martedì 24 novembre 2009
Cafasso: eroina al posto di coca
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lunedì 23 novembre 2009
Cade C-130, 5 morti Chiuso aeroporto Pisa
PISA - Un aereo militare C130 è caduto nei pressi dell'aeroporto di Pisa durante un'attività addestrativa. Morti tutti e cinque i militari a bordo. L'aeroporto civile di Pisa, che è adiacente a quello dell' aereonautica militare e che usa le stesse piste, è chiuso a causa dell' incidente.
Erano tutti in servizio alla 46esima brigata aerea di Pisa i cinque militari morti nell'incidente al C130J: si tratta - rende noto l'Aeronautica Militare - del maggiore pilota Bruno Cavezzana, 40 anni, di Trieste, del tenente pilota Gianluca Minichino, 28 anni, di Napoli, del tenente pilota Salvatore Bidello, 30 anni, di Sorrento (Napoli), del maresciallo Maurizio Ton, 44 anni, di Pisa e del maresciallo Gianluca Larice, 39 anni, di Mestre (Venezia). L'Aeronautica Militare, afferma una nota della forza armata, "esprime il proprio cordoglio ai familiari delle cinque vittime".
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venerdì 20 novembre 2009
Trovata morta la trans Brenda E' la seconda vittima del caso Marrazzo
La transessuale - coinvolta nella vicenda che ha fatto dimettere
il governatore del Lazio - è stata trovata senza vita, asfissiata
La Procura di Roma indaga per omicidio volontario. Forse voleva scappare: aveva le valigie pronte. Il suo computer immerso nell'acqua. Scoperte tracce di liquidoinfiammabile
ROMA - Si infittisce il mistero sul caso Marrazzo. E' stata trovata morta asfissiata nella sua casa invasa dal fumo, la trans brasiliana Brenda, 32 anni, coinvolta nella vicenda di sesso, droga e ricatti che ha portato alle dimissioni del presidente della Regione. La Procura di Roma sta indagando sull'ipotesi di omicidio volontario. In questura sono state convocate 15 persone attualmente sottoposte a interrogatorio. tra loro una trans che si chiama Veronica, che sarebbe stata in compagnia di Brenda fino alle 4 di stanotte.
Il computer. I magistrati hanno disposto l'autopsia, gli esami tossicologici e ordinato il sequestro del computer della vittima, trovato immerso nell'acqua in un lavandino. Rispetto a questo particolare si avanzano due ipotesi, una opposta all'altra: il tentativo di renderlo inutilizzabile, da parte di chi non è al corrente che che, comunque, l'hard disk si può salvare; oppure per la ragione opposta, salvare il computer dal fuoco.
Il luogo. Tracce di liquido infiammabile sarebbero state trovate nell'appartamento, non lontano dal cadavere di Brenda. Secondo quanto si apprende, l'incendio avrebbe causato solo qualche danno alla casa. La porta d'ingresso, al momento dell'arrivo dei vigili del fuoco, era chiusa.
Brenda giaceva su un letto collocato in un soppalco di 8 metri quadrati, costruito nella stanza del piccolo appartamento che è di 10 metri quadrati. Secondo quanto accertato le fiamme e il fumo sono scaturite vicino ad un borsone nell'ingresso dell'appartamento. La combustione, lenta, ha provocato fumi che avrebbe soffocato Brenda, che aveva il corpo annerito dalla fuligine. In un primo momento si era inmvece pensato che fosse carbonizzato.
