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giovedì 14 novembre 2019

Acqua alta, perché Venezia finirà sommersa entro il 2050

Corretti con un nuovo modello di machine learning gli errori nei dati della Nasa sulle coste. Per l'Italia le previsioni variano di poco, ma l'autore del paper di Climate Central, Scott Kulp, avverte: il rischio attorno a Venezia è grave

Com'è triste Venezia


«Waterworld» esce dalla fantascienza o dalla scienza del futuro per diventare un pericolo imminente, molto più ravvicinato e devastante di quanto finora immaginato. Il mondo potrebbe apparire così al visitatore della Terra già nel 2050: il Vietnam del Sud sottacqua, con i suoi venti milioni di persone, un quarto della popolazione, e la città di Ho Chi Minh trasformata in una novella Atlantis. Sepolta dalla acque finirebbero in Cina la capitale economica Shanghai e 30 milioni di persone.
In India Mumbai verrebbe inondata e in Tailandia il 10% della popolazione, compresa buona parte di Bangkok, vive oggi su una terraferma che svenirà entro 30 anni. In Medio Oriente sarebbero divorati centri storici da Alessandria a Bassra. In Europa il rischio maggiore lo corre la Gran Bretagna, dove la popolazione nel mirino dell'innalzamento degli oceani è tre volte superiore a quanto finora ipotizzato. Mentre per l’Italia ci sono quantomeno conferme dell'allarme per Venezia e la costa di nord-ovest.
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Venezia, l’acqua alta e il Mose quasi finito. Perché le dighe non sono state usate


mercoledì 13 novembre 2019

Tutti i duelli tra Floris e Salvini a Di Martedì: «Con voi la pressione fiscale è cresciuta». «Scusi?!»

Il leader della Lega messo alle strette dal giornalista di La7 | Ansa - CorriereTv

Scontro tra il giornalista Giovanni Floris e il leader della Lega ed ex ministro dell’Interno Matteo Salvini durante il programma Di Martedì, su La7. Le domande hanno messo alle strette Salvini, interrogato sulle decisioni prese quando era al governo.

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Venezia affonda e il MOSE è ancora fermo: ecco perché. Storia di un’opera necessaria e incompiuta

A Venezia la situazione è drammatica. Ieri la punta di marea ha raggiunto i 187 centimetri. E oggi si teme un’altra ondata fino a 160 centimetri. Hanno perso la vita già due persone, le case sono danneggiate, le canoe e e le gondole sono andate distrutte. Un anziano di 78 anni è rimasto fulminato mentre cercava di far ripartire le elettropompe nella sua casa allagata. Un secondo abitante dell’isola è stato trovato deceduto, anche lui in casa. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, in un filmato diffuso sui social e girato a Piazza San Marco allagata, lancia un appello: “Abbiamo bisogno che tutti ci diano una mano, e bisogna essere tutti uniti per affrontare questi che sono evidentemente gli effetti dei cambiamenti climatici. Adesso il Mose si capisce che serve”. Già, il Mose. Ma a che punto è la “grandiosa opera”? E perché ancora non parte?

Il Mose. Per varie ragioni, non solo ingegneristiche e idrauliche, il sistema di difesa di Venezia dalle acque alte eccezionali è diventato negli ultimi tempi anche protagonista nei social con post in cui, con ironia, si gioca sui motivi del suo ritardo e non uso. Quel che al MOSE, Modulo Sperimentale Elettromeccanico, manca, in realtà, è il 6% dei lavori da realizzare, circa 560 milioni di euro da trasformare per lo più in opere ambientali, di restauro e di impiantistica. L’altro 94% del progetto, le paratoie mobili, le opere complementari per la salvaguardia dell’ecosistema lagunare, il rinforzo dei litorali, le scogliere all’esterno delle bocche di porto e il rialzo delle rive è completato.

Neppure i soldi mancano. In cassa già ci sono oltre mille milioni di euro per portare a termine i lavori e per finanziare la manutenzione per l’intero primo anno di attività. Studiato per far fronte agli uragani a Galveston così come per ridurre i danni degli tsunami a Tokyo, il Mose viene considerato un’opera di riferimento per “le minime interferenze ambientali e per la possibilità che, grazie alla conche di navigazione, offre a navi e imbarcazioni di navigare anche con le paratoie sollevate”. È dell’ottobre 1994 il voto all’unanimità del Consiglio Superiore per i Lavori Pubblici (governo Berlusconi I) che avvia il tortuoso e (sin qui) inconcludente iter del Mose di Venezia.

