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giovedì 21 novembre 2019

Comune di Genova: sì all'unanimità alla cittadinanza a Liliana Segre

Approvata anche l'immediata eseguibilità: domenica 24 novembre il sindaco Marco Bucci conferirà la cittadinanza alla senatrice a vita

Genova - Con un lungo applauso e il voto all'unanimità il Consiglio comunale di Genova ha approvato durante la seduta di oggi la delibera per l'assegnazione della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre.
La proposta era partita da un ordine del giorno del consiglio poi recepito dalla delibera della giunta di centrodestra.
Approvata anche l'immediata eseguibilità, in questo modo domenica 24 novembre il sindaco Marco Bucci conferirà la cittadinanza a Liliana Segre, che sarà a Genova per ritirare il Premio Primo Levi a Palazzo Ducale.
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Ponte Morandi, i sensori erano ko dal 2015. La ministra De Micheli: «Lette cose inaccettabili»

Il sistema di monitoraggio del viadotto, crollato il 14 agosto 2018, era stato danneggiato da alcuni lavori di manutenzione sulla sede stradale

Genova - Il Documento di Programmazione del rischio, in cui nel 2014 venne scritto che il viadotto Morandi era «a rischio crollo», veniva compilato con i dati dei sensori che Autostrade aveva montato anni prima sul viadotto. Che però dal 2015 non funzionavano più, perché i cavi di collegamento erano stati tranciati durante lavori di manutenzione sulla carreggiata. Secondo gli inquirenti, inoltre, i sensori non vennero sostituiti, nonostante che il Cesi e il Politecnico di Milano avessero consigliato di farlo.
Il sistema era stato poi inserito nel progetto di "retrofitting", i lavori di rinforzo delle pile 9 e 10, che però non sono mai partiti perché nel frattempo il ponte è crollato, provocando la morte di 43 persone.

Esplode deposito di fuochi d'artificio, cinque i morti

In provincia di Messina, sul posto sono arrivate diverse squadre dei vigili del fuoco

Un'esplosione si è verificata in un deposito di fuochi d'artificio e polveri piriche a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina. L'incidente è avvenuto in località Cavalieri. Sul posto sono arrivate diverse squadre dei vigili del fuoco. Il tragico bilancio è di cinque morti. Tra le vittime  c'è Venera Mazzeo, 71 anni, la moglie del titolare.
Uno dei feriti è stato individuato dai vigili del fuoco sotto le macerie ed estratto vivo. L'uomo è stato poi trasferito in ospedale.
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mercoledì 20 novembre 2019

Maltempo sempre più violento: in Italia 148 eventi estremi in un anno

Il clima in Italia è sempre più “estremizzato“: a dimostrarlo ci sono i numeri relativi al maltempo che colpisce la nostra penisola.
 
Secondo il rapporto 2019 dell’Osservatorio di Legambiente sull’impatto dei mutamenti climatici in Italia, presentato stamani a Roma, l’anno 2018 è stato caratterizzato in Italia da 148 eventi estremi. Questi episodi di maltempo violento hanno portato a 32 morti e 4.500 sfollati. Il bilancio è nettamente superiori rispetto alla media degli ultimi cinque anni.
 
Le città che dal 2010 hanno subito il maggior numero di eventi estremi sono Roma (33), Milano (25), Genova (14), Napoli (12), Palermo (12), Catania (9), Bari (8), Reggio Calabria (8) e Torino (7). Nelle città italiane, secondo il rapporto, la temperatura media è in continua crescita e a ritmi maggiori rispetto al resto del Paese.
 
Secondo l’Osservatorio meteorologico Milano Duomo, la media nazionale delle aree urbane di è +0,8 gradi centigradi nel periodo 2001-2018 rispetto alla media del periodo 1971-2000. Ma ci sono stati picchi a Milano (+1,5 gradi), a Bari (+1) e Bologna (+0,9).