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Si suicida in carcere,ma era libero
Barese condannato a Rimini stava per lasciare la cella a Palmi
(ANSA)- RIMINI, 19 NOV - Era gia' stato formalmente scarcerato, ma nessuno glielo aveva comunicato e l'uomo si e' tolto la vita in carcere a Palmi (Reggio Calabria).E' accaduto martedi' scorso, secondo quanto riporta oggi il Corriere di Rimini:l'uomo infatti, 41 anni, di Bari,era stato condannato nel capoluogo romagnolo nell'agosto 2008 per il furto di uno zaino in spiaggia.Andati a vuoto i tentativi di ottenere i domiciliari in una comunita' di recupero, l'uomo era disperato e si e' suicidato con il fornellino del gas.Fonte
giovedì 19 novembre 2009
Emanuela Orlandi, c'è il primo indagato La testimone: "E' morta 26 anni fa"
Uno dei manifesti affissi a Roma per la scomparsa di Emanuela Orlandi
ROMA - Dopo oltre 26 anni c'è il primo indagato nella vicenda della scomparsa di Emanuela Orlandi. Sarebbe stato identificato l'uomo che il 28 giugno del 1983, sei giorni dopo il rapimento della 15enne figlia di un funzionario del Vaticano, telefonò alla famiglia qualificandosi come Mario. A riconoscerlo è stata Sabrina Minardi, ex compagna di Enrico De Pedis, il "Renatino" della Banda della Magliana che avrebbe gestito il sequestro della ragazza. La Minardi, convocata in Procura a Roma come riscontro a novità investigative emerse pochi giorni fa, è stata ascoltata ieri dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal pm Simona Maisto.L'AUDIO DELLA TELEFONATA
La donna agli inquirenti ha ribadito, con più precisione rispetto alle deposizioni di un anno e mezzo fa, che Emanuela è morta. Nel giugno scorso mise a verbale alcune dichiarazioni. Ora ha ripetuto ai magistrati che la Orlandi fu uccisa qualche mese dopo il sequestro e che il cadavere, in un sacco, fu gettato assieme a un altro in una betoniera. La Minardi non vide il corpo della Orlandi, seppe che si trattava della ragazza da De Pedis, che lei accompagnò appositamente in un cantiere a Torvajanica, sul litorale laziale. Con Renatino c'era un altro uomo che - è stato specificato in Procura - non è il telefonista Mario.
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Cucchi: trasferiti tre medici ospedale Pertini
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Battisti: si' estradizione, 'ma a Lula ultima parola'
ROMA - Spetta a Lula l'ultima parola sull'estradizione di Cesare Battisti. Il Supremo Tribunal Federal, per cinque voti a quattro, ha lasciato l'autorita' sulla decisione al presidente brasiliano.
La Corte si era precedentemente espressa a favore dell'estradizione, grazie al voto del suo presidente Gilmar Mendes: il si' era passato cosi' con cinque voti contro i quattro contrari.
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mercoledì 18 novembre 2009
Cosentino, rinviata la decisione sull'autorizzazione all'arresto
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martedì 17 novembre 2009
«Virus A, mio padre morto tre giorni dopo il vaccino»
Paolo Manconi è deceduto sabato, stroncato da encefalite. I familiari: vogliamo sapere se è stato l’antidoto
SALERNO — Paolo Manconi, 64 anni, è morto tre giorni dopo essersi sottoposto alla somministrazione del vaccino contro l'influenza A-H1N1 in uno dei centri predisposti dall'Asl di Salerno. Aveva sofferto in passato di asma bronchiale, motivo per il quale il suo medico curante gli aveva consigliato il vaccino, ma è deceduto per tutt’altra malattia: meningo-encefalite. Negli ultimi mesi, l’uomo non aveva mai manifestato sintomi che potessero far pensare a questo tragico decorso. E allora perché tutto questo? Quali sono le cause di questa morte inaspettata? Potrebbe esserci un collegamento tra il decesso e l'antidoto assunto qualche giorno fa? Per queste domande, il figlio della vittima, Francesco Manconi, chiede risposte chiare. Che solo una indagine medica approfondita, dopo l’autopsia, potrebbe fornire....
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lunedì 16 novembre 2009
Gb: preso stupratore seriale
Preferiva vittime anziane, una aveva 93 anni
(ANSA) - LONDRA, 16 NOV - E' stato arrestato 'the night stalker' - 'il cacciatore della notte' - che per 17 anni avrebbe compiuto stupri su donne anziane. Delroy Grant, 52 anni, e' stato formalmente incriminato dai magistrati di Greenwich che gli contestano cinque stupri, sei aggressioni e 11 furti in appartamenti. La sua 'carriera' inizia nel 1992, ed e' terminata con il suo arresto nelle prima ore di domenica, da parte di Scotland Yard. Una delle donne aggredite aveva 93 anni.