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Apocalisse a Venezia nella notte, acqua alta da record: raggiunti 187cm, piazza San Marco sommersa

Estremisti di destra volevano far saltare una moschea: 12 arresti nel Senese

Inneggiavano al fascismo e al nazismo, disponevano di armi e di esplosivi, tra cui tritolo e polvere da sparo, ed erano pronti a usarli. Sono dodici, tutte residenti a Siena e provincia, le persone perquisite oggi dalla Digos nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Firenze sull'estremismo di destra. Per due, Andrea Chesi, bancario del Monte dei Paschi e per il figlio Yuri di 22 anni, è scattato l'arresto in flagranza per detenzione di tritolo, polvere da sparo e parti di ordigni bellici della Seconda Guerra Mondiale. 

Il reato contestato agli indagati è detenzione abusiva di armi o esplosivi, aggravato dalla finalità terroristica. Il gruppo aveva progettato di far saltare in aria la moschea di Colle Val d'Elsa, ma il progetto naufragò perché si sentivano la polizia addosso e temevano di essere scoperti. «Aveva già portato le mappe, gli si voleva far saltare il coso col gas così saltava tutto», si sente dire in un'intercettazione. Poi Chesi fu avvicinato da alcuni poliziotti della questura di Siena, si insospettì e decise che non se ne doveva fare nulla. Secondo le indagini la figura di spicco del gruppo sarebbe proprio lui, incensurato, impiegato presso la sede centrale della Banca Monte dei Paschi.

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martedì 12 novembre 2019

Forti PIOGGE e “SUPER NEVICATE” in arrivo da GIOVEDI SERA, elevato RISCHIO METEO al NordOvest

Dopo le schiarite odierne ma sempre in un contesto molto ventoso e fresco, si attende un imminente peggioramento del tempo ad iniziare da GIOVEDI SERA e per il giorni SUCCESSIVI. Un’intensa perturbazione proveniente dal Nord Atlantico supportata da aria particolarmente fredda, si incanalerà attraverso il Golfo del Leone apportando un SERIO PEGGIORAMENTO del tempo in LIGURIA.
Un primo step perturbato si potrà presentare tra GIOVEDI SERA e VENERDI POMERIGGIO con forti piogge anche molto intense ed organizzate. La neve cadrà a quote relativamente basse per il periodo, attorno agli 800-1000m, con accumuli elevati ed abbondanti sopra i 1300-1400. Un occasione ghiotta per le località sciistiche del basso Cuneese per vedere ben oltre i 20cm caduti nelle scorse ore, ma bensì forti nevicate come in Gennaio e Febbraio con accumuli molto significativi.
Ma non è finita qui: un secondo step perturbato è atteso tra DOMENICA e LUNEDI, con ancora tanta PIOGGIA e FORTI NEVICATE su Liguria e Nord Ovest, che questa volta potranno interessare imbiancare anche località poste sotto i 1000m nell’entroterra di Savona (valbormida e sassellese). Sulle ALPI saranno occasioni uniche per fare il “PIENO” con cumulate complessive che potrebbero superare i 100cm a 1500m, oltre 120-150cm a 2000m.
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Cambia il segnale digitale, a dicembre il bonus per acquistare tv e decoder

Contributo da 50 euro con soglia di reddito Isee, ma il Mise vuole aumentare la platea dei beneficiari. Ci sono 18 milioni di famiglie con televisori da cambiare


MILANO - Cambio di televisore in vista per molti italiani, con un possibile bonus di supporto nell'ordine dei 50 euro, per non perdere il segnale digitale terrestre che sta per rinnovarsi.
 

Digitale, cambiano ancora i televisori

I televisori degli italiani vanno incontro a una lunga fase di transizione che, a partire dal 2020 e per chiudersi ufficialmente il 1° luglio del 2022, cambierà la modalità tecnica con la quale viene inviato e ricevuto il segnale di film, programmi e via dicendo. Un po' come accaduto nel passaggio dall'analogico al digitale, bisognerà metter mano all'apparecchio (sostituendolo oppure dotandosi di un decoder) per non perdere il segnale. A seguito della migrazione di alcune frequenze per far spazio al segnale 5G, i consumatori avranno un supplemento di attenzione da prestare: l'apparecchio deve essere 'compatibile con la tecnologia DVB T2 (dalla DVB T1 attuale).

