Bocciate a Palazzo Madama le due mozioni di sfiducia contro Bonafede, presentate, la prima dal centrodestra, la seconda a firma Emma Bonino per +Europa.
Due mozioni che hanno fatto molto parlare negli ultimi giorni. Sia perché mettevano a rischio la sopravvivenza stessa del governo in virtù del motto della maggioranza ‘chi sfiducia il ministro sfiducia tutto il governo’, e sia perché erano oltre che diverse in antitesi tra loro, come sottolineato da alcuni media.
Con la mozione di Lega, FdI e Forza Italia il ministro veniva accusato di essere stato fin troppo morbido nella gestione delle carceri durante l’emergenza covid-19. ‘Bonafede troppo debole verso la criminalità, non può fare il ministro’, dirà infatti la Meloni nel suo intervento.
La Bonino, di contro, accusava invece il ministro di essere fin troppo ‘giustizialista’. Insomma un incallito manettaro, sul quale però stavolta i sospetti di mala gestione sono caduti su di lui. Pertanto, riprendendo un concetto caro allo stesso Bonafede ‘se c’è un sospetto, anche chi è pulito deve dimettersi’, e ‘non perché è sospettato ma perché non vogliamo un ministro della giustizia che sia il rappresentante della cultura del sospetto’.
Queste, in sostanza le ragioni della sfiducia di entrambe le mozioni.
A far pendere i voti a favore del guardasigilli, il senatore semplice di Scandicci, Matteo Renzi. Il quale negli ultimi tre giorni si era dato un bel po’ da fare per tenere in fibrillazione il governo. Decideremo cosa votare solo dopo aver sentito l’intervento in Aula del ministro, questo il leit-motiv del 17 senatori di IV.