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domenica 15 novembre 2009
Giovani mammoni? Problema lavoro in Italia
Secondo il bilancio Istat 7 giovani su 10 in un’età compresa tra i 20 e i 34 anni vivono ancora in famiglia. Il dato è certamente preoccupante ma, in Italia i giovani sono davvero cosi “mammoni”?
Che i giovani in Italia siano mammoni non v’è dubbio ma è necessario anche indagare le cause di questa situazione.
Certamente il problema del lavoro, la disoccupazione e il precariato in Italia, non aiuta i giovani a staccarsi dalla famiglia in tempi consoni all’età.
Il precariato spinge i giovani italiani a restare in famiglia perché non possono permettersi un mutuo ad esempio o di poter vivere con la certezza economica di uno stipendio.
Giovani mammoni in Italia dunque si, ma per tanti buoni ragionevoli motivi.
venerdì 13 novembre 2009
Tre medici e tre agenti penitenziari indagati per la morte di Cucchi
I sanitari sono accusati di omicidio colposo, gli agenti di omicidio preterintenzionale
Fondamentale il racconto del supertestimone. Nessun riscontro sui carabinieri
di MARINO BISSO e CARLO PICOZZA
ROMA - A tre agenti carcerari che lo hanno avuto in custodia e ad altrettanti medici del reparto di detenzione dell'ospedale Sandro Pertini sono arrivati gli avvisi di garanzia nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi, il trentunenne arrestato in buone condizioni di salute alle 23.30 del 15 ottobre (in possesso di pochi grammi di droga) e deceduto alle 6.45 del 22, denutrito, disidratato, con la schiena rotta e altri traumi.I sanitari sono accusati di omicidio colposo: destinatari dei provvedimenti sono Aldo Fierro, 60 anni, primario del servizio di Medicina protetta del Pertini e i suoi collaboratori Stefania Corbi, 42, e Rosita Caponetti, 38. Secondo il capo di imputazione, i tre, "omettendo le dovute cure, cagionavano la morte di Cucchi".
In particolare per il contrasto alla denutrizione e alla disidratazione, i sanitari disponevano degli strumenti e avrebbero potuto mettere in campo le azioni necessarie per curarlo anche se il paziente avesse rifiutato le cure. L'avviso di garanzia, spiegano in Procura è dovuto a "un eccesso di garanzia per consentire agli interessati di nominare un consulente in vista della riesumazione della salma".
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giovedì 12 novembre 2009
Eutelia, Fiom: il governo intervenga subito
Conferenza stampa nella fabbrica occupata. I lavoratori sono senza stipendio da mesi
Molti di loro sono ingegneri, tecnici superspecializzati che si occupano da anni di telecomunicazioni ed informatica, rimbalzati per acquisizioni e fusioni successive tra aziende di cui ormai han perso, dicono, il conto: Noicom, Bull, Getronics, poi Eutelia ed infine Agile.
Non vedono lo stipendio da mesi, almeno nella sede di Torino: «Siamo stati spostati nella Agile a giugno, ci hanno dato lo stipendio solo quel mese, anzi la prima metà ce l'ha data la vecchia azienda, Eutelia e gli altri 15 giorni erano della nuova azienda, Agile. Poi più niente». Loro però sono rimasti al lavoro, per paura di perdere le commesse, per paura di non avere più un futuro.
Tra i clienti, ci dicono, abbiamo anche delle istituzioni, dobbiamo dare continuità al servizio, ma non ce la facciamo più.
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Ucciso da rom nel teramano: due arresti, caccia a latitante
di Roberto Almonti
ALBA ADRIATICA (TERAMO) - L'ennesima tragedia provocata dai Rom ha fatto traboccare il pentolone in ebollizione della difficile convivenza ad Alba: quella che doveva essere la fiaccolata in memoria della seconda vittima di un pestaggio di nomadi si è trasformata in una spedizione punitiva. Per gli oltre 200 residenti l'obiettivo sono diventati due dei tre indagati e le abitazioni dei rispettivi parenti. Respinto il tentativo di linciare all'uscita dalla caserma due dei tre giovani zingari accusati dell'omicidio - arrestati in serata con l'accusa di omicidio volontario - la sommossa si è trasferita nella zona nord della cittadina: auto rovesciate e danneggiate, pietre e altri oggetti lanciati contro le abitazioni dei rom. Lui, Emanuele Fadani, commerciante di 37 anni, sposato e padre di una bimba di sei anni, è stato ammazzato di botte, sotto il balcone di casa del fratello. Emanuele Fadani come Antonio De Meo, cameriere di 23 anni: tutti e due morti, tutti e due massacrati da tre zingari ubriachi.