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lunedì 11 novembre 2019

Trattativa, Berlusconi testimone sceglie di avvalersi della facoltà di non rispondere

L’ex presidente del Consiglio, che era stato citato dalla difesa di Dell'Utri, ha negato anche il permesso di farsi riprendere e fotografare in aula. Respinta la richiesta della difesa di Dell'Utri di proiettare in aula una conferenza stampa del leader di Forza Italia il giorno della sentenza di primo grado


Nessuna risposta, ma anche nessuna immagine. Non doveva esistere una foto di Silvio Berlusconi seduto al banco dei testimoni del processo d’Appello sulla Trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa nostra. L’ex premier, si sa, è uomo di televisione: poteva mai acconsentire a farsi filmare al centro dell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, quella costruita per il Maxiprocesso? Che colpo sarebbe stato per l’immagine del leader di Forza Italia farsi ritrarre sulla stessa sedia della testimonianza di Tommaso Buscetta? E allora ecco che dell’ex premier esistono solo le mani che afferrano il microfono per sussurrare poche definitive parole: “Su indicazione dei miei avvocati, mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Grazie, grazie a tutti”. Pochi secondi, anche meno di quelli previsti visto che la corte d’Assise d’Appello ha dimenticato di chiedere le generalità all’illustre testimone.

Così non ha aiutato Dell’Utri – Un silenzio annunciato quello di Berlusconi Silvio, nato a Milano il 29 settembre del 1936. L’ex premier, infatti, era un teste assistito, visto che è indagato di reato connesso a Firenze: è iscritto nel registro degli indagati della procura toscana per le stragi del 1993 a Milano, Firenze e Roma e per gli attentati del 1994. Uno status che gli ha consentito di rimanere in silenzio. E pazienza se in questo modo non ha aiutato l’amico di una vita: Marcello Dell’Utri, condannato in primo grado alla Trattativa a 12 anni di carcere. Era stato l’avvocato dell’ex senatore, Francesco Centonze, a chiedere la deposizione di Berlusconi. Una citazione che aveva spinto i legali dell’ex premier, Niccolò Ghedini e Franco Coppi, a farsi certificare dalla procura di Firenze le 23 contestazioni mosse nei confronti del loro assistito. 


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Allerta Meteo, il Ciclone Mediterraneo s’è formato: MAPPE impressionanti per le prossime 24-36 ore, al Sud si rischia un disastro

Allerta Meteo, il Ciclone Mediterraneo rischia di devastare il Sud Italia con venti da Uragano (oltre 150km/h), onde alte più di 10 metri, mareggiate devastanti e piogge alluvionali. Attenzione massima stasera in Sicilia


Il Ciclone Mediterraneo che da ieri aveva iniziato la fase di formazione nei settori occidentali del “Mare Nostrum”, ha completato l’iter preliminare ed è diventato a tutti gli effetti una vera e propria “Tempesta”, con tanto di occhio del ciclone ben visibile dalle immagini satellitari pochi chilometri a nord dell’Algeria, a Sud/Ovest della Sardegna. Il dato, quindi, è tratto: la tempesta s’è formata ed è pronta a flagellare l’Italia, già colpita nelle ultime ore da forti piogge in varie località del Paese. Sta diluviando a Roma e nel Lazio, in quella che è una vera e propria giornata autunnale: picchi di oltre 40mm di pioggia nel settore Sud della Capitale con temperatura ferma a +13°C in pieno giorno.
Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2019/11/allerta-meteo-ciclone-mediterraneo-11-12-novembre-2019/1341607/#9Vtc58FTKyDOurRV.99
Il Ciclone Mediterraneo che da ieri aveva iniziato la fase di formazione nei settori occidentali del “Mare Nostrum”, ha completato l’iter preliminare ed è diventato a tutti gli effetti una vera e propria “Tempesta”, con tanto di occhio del ciclone ben visibile dalle immagini satellitari pochi chilometri a nord dell’Algeria, a Sud/Ovest della Sardegna. Il dato, quindi, è tratto: la tempesta s’è formata ed è pronta a flagellare l’Italia, già colpita nelle ultime ore da forti piogge in varie località del Paese. Sta diluviando a Roma e nel Lazio, in quella che è una vera e propria giornata autunnale: picchi di oltre 40mm di pioggia nel settore Sud della Capitale con temperatura ferma a +13°C in pieno giorno.
Il Ciclone Mediterraneo che da ieri aveva iniziato la fase di formazione nei settori occidentali del “Mare Nostrum”, ha completato l’iter preliminare ed è diventato a tutti gli effetti una vera e propria “Tempesta”, con tanto di occhio del ciclone ben visibile dalle immagini satellitari pochi chilometri a nord dell’Algeria, a Sud/Ovest della Sardegna. Il dato, quindi, è tratto: la tempesta s’è formata ed è pronta a flagellare l’Italia, già colpita nelle ultime ore da forti piogge in varie località del Paese. Sta diluviando a Roma e nel Lazio, in quella che è una vera e propria giornata autunnale: picchi di oltre 40mm di pioggia nel settore Sud della Capitale con temperatura ferma a +13°C in pieno giorno.


