ROMA -
C'è più di un mal di pancia, in queste ore, nei corridoi di Camera e
Senato. Le nuove regole sui vitalizi spaventano molti parlamentari, in
particolare quei peones che rischiano di non essere eletti nella
prossima legislatura. Ed ecco che spunta l'idea maliziosa, la tentazione
pericolosa: dimettersi entro la fine di dicembre per non incappare
nella rigidità delle nuove regole. Le indiscrezioni sono state
rilanciate in tv da Sky Tg 24.
Dal primo gennaio 2012, infatti, entrerà in vigore il sistema
contributivo anche per chi è attualmente in carica. E soprattutto
scatterà la nuova norma tagliola: niente assegno per chi ha meno di 60
anni, se si ha più di un mandato alle spalle; mentre chi ha accumulato
un solo mandato dovrà attendere addirittura fino ai 65. In particolare
sono nel panico quei 350 neoeletti che col nuovo sistema potrebbero
rimanere del tutto esclusi dall'assegno: le regole saranno valide solo
per l'ultimo anno di legislatura, quando non avranno ancora raggiunto
quei 4 anni, sei mesi e un giorno che col vecchio sistema avrebbero
garantito la "pensione". A meno che non venga adottata nelle prossime
settimane una norma transitoria ad hoc.
Nei palazzi della politica, alcuni considerano l'ipotesi dimissioni solo
una boutade. Di sicuro è una nuova fonte di nervosismo per i
parlamentari, già alle prese con le impopolari misure imposte dal
governo tecnico. Ma, per gli onorevoli tentati dalla furbata, c'è un
ostacolo di non poco conto: le dimissioni devono essere approvate da un
voto dell'aula. E, mentre soffia forte il vento dell'antipolitica, è
difficile che l'assemblea possa dare il via libera a una simile fuga di
massa.
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