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martedì 10 novembre 2009
Frana ad Ischia, muore una ragazza
Diverse le auto che sono finite in mare, così come quelle che sono rimaste sepolte sotto la massa di fango. In una di queste viaggiava Anna De Felice, la 15enne che per il momento è l'unica vittima ufficiale: nei polmoni della ragazza i medici hanno trovato acqua e sabbia. Secondo fonti della protezione civile regionale, in mare sarebbero ancora dispersi un'altra ragazzina e un'altra persona, ma non ci sono conferme. I sommozzatori dei vigili del fuoco e delle Capitanerie di Porto stanno proseguendo le ricerche, rese però difficili dalla grande quantità di terreno e detriti che ha intorbidito l'acqua. Dal fango sono invece state estratte vive una quindicina di persone, tra cui un bambino di 6 anni che in un primo momento era stato dato per disperso, e una bimba, trasportata in ospedale in gravi condizioni. Complessivamente sarebbero una ventina le persone che sono state portate in ospedale, una decina delle quali sono state ricoverate. La frana ad Ischia "mi fa grande rabbia perché significa che tutto il lavoro che è stato fatto fino ad oggi non è stato sufficiente" dice il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso.
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Omicidio di Simonetta Cesaroni l'ex fidanzato rinviato a giudizio
Simonetta Cesaroni
ROMA - Svolta nell'inchiesta per il delitto di via Poma. Raniero Busco, ex fidanzato di Simonetta Cesaroni, uccisa con 30 coltellate il 7 agosto 1990 a Roma, è stato rinviato a giudizio per omicidio volontario. Il processo comincerà il 3 febbraio prossimo davanti ai giudici della Terza corte d'Assise. A disporre il processo è stato il Gup Maddalena Cipriani.
Il giudice dell'udienza preliminare ha dunque accolto l'impostazione accusatoria e la ricostruzione del pm Ilaria Calò che contestava a Busco il reato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. Simonetta Cesaroni, all'epoca 21enne, fu uccisa con 29 coltellate: il suo corpo fu trovato nella palazzina di via Poma dove lavorava negli uffici degli ostelli della gioventù. Busco, oggi 44enne e sposato, non si è presentato all'udienza preliminare: difeso dall'avvocato Paolo Loria, si è sempre proclamato innocente.
Il morso sul seno Tra gli elementi decisivi per la decisione del Gup, a quanto sembra, è la perizia sul segno di un morso che fu riscontrato sul seno di Simonetta. Quel segno, secondo i consulenti dell'accusa, corrisponde all'arcata dentaria di Busco. In generale, la svolta nell'inchiesta è arrivata dopo l'applicazione delle nuove tecniche investigative, a partire dai test di rilevazione delle tracce biologiche e le analisi di quelle ematiche.
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lunedì 9 novembre 2009
Giovanardi: "Cucchi? Morto perché drogato" La famiglia: "Vogliamo solo giustizia"
Il sottosegretario liquida così i misteri intorno alla morte del ragazzo romano
"Era uno spacciatore ed era anche anoressico". Idv: "Dimissioni"
Il presidente della Provincia di Roma Zingaretti: "Si scusi o intervenga Berlusconi" Carlo Giovanardi
Giovanardi non concede spazio al dubbio: "Era in carcere perché era uno spacciatore abituale. La verità verrà fuori, e si capirà che è morto soprattutto perché era di 42 chili". Così il sottosegretario alla Presidenza alla trasmissione "24 Mattino" su Radio 24.
