Giordano Stabile
inviato a Beirut
Decine di civili, tra i quali due bambini, sono stati uccisi in un
attacco aereo in cui sono stati sprigionati “gas tossici” contro Khan
Sheikhun, nordovest della Siria, nella provincia di Idlb controllata dai
ribelli. Secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani, vicino
all’opposizione, non è chiaro che tipo di sostanza sia stata usata. Ci
sarebbero almeno cento vittime, molti bambini. Altre fonti
dell’opposizione sostengono che il raid è stato condotto da Su-22 del
regime e i bambini presentano sintomi simili a quelli causati dal “gas
Sarin”, come soffocamento e fili di bava bianca che colavano agli angoli
della bocca. Un altro attacco aereo, riferisce un medico a Bbc Arabic,
avrebbe poi colpito l’ospedale in cui venivano curati gli intossicati. L’accordo con l’Onu
Nel settembre del 2013 il regime e l’Onu hanno raggiunto un accordo per lo smantellamento degli stock di armi chimiche, dopo un sospetto attacco nella periferia a Est di Damasco. La distruzione è avvenuta nel corso del 2014 ma potrebbero essere rimaste delle piccole quantità in depositi segreti.
Resta da chiedersi perché Assad, che sta vincendo sul terreno con l’aiuto dei russi e degli iraniani e ha appena incassato dall’ambasciatrice Usa all’Onu un atteggiamento molto più accomodante da parte degli Stati Uniti, avrebbe dovuto lanciare un attacco con gas nervino, di queste proporzioni, senza nessuna necessità militare. L’offensiva dei ribelli nel Nord della provincia di Hama è fallita ed è finita in un disastro, così come i tentativi nei sobborghi di Damasco. Se davvero il raiss ha ordinato attacchi con il Sarin sarebbe un suicidio politico del tutto irrazionale.
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