La società non dovrà pagare i 30 miliardi di euro richiesti dalle
centinaia di parti civili ammesse nel processo. Bonelli: "È la morte del
diritto e della democrazia. Negare i risarcimenti ai parenti delle
vittime e tutte le altre parti civili significa condannarli ancora a
morte"
Il
decreto Renzi salva l’Ilva anche dal
pagamento dei risarcimento. È la notizia emersa nel corso dell’
udienza preliminare dinanzi al giudice
Vilma Gilli che accogliendo l’istanza dei legali dell’azienda ha escluso l’Ilva dai
responsabili civili del processo nato dall’inchiesta denominata “A
mbiente svenduto”. Alla base della decisione, infatti, vi sarebbe la norma voluta dal
Governo che ha traghettato lo stabilimento siderurgico di
Taranto in amministrazione straordinaria consentendo così ai legali di
Pietro Gnudi di chiedere l’estromissione dell’Ilva dal processo perché e anche di
Riva Fire – cassaforte della famiglia lombarda – e
Riva Forni elettrici
perché queste ultime due non erano costituite come parti nell’incidente
probatorio svolto tra febbraio e marzo 2012. Gli avvocati dell’Ilva, a
cui si era associato il legale delle altre due società, hanno chiesto
l’applicazione delle regole del
decreto Marzano con l’eventuale presentazione delle richieste risarcitorie nel
calderone dei contenziosi al cospetto del Tribunale fallimentare di
Milano.
Continua
qui