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Maltempo Alto Adige: atteso un metro di neve

Violento terremoto nel Sud della Francia, magnitudo 5.2: quattro feriti, uno è grave. Paura al confine con l’Italia

Un violento terremoto ha scosso stamattina la Francia meridionale: magnitudo 5.2, crolli e danni

Una forte scossa di terremoto di magnitudo 5.2 ha colpito la Francia meridionale alle 11:53 di stamattina. L’epicentro si è verificato nei pressi di Montélimar. La scossa è stata distintamente avvertita a Nîmes, Lione, Grenoble, Avignone, Montpellier e Marsiglia. Si temono gravi conseguenze per i crolli segnalati in molte località della regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi.

Sono 4 le persone ferite, di cui una gravemente. Secondo quanto fa sapere la prefettura della Drome, a Montélimar una persona è rimasta gravemente ferita dopo la caduta di un’impalcatura ed è stata portata d’urgenza in ospedale.

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domenica 10 novembre 2019

Iraq: attentato contro militari italiani, 5 feriti

Tre sono in gravi condizioni ma non in pericolo di vita


Attentato esplosivo contro militari italiani in Iraq: cinque i feriti, di cui tre in gravi condizioni. Lo apprende l'ANSA da fonti della Difesa.
L'attentato, riferisce lo Stato maggiore della Difesa, è avvenuto in mattina quando un Ied, un ordigno esplosivo rudimentale, è detonato al passaggio di un team misto di Forze speciali italiane in Iraq.
Il team stava svolgendo attività di addestramento ("mentoring and training") in favore delle forze di sicurezza irachene impegnate nella lotta all'Isis.  L'attentato è avvenuto intorno alle 11 locali, nella zona di Suleymania, nel Kurdistan iracheno. Ad essere coinvolti sono stati i commandos della task force presente in quell'area, che stava svolgendo un'attività di supporto ad una unità di forze speciali dei Peshmerga. I cinque feriti, sempre secondo quanto è stato possibile apprendere, sono tre incursori della Marina (appartenenti al Goi, il Gruppo operativo incursori) e due dell'Esercito (9/o Col Moschin).
I cinque militari coinvolti dall'esplosione sono stati subito soccorsi, evacuati con elicotteri USA facenti parte della coalizione e trasportati in un ospedale "Role 3" dove stanno ricevendo le cure del caso.
Tre dei cinque militari sono in condizioni gravi, ma non sarebbero in pericolo di vita. I tre militari sono tutti in prognosi riservata ed attualmente ricoverati in un ospedale militare a Baghdad. Dei tre il più grave ha riportato un'emorragia interna; un altro ha perso alcune dita di un piede e il terzo ha gravissime lesioni a entrambe le gambe, che sono state parzialmente amputate. Gli altri due militari coinvolti nell'esplosione, invece, hanno riportato solo micro fratture e lesioni minori.
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sabato 9 novembre 2019

Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina dove nell’esplosione sono morti tre pompieri confessa: “Sono stato io, l’ho fatto per l’assicurazione”

Voleva intascare il massimo risarcimento possibile di un milione e mezzo di euro


Il video dei carabinieri girato tra le macerie della cascina dove nell'esplosione sono morti tre pompieri

ALESSANDRIA. Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina dove nell’esplosione sono morti tre vigili del fuoco confessa: «Sono stato io, l’ho fatto per l’assicurazione». Il proprietario della casa esplosa a Quargnento, la notte tra lunedì 4 e martedì 5 novembre, è stato fermato dai carabinieri di Alessandria per disastro doloso, omicidio doloso plurimo e lesioni volontarie.