Giovanardi segue le politiche giovanili del governo e la lotta alla droga. E non ha alcun dubbio. Non ci sono responsabilità umane nella morte di Cucchi. Quel corpo pieno di lividi e fratture di cui è ancora ignota la causa, quelle cartelle cliniche apparentemente manomesse, quella coltre di dubbi che circonda la morte del ragazzo romano, per il sottosegretario, non significano nulla. Se c'è un colpevole, per Giovanardi, è la droga: "Che ha devastato la sua vita, era anoressico, tossicodipendente, poi c'è il fatto che in cinque giorni sia peggiorato, certo bisogna vedere come i medici l'hanno curato. Ma sono migliaia le persone che si riducono in situazioni drammatiche per la droga, diventano larve, diventano zombie: è la droga che li riduce così".
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Vent'anni fa cadeva il Muro, festa a Berlino
di Gateano Stellacci
BERLINO - Una nuova barriera si snoda in questi giorni a Berlino su un percorso di 1,5 km davanti alla Porta di Brandeburgo, fra il Bundestag e la Potsdamer Platz, là dove una volta si ergeva il Muro di cemento che ha diviso per 28anni l'attuale capitale della Germania. Ieri per tutto il giorno una folla festosa si è aggirata intorno alla barriera, scattando foto ricordo o bevendo un vino caldo per combattere il freddo.
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domenica 8 novembre 2009
sabato 7 novembre 2009
Virus A, oggi nuovi decessi
Pneumologi: "E' meno aggressivo del previsto"
ROMA - Sale a 32 il bilancio delle vittime da influenza A in Italia: oggi, infatti, sono deceduti un anziano affetto da mieloma ricoverato a Torino ed una bambina di 8 mesi a Napoli. Ma, sempre a Napoli, è stata anche disposta l'autopsia su un bimbo di 4 mesi morto oggi, per stabilire se la causa sia il virus A/H1N1, in questo caso sarebbe la 33ma vittima. Un neonato di 25 giorni è stato ricoverato all'ospedale Cardarelli con una polmonite risultando positivo al test del virus A/H1n1. "L'epidemia influenzale e nel pieno della sua azione: almeno 700 mila italiani si sono ammalati, di questi 200mila bambini sotto i 14 anni": è il bilancio dell'epidemiologo Donato Greco dell'Istituto superiore di sanità, indicato dal ministero della Sanità come consulente per l'influenza A in Campania. A Roma, intanto, sono stati ricoverati due medici di base che, non vaccinati, avrebbero contratto il virus dai pazienti....
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giovedì 5 novembre 2009
Scontro fra treni, dieci feriti "Ci hanno detto: tenetevi forte"
Erano le 7.44, come riferisce il 118 di Brescia, quando alla sala operativa è arrivata la telefonata di emergenza. Come ha raccontato uno dei passeggeri in un'intervista a Sky Tg24, "i macchinisti si erano resi conto che l'impatto era imminente, allora sono venuti nella prima carrozza e ci hanno detto: tenetevi forte, tenetevi forte".
A destare più preoccupazione, ma si tratta di un codice giallo, è il macchinista del treno passeggeri. Gli altri feriti lievi sono soprattutto studenti. Per i passeggeri del convoglio coinvolto nello scontro, circa 200, è stata messa a disposizione, come punto di assistenza, una sala del Comune di Marone. Ancora da stabilire le cause dell'impatto.
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mercoledì 4 novembre 2009
Italiani preoccupati dall'influenza A ma sul vaccino prevale lo scetticismo
Multimedia
- LE TABELLE
Oltre la metà degli intervistati, da Nord a Sud, pensa di poter essere colpito dall'influenza A, in particolare i più giovani. Ma in molti ammettono la scarsa conoscenza della malattia: quasi due italiani su tre non saprebbero come comportarsi in caso di contagio. Il 42 per cento delle persone coinvolte nell'indagine accusa le istituzioni responsabili di non dire tutta la verità e addirittura di nascondere qualcosa. Di qui l'allarme, ma anche il diffuso scetticismo sulla vaccinazione. Il ricorso al vaccino è infatti escluso da più della metà degli intervistati: il 56 per cento si dichiara contrario, contro il 33 per cento favorevole e l'11 per cento senza opinione in proposito. La ragione di questa forte opposizione è da cercare nelle controindicazioni: la maggioranza ritiene che sia un vaccino poco sperimentato e dunque potenzialmente in grado di provocare danni alla salute.