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martedì 19 novembre 2019

Maltempo, frane e allagamenti mandano in crisi la viabilità

Nella zona di Novi Ligure si registrano diversi allagamenti e frane


ORE 17.30 — Chiusa per frana strada Rocca Sparviera, a Novi Ligure.
ORE 16.40 — Nella zona di Novi Ligure, diversi allagamenti e frane stanno rendendo difficoltosa la circolazione. In particolare, si segnalano allagamenti sulla provinciale tra Francavilla e Gavi (nel tratto tra il bivio per San Cristoforo e Gavi) e una frana sulla strada Pasturana-Basaluzzo, all'altezza di Pasturana. Chiusa la provinciale 154 tra Bosco Marengo e il casello autostradale di Novi Ligure e, sempre a Bosco Marengo, la strada delle Ghiare. Chiusa la provinciale 192 tra Mantovana e Sezzadio. Per quanto riguarda Gavi, vale la pena di ricordare che la strada "della Lomellina" è ancora chiusa dal 21 ottobre.

La strada tra Francavilla Bisio e Gavi

ORE 16.30 — Domani, mercoledì 20 novembre, scuole regolarmente aperte a Novi Ligure. Lo ha confermato pochi minuti fa il Comune.
ORE 14.00 — Ancora precipitazioni abbondanti su tutta la provincia. Secondo le centraline meteo dell'Arpa, a Gavi in 24 ore sono piovuti 103 millimetri di pioggia, poco meno (98) ai laghi della Lavagnina, a Casaleggio Boiro. La pioggia ha colpito in tutta la fascia appenninica, con dati che vanno dai 74 millimetri di Fraconalto agli 88 di Novi. Risparmiata la val Borbera (a Cabella sono caduti "solo" 50 millimetri di pioggia). Tra i Comuni centrozona, si registrano 58 millimetri ad Alessandria, 86 a Ovada, 75 ad Acqui e 44 a Casale Monferrato.
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Il maltempo non cede: le strade e le vie chiuse

Attenzionate le aree appenniniche e collinari dell'Alto Monferrato Ovadese, novese, acquese e delle valli Curone, Grue, Ossona, Borbera e Spinti





AGGIORNAMENTO ORE 13.20: Ad Alessandria l’amministrazione ha fatto sapere che sono iniziati gli spurghi in via Marengo, poi si proseguirà con quelli sugli spalti in zona Ospedale per risolvere il problema delle caditoie intasate che impediscono all’acqua di defluire.
AGGIORNAMENTO ORE 12.20: il Comune di Alessandria ha fatto sapere di aver chiuso strada Bolla, all’altezza del sottopasso della Stortigliona.
AGGIORNAMENTO ORE 12: la Protezione Civile segnala il restringimento di carreggiata sulla strada provinciale 232 tra Acqui e Castel Rocchero, grosse buche sulla strada provinciale 10 a San Giuliano Vecchio, transito difficoltoso.
AGGIORNAMENTO ORE 11.40: spalto Marengo ad Alessandria, nel video realizzato dalla nostra redazione.

Tromba d’aria ad Orbetello distrugge la riserva di Duna Feniglia: mille pini abbattuti

Una tromba d’aria che ha colpito Orbetello ha distrutto tra sabato e domenica scorsi la riserva di Duna Feniglia. La furia del vento, ha spiegato la Forestale in una nota, “ha interessato una superficie complessiva di circa 8 ettari di pineta: ad una prima stima sono state sradicate e stroncate circa mille piante di pino domestico”.


Il maltempo continua a provocare danni in Toscana. Una tromba d'aria ha raggiunto tra sabato e domenica scorsi Orbetello, in provincia di Grosseto, tra le più colpite dai temporali degli ultimi giorni, e distrutto quasi completamente la riserva naturale di Duna Feniglia. "L'evento – hanno spiegato i carabinieri  del reparto per la Biodiversità – ha interessato una superficie complessiva di circa 8 ettari di pineta: ad una prima stima sono state sradicate e stroncate circa mille piante di pino domestico". Le immagini, riprese dai cittadini, stanno facendo in questi minuti il giro della rete. La furia del vento ha sradicato 8 ettari di macchia mediterranea lungo questo pezzo di terra che unisce la costa di Ansedonia all'Argentario.

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Scenari di tempo instabile anche a LUNGO TERMINE

Ancora precipitazioni frequenti soprattutto al nord e lungo i versanti tirrenici, con perturbazioni che, a cadenza regolare di tempo, si affacceranno sull'Europa, scortate da tese correnti occidentali.