La svolta nelle indagini è avvenuta la notte tra l’8 e il 9 novembre: Vincenti, che era già stato sentito più volte nei giorni scorsi, è stato interrogato anche la sera di venerdì 8 novembre, ma è stato chiaro che qualcosa era cambiato nella sua posizione perché dalle 21 era arrivata in caserma l’avvocato Laura Mazzolini per assisterlo.

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venerdì 8 novembre 2019

30 anni fa la caduta del muro di Berlino

Il 9 novembre 1989 inizia lo smantellamento del Muro di Berlino, principale simbolo della Guerra fredda che vedeva contrapposte le due superpotenze egemoni sulla scena mondiale dalla sconfitta del nazismo: Stati Uniti e Unione Sovietica. 


Il 9 novembre 1989 cade il Muro di Berlino. L'iconografia scolpita nei ricordi è quella dei giovani che si arrampicano tirandosi su a vicenda, dei picconi che sollevano polvere dalla granitica e affollata sommità della barriera, dei martelli dei primissimi "Mauerspechte", i "picchi del Muro", e degli idranti a cui rispondono ombrelli irridenti alzati in segno di sfida a un regime ormai agonizzante: in tre giorni, due milioni di persone passano il confine sancendo la fine di un'epoca segnata dalla Guerra Fredda e dalla contrapposizione tra le due superpotenze egemoni sulla scena mondiale: Stati Uniti e Unione Sovietica.     La verità, racconta la storia, è che il muro cadde quando nessuno se l'aspettava anche se in qualche modo era stato preannunciato dalle fughe estive di tedeschi orientali attraverso Ungheria e Cecoslovacchia e dalle dimissioni, il 18 ottobre, del leader della Ddr, Erich Honecker, che ancora a gennaio aveva preconizzato vanamente altri "cento anni di Muro". 

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Fuga da Berlino Est, i tunnel dehttp://www.rainews.it/dl/rainews/media/Fuga-da-Berlino-Est-i-tunnel-della-liberta-scavati-sotto-al-Muro-3d31be48-b529-40fc-9246-5e5029c95451.html#foto-1lla libertà scavati sotto al Muro 

Cronaca METEO DIRETTA - NEVE SULLE ALPI anche sotto i 1000m! Situazione FOTO E VIDEO

La perturbazione che sta interessando il Centro-Nord Italia determina generose nevicate sulle Alpi a quote localmente inferiori ai 1000m.


AGGIORNAMENTO ORE 12,45. Le nevicate proseguono incessanti sulle Alpi centro-orientali, tanto che a Madonna di Campiglio (TN) a 1500m il manto fresco ha superato i 30cm di spessore. Nevica anche a Cortina, Ortisei, Sappada e tutto il settore dolomitico con fiocchi che mediamente scendono fino a 1000/1200m ma a tratti anche sotto i 1000m in concomitanza dei fenomeni più intensi, come avvenuto in mattinata sulle valli trentine dove sono riusciti a spingersi fino a 500/600m. Sono cessate invece le nevicate sulle Alpi occidentali al confine con la Francia, con ampie schiarite che si sono fatte strada sul Piemonte occidentale.
AGGIORNAMENTO ORE 9,30. La perturbazione giunta giovedì sta segnando il passo sull'Italia, orchestrata da un minimo di pressione centrato tra il Mar Ligure e l'alto Tirreno e  distribuisce fenomeni diffusi ed anche copiosi sull'arco alpino, dove la neve cade a partire mediamente dai 1000/1200m ma a tratti anche più in basso (600-800m) nei fenomeni più intensi, come accaduto nella notte su tratti dell'Ossola e del Trentino. Fiocchi che si abbassano fino a 500/600m in Trentino sulle Valle di Non, di Sole e Rendena, 900m in Friuli sulla Carnia, grazie ai rovesci che si stanno intensificando.
Buoni gli accumuli di neve fresca che oltre i 1500m raggiungono i 20cm, ma con punte anche di 40/50cm sul Verbano oltre i 1500m. La neve continua a cadere su gran parte dell'arco alpino, ad eccezione di quello più occidentale al confine tra Piemonte e Francia, dove i fenomeni hanno subito un'attenuazione dalle prime ore dell'alba.
La neve non interessa soltanto l'arco alpino, ma i fiocchi hanno fatto nuovamente la loro comparsa sulla dorsale appenninica settentrionale fin verso i 1800m al confine tra toscana ed Emilia Romagna.