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martedì 3 novembre 2009
"Un detenuto non si picchia in sezione" Audio shock dal carcere di Teramo
di due guardie carcerarie che discutono sul pestaggio di un uomo
"Queste cose si fanno sotto... Abbiamo rischiato la rivolta, perché il negro ha visto..."
Il comandante delle Guardie ammette: "Quella voce è la mia"
di GIUSEPPE CAPORALE
TERAMO - "Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto. Un detenuto non si massacra in sezione, si massacra sotto...". Parole dal carcere di Castrogno a Teramo, parole registrate all'interno di uno degli uffici degli agenti di polizia penitenziaria. Frasi spaventose impresse in un nastro. Ora questo audio è nelle mani della Procura della Repubblica di Teramo che ha aperto un'inchiesta sulla vicenda. Sono parole che raccontano di un "pestaggio" ai danni di un detenuto, quasi come fosse la "prassi", un episodio che rientra nella "normalità" della gestione del penitenziario. Un concitato dialogo tra il comandante delle guardie del penitenziario, Giuseppe Luzi e un agente che svelerebbe un gravissimo retroscena all'interno di un carcere già alle prese con carenze di organico e difficoltà strutturali.
ASCOLTA L'AUDIO
Il nastro è stato recapitato al giornale locale La Città di Teramo, ed è scoppiata la bufera. Il plico era accompagnato da una lettera anonima.
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lunedì 2 novembre 2009
Alda Merini consacrata dalla tv, abile a sfruttarla
MAURIZIO CUCCHI | |
La scomparsa di un poeta è difficilmente oggetto di un interesse diffuso, nella società d’oggi. Così come lo è in genere, purtroppo, la sua opera. Alda Merini costituisce un’evidente eccezione, perché proprio in questi ultimi vent’anni, in tempi di ben poca presenza pubblica del poeta e della poesia, aveva saputo oltrepassare i confini del semianonimato per imporsi quasi come una star. Lo aveva fatto utilizzando in modo abilissimo il mezzo televisivo (e poi non solo quello, ovviamente), che le aveva consentito di esprimere un personaggio - se stessa - in grado di coincidere quasi perfettamente con l’idea che in genere la gente ha del poeta: bizzarro e maledetto, insolito e sfortunato, estroso ai limiti della follia (e nel suo caso anche dentro la follia), ispirato e estraneo alle convenzioni. Alda Merini era un poeta già presente da ragazza in quella che era allora una vera società letteraria: era entrata infatti in un’antologia generazionale (Quarta generazione, del ’54) ancora giovanissima. Poi un periodo di oblìo molto lungo, quindi il successo. Che fosse una poetessa vera non c’è dubbio, ma di una specie particolare. E cioè, indisciplinata negli esiti, dove sapeva colpire con improvvise immagini vibranti e forti accensioni suggestive, ma dove anche poteva concedersi, più o meno consapevolmente, soluzioni piuttosto facili e di non meno facile ascolto. La sua scomparsa è dolorosa, come dolorosa e travagliata è stata la sua esistenza. Speriamo che l’attenzione che è stata capace di suscitare si possa ora anche rivolgere a quanto di importante e spesso messo in ombra sa realizzare la nostra poesia contemporanea. Fonte |
domenica 1 novembre 2009
Virus A, morta a Napoli una bambina di undici anni
Dal mese di settembre è la sesta vittima a Napoli Dodicesimo decesso in Italia, primo fra bambini
di Maria Emilia Bonaccorso
ROMA - E' una undicenne di Pompei la dodicesima vittima dell'influenza A in Italia, dal mese di settembre è la sesta morte a Napoli, la prima fra i bambini nel nostro Paese. Preoccupazione per un'altra bimba bolzanina della stessa età in condizioni molto critiche, ricoverata da una settimana alla Clinica universitaria di Innsbruck in Austria. Mentre le regioni si apprestano, fra i ritardi, a far partire nei prossimi giorni, a macchia di leopardo, la "fase 2" della vaccinazione contro la pandemia, aumentano le vittime del virus.
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