Non c'è pace per il nostro Paese, anche nei prossimi giorni sono previste nuove perturbazioni raggiungere il Mediterraneo centrale, con il loro carico di pioggia. Ne potranno essere interessate soprattutto le regioni del versante Tirrenico e le regioni settentrionali, dove le precipitazioni risulteranno particolarmente frequenti. Per questi settori, il bilancio finale di novembre, potrebbe lasciare in eredità una quantità di pioggia particolarmente elevata. Alcuni di questi settori, nell'arco di poche settimane hanno visto un appianamento del deficit di pioggia che gravava ormai da diversi mesi. Proprio adesso mentre vi stiamo scrivendo, una perturbazione sta nuovamente tenendo impegnati i cieli delle regioni settentrionali e dei versanti tirrenici, nuove piogge sono previste anche nei prossimi giorni, con una perturbazione particolarmente attiva che potrebbe interessare l'Italia a ridosso del prossimo fine settimana.
Nei prossimi giorni le correnti occidentali sono infatti previste in ulteriore intensificazione, le depressioni sfornate dal vortice polare alle latitudini settentrionali, risulteranno ancora più intense ed accompagnate da venti molto tesi, con diminuzioni evidenti della pressione atmosferica attorno al loro perno. La circolazione acquisterà caratteristiche di maggiore zonalità, le correnti occidentali diventeranno prevalenti rispetto agli scambi meridiani. Il risultato potrebbe essere quello che vediamo in questa
Ecco la previsione del modello americano riferita a sabato 23 novembre:
Il contesto generale delle temperature risulterà temperato, i valori termici previsti, tenderanno a portarsi leggermente superiori alle medie del periodo soprattutto al nord, mentre risulteranno in media al meridione. Questa tendenza potrebbe accompagnarci tranquillamente sin verso la fine del mese, le ondate di freddo risulteranno generalmente poco probabili e le precipitazioni ancora frequenti anche nell'ultima settimana di novembre.

lunedì 18 novembre 2019

Allerta arancione in provincia di Alessandria

Allerta arancione sulle zone appenniniche per rischio idrogelogico a causa delle nevicate e delle successive precipitazioni. Sono attesi fenomeni franosi diffusi e locali esondazioni dei corsi d'acqua che subiranno un rapido innalzamento. Le nevicate determineranno disagi alla viabilità e, sul settore settentrionale, anche locali criticità per valanghe.


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Caso appartamento ex Ministra Elisabetta Trenta: indaga la Procura militare di Roma. M5s all'attacco: "Lasci l'alloggio"

Dopo l'intervento del capo politico, i cinquestelle scrivono un post sul blog. Luigi Di Maio stempera anche la polemica con il Pd sullo ius soli

Il M5s va all'attacco di Elisabetta Trenta, rea di non aver lasciato l'alloggio di servizio che le era stato dato quando era ministra della Difesa (un appartamento di 200 metri quadri in zona San Giovanni) e successivamente assegnato al marito militare, il maggiore dell'Esercito Claudio Passarelli.  Intanto la Procura militare di Roma ha aperto un fascicolo senza indagati né ipotesi di reato. Al momento, spiegano fonti della Procura militare, si tratta di un'indagine meramente conoscitiva per compiere i dovuti accertamenti sul caso.

A intervenire per primo contro l'ex titolare della Difesa è stato il capo politico Luigi Di Maio che, a Rtl 102.5, afferma: "È inaccettabile: Trenta ha smesso di fare la ministra, aveva tre mesi per lasciare la casa, ed è bene che la lasci. Se il marito, come ufficiale, ha diritto all'alloggio può fare domanda e potrà accedere come gli altri ufficiali dell'esercito a un appartamento. Questa cosa fa arrabbiare i cittadini e anche noi del m5s, gli unici deputati che si tagliano gli stipendi".


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Caso Stefano Cucchi, Ilaria querela Salvini per la frase dopo la sentenza

L'ex ministro dell'Interno aveva commentato così la condanna dei due carabinieri a 12 anni per la morte del giovane avvenuta una settimana dopo l'arresto

Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha deciso di presentare una querela nei confronti dell'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Dopo la sentenza di condanna a 12 anni per i due carabinieri, accusati dell'omicidio preterintenzionale  di Cucchi, Salvini aveva affermato che il caso testimonia che la droga fa male.

"Il signor Matteo Salvini non può giocare sul corpo di Stefano Cucchi. Non posso consentirglielo. Questo era il suo volto quando io ed i miei genitori lo vedemmo all'obitorio il 22 ottobre del 2009. Questo era quel che rimaneva di Stefano. Dei suoi diritti. Della sua dignità di essere umano".