Una folla immensa per i funerali dei tre pompieri morti a Quargnento

Gremita la piazza del Duomo e le vie limitrofe. Presente anche il capo squadra ferito


ALESSANDRIA. Migliaia di persone in piazza del Duomo ad Alessandria per rendere omaggio ai vigili morti a Quargnento, Marco, Matteo e Antonino, nel giorno dei funerali di stato. Donne che piangono, uomini con gli occhi lucidi e un visibile magone. Tutte le forze dell’ordine schierate, tutti i volontari e centinaia di vigili del Fuoco, anche i colleghi di Villanova d’Albenga che erano con Antonino Candido fino a qualche mese fa. Ai funerali è presente anche il capo squadra dei vigili del fuoco Giuliano Dodero, ferito nell’esplosione di Quargnento: il suo arrivo in Duomo in carrozzina è stato accompagnato da un lunghissimo applauso.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è arrivato davanti alla Prefettura e a piedi ha raggiunto il Duomo, stringendo la mano a tutti i vigili del fuoco a lato della strada. Ad accompagnarlo nell’entrata in Cattedrale il ministro dell'interno Luciana Lamorgese, il presidente della Regione Alberto Cirio e il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco.
Poco dopo le 11 i feretri, ciascuno a bordo di un’autoscala, sono arrivati davanti alla Prefettura. La sirena dei Vigili del Fuoco è suonata nel momento in cui le bare sono state tirate fuori dalle autoscale per avviarsi in Cattedrale.

Troppi insulti e minacce, Liliana Segre da oggi è sotto scorta

I carabinieri proteggeranno la senatrice a vita, impegnatissima a diffondere la sua testimonianza di sopravvissuta all'Olocausto e nel contrastare la campagna di odio


Da oggi, i carabinieri del Comando provinciale di Milano garantiranno la scorta alla senatrice a vita Liliana Segre. La misura di protezione, scrive il Corriere della Sera, era da tempo sotto esame per i tantissimi messaggi di insulti e le minacce, soprattutto via web, che la Segre riceve ed è stata disposta mercoledì durante il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. 


Proprio l’alto livello di minacce e l’aumento degli eventi che vedono impegnata la senatrice contro la campagna di odio ha accelerato la decisione di disporre una scorta per la senatrice, impegnatissima nel diffondere la sua testimonianza di vita di deportata nel 1944 nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau e sopravvissuta all’Olocausto. 


La solidarietà di Laura Boldrini


La scorta a Liliana Segre dimostra che tutto quello per cui si sta battendo, dall'odio all'antisemitismo, è ancora vivo e va sconfitto. Cara Liliana, non sarai sola. Nelle tue battaglie, contami sempre al tuo fianco". Lo dichiara Laura Boldrini.

giovedì 7 novembre 2019

Maltempo a Genova, tromba d'aria e grandine: nessun danno

Strani fenomeni meteo sulla Liguria. Al termine del temporale è spuntato un grande arcobaleno




Una tromba marina, un arcobaleno, grandine e un intenso temporale di breve durata: è il mix di fenomeni meteorologici registrato dall'Arpal a Genova. Nessun danno da segnalare a persone o cose. Una tromba marina è passata al largo di Genova davanti al Porto Antico. Rovesci con grandine hanno interessato il settore centrale della Regione e in particolare il Ponente genovese, la Val Polcevera, la Valle Scrivia raggiungendo poi la Val Bisagno. 

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Maltempo, trombe d'aria su Genova giovedì 7 novembre
Maltempo: forti temporali e trombe marine al largo della città



Meteo a 7 giorni: una scorpacciata di PIOGGIA

Nuove barriere per fermare le frane dal Forte ma non basterà.

Assegnati d’urgenza i lavori sul versante in attesa dello stato di calamità. Domenica sarà creato il comitato Pro Gavi fra gli alluvionati e non solo. A Parodi stop all’emergenza idrica.


