Si scava senza sosta alla ricerca di superstiti. Lo sciame sismico non dà tregua, alle 5.17 nuova scossa di magnitudo 4.5
Dare un nome alle vittime, cercare fra le macerie chi ancora non
si trova, mettere in sicurezza gli edifici pericolanti, trovare un
posto dove stare a chi ha perso tutto. Il giorno dopo il devastante
terremoto di magnitudo 6 che ha colpito il Centro Italia sono queste le
priorità. All’alba il bilancio è salito a
247 morti il bilancio di chi ha perso la vita.
190 nel Reatino e 57 nell’Ascolano. «Ma si tratto di un numero aperto»,
destinato a crescere ancora ha detto questa mattina Fabrizio Curcio,
capo del Dipartimento della Protezione Civile. Nella notte non c’è stata
tregua. Per i soccorritori, che continuano a cercare i dispersi.
Per la gente sfollata che ha sentito nelle tendopoli o in ricoveri di fortuna, le scosse che si susseguono,
460 dall’inizio dello sciame, la più forte di magnitudo 4.5 che era quasi giorno, alle 5.17. Sono
264 le persone ferite ricoverate
nei diversi ospedali. L’emergenza di sangue è per il momento cessata
grazie alle tante donazioni, ma c’è gente che non ha più nulla e ha
bisogno di tutto il resto. Le prime luci hanno mostrato tutta la
devastazione: Amatrice, Accumoli e Pescara del Tronto, frazione di
Arquata, sono paesi rasi al suolo. Sotto le costruzioni crollate la
speranza è quella di trovare ancora persone in vita.
Come la bambina di dieci anni salvata ieri sera,
operata nella notte, sta bene. Un momento di gioia dopo i troppi di
disperazione. Alle ricerche lavorano 880 pompieri, con 250 mezzi. In
totale sono 5.400 gli uomini, tra le forze dell’ordine e i volontari,
impegnati nei soccorsi.
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