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domenica 17 novembre 2019

“Mai così tanta neve a metà novembre”: in alta Val Borbera tocca il mezzo metro

La polemica del sindaco Guerrini: «La Provincia non si è vista a pulire le strade»

ALESSANDRIA. Ha toccato quota mezzo metro la neve a Capanne di Cosola, in alta Val Borbera. Nella località al confine con Pavia, Piacenza e Genova, a 1.500 metri, nevica da venerdì in maniera abbondante. «Erano un po’ di anni – spiegano dall’albergo Capanne di Cosola – che non si vedeva così tanta neve a metà novembre. Ora siamo a quota 50-60 centimetri». Mentre la strada provinciale che scende verso il Piacentino era già aperta, verso il territorio Alessandrino, ricordano i titolari dell’albergo, è stata aperta solo poche ore fa.
A Carrega Ligure, sempre in alta Val Borbera, ci sono almeno 20 centimetri di neve e anche le precipitazioni proseguono anche in questo primo pomeriggio.
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Neve senza sosta sulle Alpi: accumuli ingenti, due metri a Livigno

Le ultime due perturbazioni hanno avuto un impatto notevole sull'arco alpino dove la neve sembrava essere ormai un chimera (riferendoci anche allo scorso inverno). Il ripristino delle correnti atlantiche ha decisamente giovato alle Alpi, specie su quelle centro-orientali dove nevica praticamente senza sosta da giorni.Il sta causando un vasto flusso umido sciroccale che va ad impattare in pieno sulle Alpi: il risultato è senza dubbio una salita della quota neve oltre i 1500-1800 metri di quota, ma allo stesso tempo anche l'arrivo di nevicate davvero ingenti alle quote più alte.Lungo tutta la fascia alpina oltre i 1800-2000 metri, dalla Lombardia sino al Friuli, gli accumuli iniziano a creare molti disagi e danni. Si registrano quantitativi di neve diffusamente oltre il metro, con punte anche di due metri nella zona di Livigno e molti gruppi montuosi del Trentino Alto Adige. Davvero impressionanti le immagini che giungono in redazione: la neve che potete osservare è il frutto delle ultime due perturbazioni.

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Napoli, 43 operai in nero segregati per ore in un locale senza finestre e wc: tra loro donna incinta e minorenni. Arrestato imprenditore

L'uomo, ora ai domiciliari, li avrebbe nascosti per aggirare i controlli dei carabinieri del Nas, iniziati per alcune verifiche sulla mensa, che in realtà non esisteva. Sequestrato il laboratorio, a Melito, dove si lavoravano pellami per note griffe di moda

Teneva 43 operai in nero segregati, tutti italiani, compresi una donna incinta e due minorenni. Chiusi per 6 ore in un locale angusto, privo di servizi igienici e finestre. Tutto per aggirare i controlli, iniziati per alcune verifiche sulla mensa, che in realtà non esisteva. Così un imprenditore di Melito, in provincia di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del Nas con l’accusa di sfruttamento del lavorosequestro di persona e intermediazione illecita.
I lavoratori erano stati nascosti dietro una sorta di porta blindata che i militari dell’Arma hanno scoperto durante l’ispezione, nel corso della quale sono stati rintracciati altri 14 operai irregolari che verosimilmente l’uomo non aveva fatto in tempo a nascondere. I carabinieri hanno sequestrato il laboratorio, dove si lavoravano pellami per note griffe di moda, contenente attrezzature per circa 2,5 milioni di euro e comminato sanzioni per 600mila euro. “Ho sbagliato”, avrebbe detto l’imprenditore ai militari. 
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sabato 16 novembre 2019

Il video di Emanuele Filiberto era una trovata di Netflix

Il video che il principe Emanuele Filiberto, nipote dell’ultimo re d’Italia Umberto II, aveva pubblicato giovedì su Twitter in cui annunciava il ritorno della famiglia reale era una trovata di Netflix per pubblicizzare l’inizio della terza stagione di The Crown, la serie tv dedicata alla Regina Elisabetta II, che sarà disponibile sulla piattaforma streaming da domenica. Lo ha fatto capire Netflix con un video pubblicato oggi in cui Emanuele Filiberto si prepara cantando God save the Queen, l’inno nazionale britannico: la famiglia reale di cui aveva parlato Filiberto – mandando in agitazione diversi giornali italiani – non è quella italiana ma quella britannica. Già il primo tweet di Filiberto, comunque, conteneva l’hashtag #adv, che nel codice di Twitter segnala un contenuto pubblicitario.