Barriere e reti metalliche per fermare almeno alcune delle frane cadute dalla collina del Forte. Il Comune ha assegnato in via d’urgenza all’impresa Terra.con di Poirino, la stessa che ha lavorato a Gavi dopo il 2014, i lavori previsti sin dal 2015 e finanziati solo la scorsa estate dalla Regione con 268 mila euro, cifra del tutto insufficiente a risolvere in via definitiva la grave situazione del versante del monte Moro. Con ordinanza è stato previsto il via ai lavori entro cinque giorni per la realizzazione di 30 metri di barriere flessibili in acciaio con reti, montanti e ancoraggi fissati sulla roccia. Inoltre, sarà installata una rete metallica a maglia metallica stesa su una superficie di 20 metri per 21, con l’obiettivo di consolidare questa parte del versante. Attualmente, gli evacuati a Gavi sono 51, soprattutto dal rione di Monserito e da via Garibaldi. Tra il 21 e 22 ottobre sono cadute circa quindici frane: ora il Comune attende la proclamazione dello stato di calamità da parte del governo e i relativi fondi per sistemare la collina, già franata nel 2014.

Nel 2015 era stato presentato un progetto da 5 milioni di euro allo Stato, mai finanziato. Quell’anno, ricordano dal Comune, “la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Regione e altri enti vennero informati della criticità del versante nonostante gli interventi di somma urgenza eseguiti”.

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mercoledì 6 novembre 2019

Meteo a 7 giorni: ci attendono giornate TURBOLENTE

Due distinte perturbazioni ci interesseranno nei prossimi sette giorni: la prima nella giornata di venerdì, la seconda tra domenica e lunedi.


Resterà aperto ancora per diversi giorni il canale perturbato che dal nord Atlantico invia fronti a ripetizione sul nostro Paese. 
E' doveroso dire che non tutte le regioni risultano coinvolte; ad esempio il versante adriatico, la Sardegna orientale, a tratti l'Emilia Romagna e gran parte del meridione si trovano sottovento al flusso portante occidentale o sud-occidentale e non ricevono quindi la pioggia. 
Nei prossimi sette giorni la pioggia dovrebbe arrivare per tutti, anche su quelle regioni che in questo periodo stanno patendo una parziale carenza idrica. 
Oltre alle piogge, al nord arriverà anche la neve sulle Alpi in media sopra i 1400-1500 metri. Le piogge si spingeranno fino alla Sardegna occidentale e alla Campania; altrove il tempo resterà asciutto e anche piuttosto mite. 
Nella giornata di sabato il tempo subirà un temporaneo miglioramento al nord, mentre piogge e temporali continueranno ad insistere sul Tirreno, la Sardegna e parte delle regioni meridionali, quantomeno il lato tirrenico. 
Nel frattempo sulla nostra Penisola arriverà aria progressivamente più fresca che renderà l'atmosfera davvero frizzante. 

Colpita ancora libreria antifascista "La Pecora elettrica" a Roma. È il secondo incendio del 2019

Il locale avrebbe dovuto riaprire domani. Il titolare: "Sono entrati e hanno dato fuoco a tutto". Trovate tracce di liquido infiammabile. Ipotesi investigativa: "Dato alle fiamme perché disturba lo spaccio"


Nuovo rogo nella notte nella caffetteria/libreria “La Pecora Elettrica” a Roma, luogo dichiaratamente antifascista. Il locale, che si trova in zona Centocelle era stato già distrutto dalle fiamme da un incendio la notte del 25 aprile e avrebbe dovuto riaprire domani, 7 novembre.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia Casilina e i vigili del fuoco. I vigili del fuoco hanno ritrovato liquido infiammabile all’interno della libreria. I responsabili dell’incendio sarebbero entrati all’interno forzando la saracinesca.
Secondo gli inquirenti potrebbe esserci un collegamento tra i due incendi alla libreria antifascista “La Pecora elettrica” e quello divampato quasi un mese fa nel locale di fronte. Tra le piste quella che i due locali, gli unici aperti la sera, possano avere disturbato un giro di spaccio nel parco adiacente.
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martedì 5 novembre 2019

Esplosione a Quargnento – Crollo doloso e omicidio plurimo: i reati contestati per ora a ignoti. Le testimonianze e le iniziative di cordoglio

Lutto cittadino a Gavi, paese di uno dei vigili del fuoco morti, bandiere a mezz’asta ad Alessandria e lutto cittadino il giorno dei funerali, anche a Gavi e Quargnento


