È operativo il decreto per il reddito di cittadinanza e la quota 100 delle pensioni.
di Domenico Cacopardo
19 Gennaio 2019 - 14:34
Utile, a questo punto, l’indicazione dei problemi attuativi. Il reddito sarà erogato ad aprile a coloro che si sono iscritti nell’apposito sito web, ai Caf o alle Poste. Non è previsto un controllo preventivo. L’analisi delle posizioni (successiva) è affidata all’Inps. L’ente, benché informatizzato, non riuscirà a definirle in tempi rapidi, vista la necessità di dedicare ai controlli qualche migliaio di operatori esperti. Perciò, è possibile che un certo numero di non aventi diritto riesca a ottenere il reddito. Chi riceve l’assegno deve poi recarsi in un Centro dell’impiego per firmare il cosiddetto Patto per il lavoro, l’impegno cioè ad accettare una eventuale proposta di lavoro. Per l’adempimento del Patto, negli uffici del lavoro saranno assunte alcune migliaia di giovani col compito di navigator (in realtà tutor) dei beneficiari. Chi ha immaginato questo meccanismo non ha mai lavorato nella pubblica amministrazione o, se vi ha lavorato, è ben consapevole che ci vorrà molto tempo, forse anni per ottenere un sistema funzionante ed efficace. E che, nel frattempo, ogni abuso è possibile, mentre la repressione sarà episodica e piuttosto rara. Per il reddito di cittadinanza i costi sono quantificati in 5 miliardi e 974 milioni nel 2019, 7 e 571 nel 2020, 7 e 818 nel 2021, 7.663 nel 2022. Somme insufficienti se, come possibile, il fenomeno si svilupperà senza argini preventivi, tali quindi da sballare i conti della finanziaria. Comunque, si tratta del più grande voto di scambio della storia dell’Italia unita. L’altro aspetto discutibile dell’operazione è l’offerta di lavoro. Se la stagnazione attuale continuerà o se, addirittura, si trasformerà in decisa recessione, l’offerta di cui parliamo sarà una pia illusione soprattutto al Centro, al Sud e nelle isole. E, dopo un anno e mezzo, il sussidio cesserà. Nella finanziaria non c’è nulla che possa indurre all’ottimismo. Martin Nadaud (1815-1898) deputato francese, nel 1850 aveva dichiarato alla Camera che «lorsque le bâtiment va, tout profite de son activité». In Italia non solo non si investe, ma gli investimenti previsti e finanziati vengono fermati.