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In Alto Adige ci sono problemi con la neve

Sta scendendo da giorni, in anticipo rispetto al solito, e ha bloccato l'accesso a intere valli


Da giorni in diverse zone dell’Alto Adige sta nevicando con grande intensità, creando disagi a decine di migliaia di persone. Venerdì la neve è scesa anche in zone a bassa quota, mentre nei paesi intorno ai duemila metri ci sono ingenti quantità di neve, che ha raggiunto livelli compresi fra 1,2 e 1,5 metri. Diverse valli sono rimaste isolate per le cattive condizioni delle strade e delle ferrovie, mentre il rischio di valanghe in tutta la regione è salito al livello 4 su una scala che arriva al 5. Stamattina il meteorologo della provincia di Bolzano Dieter Peterlin ha scritto su Twitter che «non ci sono buone notizie», dato che per domenica sera sono previste altre estese piogge e nevicate.

(...)

Al momento le strade chiuse sono 70, scrive il TGR di Bolzano: qui c’è l’elenco aggiornato in tempo reale. Nei giorni scorsi si sono registrati inoltre diversi blackout, che in tutto hanno interessato circa 60mila persone. 

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Fulmine sul campanile, paura a Ponzone: «Off limits la chiesa e tutta l’area intorno»

L’edificio è stato dichiarato inagibile, transennata la piazza Emergenza frane, temporaneamente chiuse alcune strade

La frana che ha interrotto strada Sant’Evasio a Ovada
Ponzone (AL) - Un fulmine ha colpito il campanile della chiesa di San Rocco nella frazione di Piancastagna, creando danni strutturali anche alla chiesa oltre che agli impianti. È successo l’altra sera, intorno alle 20.30, durante il forte temporale abbattutosi su tutto l’acquese. All’interno della canonica c’era il parroco don Franco Ottonello che ha immediatamente chiamato i soccorsi. Ieri, sia al mattino che al pomeriggio, sono stati effettuati sopralluoghi dai vigili del fuoco e dai carabinieri che, di comune accordo con il sindaco di Ponzone Fabrizio Ivaldi, hanno dichiarato, per il momento, inagibile la struttura.

Ferrovie in tilt, raffica di ritardi.


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Pioggia, allerta gialla nel levante ligure da stanotte fino a domani alle 15. Neve sui monti dell'entroterra

Chiede il reddito di cittadinanza, ma si "dimentica" di avere un albergo da 800mila euro

Chiede il reddito di cittadinanza, ma si "dimentica" di avere un albergo da 800mila euro
A Rimini un 70enne è stato segnalato all'Inps e all'autorità giudiziaria per aver fornito una certificazione Isee alterata. Altri due 'furbetti' scoperti a Crotone: i dettagli
Chiede il reddito di cittadinanza, ma si "dimentica" di avere un albergo da 800mila euro
Al momento di compilare la domanda per chiedere il reddito di cittadinanza un 70enne di Rimini aveva omesso un piccolo dettaglio. La Guardia di Finanza ha infatti scoperto che tra i beni posseduti dall'uomo, titolare della rdc card, c'era un albergo di proprietà (attualmente non attivo) del valore commerciale stimato pari a oltre 800mila euro. Il 70enne si era però guardato bene dal fornire questa informazione all'INPS, dichiarando di essere residente in un'abitazione non di proprietà e di non avere altri redditi, ma solo una pensione sociale. L'uomo ha così fornito una certificazione Isee alterata, ma idonea ad ottenere il reddito di cittadinanza. 
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venerdì 15 novembre 2019

Maltempo, tempesta di fulmini su Genova: spento il faro della "Lanterna"

Frane, alberi caduti e allagamenti con numerosi interventi dei vigili del fuoco della provincia di Imperia, Danni a Sanremo e Ventimiglia


Il maltempo ha nuovamente colpito la Liguria causando frane e smottamenti. A Genova una forte tempesta di fulmini ha causato numerosi blackout: anche il faro della "Lanterna", simbolo della città, è stato colpito ed è spento da giovedì sera. Due persone sono state fatte sfollare dalla propria abitazione a causa di un muraglione pericolante reso instabile da un'infiltrazione di acqua per l'abbondante pioggia.