QUARGNENTO (Alessandria). La procura di Alessandria ha aperto un fascicolo per crollo doloso di edificio e omicidio plurimo. E proseguono le indagini sull'esplosione avvenuta la scorsa notte in una cascina di Quargnento, che ha provocato la morte di tre vigili del fuoco e il ferimento di altri due e di un carabiniere.
Lutto cittadino a Gavi, città natale di Matteo Gastaldo, 46 anni, uno dei tre vigili del fuoco morti nell' esplosione nella cascina di Quargnento. Matteo Gastaldo, sposato, con una bambina di 9 anni, era un «gaviese doc» come lo ha definito la vice sindaca Nicoletta Albano.
La famiglia è proprietaria di una storica gelateria della cittadina, la gelateria bar Matteo fondata dal nonno che aveva lo stesso suo nome. «Matteo era un gaviese doc. Durante l'ultima emergenza maltempo, che ci ha messo in ginocchio, è stato sempre in prima linea, sia come vigile del fuoco sia come compaesano». Il vicesindaco di Gavi, Nicoletta Albano, lo ricorda così. «Matteo deve il suo nome al nonno, che qui ha fondato la storica gelateria oggi gestita dal fratello», aggiunge la vicesindaca. «L'intera cittadinanza e tutta l'amministrazione comunale è vicina alla famiglia del nostro vigile del fuoco - osserva -, non solo in questi giorni di profondo dolore ma anche in futuro. Vogliamo assicurare la nostra vicinanza alla compagna Elisa e alla figlia di 9 anni, Elena Sofia». 
Bandiere a mezz'asta sulla facciata del Comune di Alessandria e sugli altri edifici comunali. Lo ha deciso l'amministrazione comunale. Il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco ha inoltre annunciato l'intenzione di proclamare il lutto cittadino il giorno dei funerali. Analoga iniziativa è stata già annunciata dal Comune di Quargnento e dal Comune di Gavi.

Allerta arancione nel Levante ligure: scuole chiuse a Rapallo e Santa. Aperte a Sestri Levante

Mareggiata di Libeccio ancora sul centro e sulle aree più orientali della Liguria


Allerta arancione per piogge e temporali. Non c'è tregua per il levante ligure. L'ennesima perturbazione si sta abbattendo sulla parte più orientale della Liguria. Arpal ha diffuso un avviso di allerta di colore arancione per le zone che vanno da Portofino fino al cconfine con la Toscana, in tutta la provincia della Spezia, nella Val Fontanabuona e nella Valle Sturla. 
Con l'allerta elevata ad arancione, nel Tigullio, oggi, scuole chiuse a Rapallo e Santa Margherita. A Chiavari e a lavagna chiudono solo due istituti, quelli nelle posizioni più a rischio. A Sestri Levante le scuole di Riomaggiore rimarranno aperte.
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Crolla una casa: due vigili del fuoco morti, due feriti e un disperso. Ferito anche un carabiniere. Ipotesi dolo

La tragedia a Quargnento per una fuga di gas, feriti altri due pompieri e un carabiniere


QUARGNENTO (ALESSANDRIA). Tragedia poco dopo mezzanotte a Quargnento, poco distante dal mulino, dopo il bivio per Fubine, in via San Francesco d'Assisi: nello scoppio di una casa sono morti due vigili del fuoco, poco piu che trentenni, di Alessandria e di Reggio Calabria, un terzo di 46 anni risulta disperso sotto le macerie.  Si sta scavando per trovarlo. Altri due pompieri e un carabiniere sono rimasti feriti. Sul posto il comandante provinciale dei vigili del fuoco Marchioni e il comandante dei carabinieri Lorusso. 
Sta arrivando da Roma il comandante nazionale del Corpo, ingegner Dattilo.
Gli scoppi sono stati due. Il primo intorno a mezzanotte. I vicini, che abitano a meno di cento metri, hanno chiamato i vigili del fuoco, arrivati poco dopo. Verso l’una e un quarto il secondo scoppio, molto piu forte che ha fatto crollare una casa attigua. Dentro c'erano i vigili che stavano facendo il sopralluogo. Il secondo boato è stato sentito in tutto il paese e anche in  quelli intorno. Anche la gente ha scavato tra le macerie, poi sono arrivati numerosi rinforzi.