe neppure così alto, si calcolano di 62 milioni di euro.
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giovedì 29 novembre 2018
L'azienda Di Maio? È della madre. Che per legge non potrebbe ricoprire incarichi privati
Il padre del ministro al centro delle polemiche per le denunce di lavoro nero non era titolare di alcuna azienda. Lo confermano i documenti ufficiali consultati da L'Espresso. All'epoca delle presunte irregolarità la ditta di famiglia era intestata alla mamma del vicepremier, Paolina Esposito. Che in quanto insegnante e dipendente pubblica, per legge non può ricoprire incarichi aziendali
DI GLORIA RIVA
Luigi Di Maio e la madre Paolina Esposito |
Ma andiamo con ordine e ricostruiamo la complicata storia della Di Maio Industry. Tutto è partito da un'inchiesta delle Iene, che hanno intervistato un uomo, Salvatore Pizzo, che ha dichiarato di aver lavorato in nero per l'azienda edile del padre del ministro, che si chiama Ardima.
Il padre dell'attuale ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, si chiama Antonio Di Maio, classe 1950, nato e cresciuto a Pomigliano d'Arco, che non possiede alcuna azienda. Proprio così. Dalla visura camerale effettuata da l'Espresso si scopre che Di Maio padre non ha azioni o quote di società. In passato è stato titolare firmatario della Di Maio Antonio, una ditta individuale di Pomigliano, specializzata nella realizzazione di tetti, che è stata cancellata nel 1995. Ed è stato, a partire dal 1997, sindaco supplente del Consorzio Regionale di Edilizia Artigiana, che realizzava edifici residenziali, finito in liquidazione. Inoltre ha un conto in sospeso con Equitalia, a cui dovrebbe versare 176 mila euro. La titolare dell'attività di famiglia e di alcuni terreni a Pomigliano d'Arco è invece Paolina Esposito. Ovvero la madre di Luigi Di Maio, che nel 2006 ha fondato l'impresa individuale Ardima Costruzioni diventandone titolare firmatario, tanto che nelle carte camerali viene qualificata come piccola imprenditrice, Il 30 dicembre 2013 dona la proprietà dell'azienda ai figli Luigi e Rosalba.
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Sequestrate aree nella proprietà del padre di Di Maio
Luigi Di Maio: 'Il terreno e gli edifici sgarrupati risalgono ai miei nonni, non è casa mia' (video)
FREDDO artico in arrivo: TEMPERATURE in crollo da Nord a Sud. Dettagli principali città
Prepariamo capotti, sciarpe e capelli perché dal fine settimana l'inverno salirà in cattedra, proponendoci la prima vera irruzione artica della stagione sulla nostra Penisola.
Colpa di una gelida "colata " artica che tra sabato e domenica scenderà verso l'Italia e i Balcani con masse d'aria sino a -35/-37°C a 5000m circa, -18/-20°C a 3000m e -12/-15°C a 1500m, colpendo in particolar modo su Alpi estere, Balcani, Adriatiche, parte del Meridione e interne tirreniche.
Assisteremo così ad un tracollo termico localmente anche superiore ai 15°C rispetto ai giorni scorsi.
Ma vediamo nel dettaglio da Nord a Sud quanto si perderà tra oggi e i primi giorni della prossima settimana:NORDAosta: dai 0/1°C ai -8/2°CTorino: dai -1/6°C ai -3/4°CMilano: dai 1/6°C ai -2/5°CBologna: dai 1/6°C ai -4/4°CUdine: dai -1/6°C ai -5/3°CVerona: dai 0/5°C ai -3/4°CTrento: dai -4/3°C ai -12/2°CIn montagna:Cervinia: dai -10/-7°C ai -19/-5°CSestriere: dai -8/-5°C ai -17/-7°CLivigno: dai -15/-4°C ai -22/-6°CCanazei: dai -10/-3 ai -18/-7°CArabba: dai -8/-4°C ai -16/-8°CTarvisio: dai -8/-1°C ai -18/-6°C
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WEEK-END: tutte le ULTIMISSIME
Brexit, l'allarme della Banca d'Inghilterra: "Rischiamo la peggiore crisi dal 1945"
E il governo della premier May ammette: "Qualunque piano ci farà stare peggio"
LONDRA - "Potrebbe aspettarci la peggiore crisi dopo la Seconda Guerra mondiale". Lo psicodramma della Brexit oggi ha raggiunto un'altra, paurosa vetta in Regno Unito e ha segnato un'umiliazione con pochi precedenti per tutti i predicatori dell'uscita dall'Europa. La Banca d'Inghilterra ha infatti pubblicato le stime sulle conseguenze della Brexit in caso di "no deal", cioè "nessun accordo", scenario che potrebbe verificarsi qualora il Parlamento britannico bocciasse il piano che May ha raggiunto faticosamente con l'Europa per trascinare Londra fuori dall'Ue. Le cifre sono apocalittiche.
In caso di "no deal", nella peggiore delle ipotesi, l'economia britannica si contrarrà immediatamente dell'8 per cento soltanto nel 2019, secondo la Banca d'Inghilterra, e Londra perderà 10,5 punti di Pil in cinque anni. Una voragine enorme, se pensiamo che durante la devastante crisi del 2008 il Pil britannico scese "soltanto" di 6,25 punti. Non solo: la sterlina potrebbe crollare del 25 per cento (sbriciolando il suo valore già oggi ai minimi), il prezzo delle case capitolerebbe di un altro 30 per cento, mentre la disoccupazione raddoppierà.
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LONDRA - "Potrebbe aspettarci la peggiore crisi dopo la Seconda Guerra mondiale". Lo psicodramma della Brexit oggi ha raggiunto un'altra, paurosa vetta in Regno Unito e ha segnato un'umiliazione con pochi precedenti per tutti i predicatori dell'uscita dall'Europa. La Banca d'Inghilterra ha infatti pubblicato le stime sulle conseguenze della Brexit in caso di "no deal", cioè "nessun accordo", scenario che potrebbe verificarsi qualora il Parlamento britannico bocciasse il piano che May ha raggiunto faticosamente con l'Europa per trascinare Londra fuori dall'Ue. Le cifre sono apocalittiche.
In caso di "no deal", nella peggiore delle ipotesi, l'economia britannica si contrarrà immediatamente dell'8 per cento soltanto nel 2019, secondo la Banca d'Inghilterra, e Londra perderà 10,5 punti di Pil in cinque anni. Una voragine enorme, se pensiamo che durante la devastante crisi del 2008 il Pil britannico scese "soltanto" di 6,25 punti. Non solo: la sterlina potrebbe crollare del 25 per cento (sbriciolando il suo valore già oggi ai minimi), il prezzo delle case capitolerebbe di un altro 30 per cento, mentre la disoccupazione raddoppierà.
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"Chi stamperà le tessere del reddito di cittadinanza?": Castelli impreparata, lo sconcerto di Sallusti
"Il governo ha annunciato che sono in stampa le tessere elettroniche per erogare il reddito di cittadinanza: intanto sono 5 o 6 milioni? E chi le sta stampando?. Queste due "semplici domande" di Lilli Gruber alla sottosegretaria al ministero dell'Economia e delle Finanze, Laura Castelli, hanno fatto vacillare la giovane deputata grillina. "La platea dovrebbe essere di 5 milioni e mezzo circa" risponde Castelli, che incalzata dalla conduttrice di Otto e Mezzo e da Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, cerca di eludere la domanda. "Tipografia segreta", chiosa il giornalista Luca Telese in studio.
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