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giovedì 14 novembre 2019

Caso Cucchi, fu omicidio preterintenzionale: condannati a 12 anni due carabinieri. Ilaria: "Stefano ora può riposare in pace"

Condannato solo per falso, Francesco Tedesco, l'imputato-testimone che rivelò il pestaggio. Mentre per i medici del Pertini, 4 prescrizioni e un'assoluzione. La famiglia: "Finalmente ci sono dei colpevoli". Il baciamano del militare:  "Dopo tutti questi anni finalmente giustizia"

Quello di Stefano Cucchi fu un omicidio preterintenzionale. La Corte d'Assise di Roma ha condannato i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro a 12 anni. Assolto dall'accusa di omicidio Francesco Tedesco, l'imputato-accusatore che con le sue dichiarazioni ha fatto luce sul pestaggio subito da Stefano Cucchi in caserma la notte del suo arresto, a suo carico rimane solo la condanna a 2 anni e sei mesi per falso. Stesso reato che viene contestato a Roberto Mandolini, comandante interinale della stazione Appia: 3 anni e otto mesi. Assolti, invece, Vincenzo Nicolardi e Tedesco e Mandolini dall'accusa di calunnia.

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Corruzione, arrestati Lara Comi e l'ad dei supermercati Tigros

Inchiesta "Mensa dei poveri", Comi ai domiciliari con il candidato leghista di Varese Orrigoni. Il gip: "Nonostante la giovane età Comi ha mostrato esperienza nel fare ricorso a collaudati schemi criminosi". In carcere l'ex direttore dell'agenzia per il lavoro Afol

Meteo NEVE: oltre un metro sulle Alpi nel fine settimana, fiocchi a bassa quota sul Piemonte!

Una nuova vasta perturbazione proveniente dal nord Atlantico trascinerà aria più fredda sul nord-ovest nelle prossime ore e sarà così responsabile dell'arrivo della prima neve a bassa quota. In particolare le nevicate potranno mostrarsi tra stasera e domani.
L'aria fredda riuscirà ad incanalarsi nei bassi strati del nord-ovest, prevalentemente tra torinese, cuneese, astigiano e alessandrino, ovvero quelle aree maggiormente protette dall'arco alpino e dall'Appennino settentrionale. In questa conca orografica l'aria fredda riesce ad accumularsi e a ristagnare con maggior facilità, tanto da resistere alle prime deboli folate di scirocco.

Nevicate in arrivo a bassa quota

Le prime fasi del peggioramento, attese tra stasera e domani, riusciranno a portare le prime nevicate a quote basse della stagione. I fiocchi bianchi scenderanno sin sui 400-500 metri tra torinese, astigiano, alessandrino e cuneese anche con lieve accumulo. Durante i fenomeni più forti la neve potrebbe scendere ancor più basso ma senza accumulo. Possibile la prima nevicata dell'anno a Cuneo. Su Valle d'Aosta e alto Piemonte nevicherà intensamente oltre 800-1000 metri di quota, con accumuli davvero abbondanti. Entro domani sera potrebbe cadere oltre mezzo metro di neve fresca sulle Alpi nord-occidentali.

Week-end con tantissima neve sull'arco alpino

L'arrivo del ciclone innescherà fortissimi venti di scirocco su quasi tutta Italia: questo vento, più umido e mite, innalzerà la quota neve su gran parte del settentrione oltre i 1500-1800 metri di quota (nord-ovest compreso). Oltre tali quote cadranno ingenti quantità di neve, anche superiori ai 120-150 cm entro il termine della settimana. Tra le aree più colpite troveremo l'alto Piemonte, la Lombardia, il Trentino Alto Adige e l'alto Veneto.Nelle vallate più interne, a ridosso del confine e quindi più riparate, i fiocchi di neve potrebbero scendere sino a quote basse.La neve scenderà anche sull'Appennino settentrionale inizialmente oltre i 1200 metri tra stasera e venerdì e a seguire oltre i 1800/2000 metri nel week-end.

Meteo a 7 giorni: TEMPESTE autunnali ancora scatenate per alcuni giorni


Acqua alta, perché Venezia finirà sommersa entro il 2050

Corretti con un nuovo modello di machine learning gli errori nei dati della Nasa sulle coste. Per l'Italia le previsioni variano di poco, ma l'autore del paper di Climate Central, Scott Kulp, avverte: il rischio attorno a Venezia è grave

Com'è triste Venezia


«Waterworld» esce dalla fantascienza o dalla scienza del futuro per diventare un pericolo imminente, molto più ravvicinato e devastante di quanto finora immaginato. Il mondo potrebbe apparire così al visitatore della Terra già nel 2050: il Vietnam del Sud sottacqua, con i suoi venti milioni di persone, un quarto della popolazione, e la città di Ho Chi Minh trasformata in una novella Atlantis. Sepolta dalla acque finirebbero in Cina la capitale economica Shanghai e 30 milioni di persone.
In India Mumbai verrebbe inondata e in Tailandia il 10% della popolazione, compresa buona parte di Bangkok, vive oggi su una terraferma che svenirà entro 30 anni. In Medio Oriente sarebbero divorati centri storici da Alessandria a Bassra. In Europa il rischio maggiore lo corre la Gran Bretagna, dove la popolazione nel mirino dell'innalzamento degli oceani è tre volte superiore a quanto finora ipotizzato. Mentre per l’Italia ci sono quantomeno conferme dell'allarme per Venezia e la costa di nord-ovest.
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Venezia, l’acqua alta e il Mose quasi finito. Perché le dighe non sono state usate


mercoledì 13 novembre 2019

Tutti i duelli tra Floris e Salvini a Di Martedì: «Con voi la pressione fiscale è cresciuta». «Scusi?!»

Il leader della Lega messo alle strette dal giornalista di La7 | Ansa - CorriereTv

Scontro tra il giornalista Giovanni Floris e il leader della Lega ed ex ministro dell’Interno Matteo Salvini durante il programma Di Martedì, su La7. Le domande hanno messo alle strette Salvini, interrogato sulle decisioni prese quando era al governo.

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Venezia affonda e il MOSE è ancora fermo: ecco perché. Storia di un’opera necessaria e incompiuta

A Venezia la situazione è drammatica. Ieri la punta di marea ha raggiunto i 187 centimetri. E oggi si teme un’altra ondata fino a 160 centimetri. Hanno perso la vita già due persone, le case sono danneggiate, le canoe e e le gondole sono andate distrutte. Un anziano di 78 anni è rimasto fulminato mentre cercava di far ripartire le elettropompe nella sua casa allagata. Un secondo abitante dell’isola è stato trovato deceduto, anche lui in casa. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, in un filmato diffuso sui social e girato a Piazza San Marco allagata, lancia un appello: “Abbiamo bisogno che tutti ci diano una mano, e bisogna essere tutti uniti per affrontare questi che sono evidentemente gli effetti dei cambiamenti climatici. Adesso il Mose si capisce che serve”. Già, il Mose. Ma a che punto è la “grandiosa opera”? E perché ancora non parte?

Il Mose. Per varie ragioni, non solo ingegneristiche e idrauliche, il sistema di difesa di Venezia dalle acque alte eccezionali è diventato negli ultimi tempi anche protagonista nei social con post in cui, con ironia, si gioca sui motivi del suo ritardo e non uso. Quel che al MOSE, Modulo Sperimentale Elettromeccanico, manca, in realtà, è il 6% dei lavori da realizzare, circa 560 milioni di euro da trasformare per lo più in opere ambientali, di restauro e di impiantistica. L’altro 94% del progetto, le paratoie mobili, le opere complementari per la salvaguardia dell’ecosistema lagunare, il rinforzo dei litorali, le scogliere all’esterno delle bocche di porto e il rialzo delle rive è completato.

Neppure i soldi mancano. In cassa già ci sono oltre mille milioni di euro per portare a termine i lavori e per finanziare la manutenzione per l’intero primo anno di attività. Studiato per far fronte agli uragani a Galveston così come per ridurre i danni degli tsunami a Tokyo, il Mose viene considerato un’opera di riferimento per “le minime interferenze ambientali e per la possibilità che, grazie alla conche di navigazione, offre a navi e imbarcazioni di navigare anche con le paratoie sollevate”. È dell’ottobre 1994 il voto all’unanimità del Consiglio Superiore per i Lavori Pubblici (governo Berlusconi I) che avvia il tortuoso e (sin qui) inconcludente iter del Mose di Venezia.

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Apocalisse a Venezia nella notte, acqua alta da record: raggiunti 187cm, piazza San Marco sommersa