Il rapporto della Banca mondiale sulle migrazioni climatiche chiarisce
le enormi dimensioni un fenomeno potenzialmente devastante, con cui
dovranno confrontarsi i Paesi nell’epoca del climate change
Francesca Santolini
“Groundswell: Preparing for Internal Climate Migration”. Il titolo
del rapporto della Banca mondiale sulle migrazioni climatiche,
pubblicato lunedì 19 marzo, ha il merito della chiarezza. Perché tratta
di un fenomeno di dimensioni enormi e dalle conseguenze potenzialmente
devastanti, con le quali dovranno confrontarsi i Paesi nell’epoca del
climate change.
Il rapporto concentra l’attenzione su tre regioni, l’Africa
subsahariana, l’Asia del Sud e l’America latina, che rappresentano il
55% della popolazione dei Paesi in via di sviluppo. Gli esperti
interpellati dall’istituto internazionale, stimano infatti che questa
area geografica potrebbe subire degli spostamenti interni, al di là dei
conflitti armati, di un’ampiezza pari a 143 milioni di persone entro il
2050.
L’istituto di Washington, tuttavia, non si accontenta di interpretare
il ruolo della Cassandra, ma fornisce anche alcuni spunti di
riflessione. “Il cambiamento climatico sta già avendo un impatto sugli
spostamenti della popolazione e il fenomeno potrebbe intensificarsi”,
afferma John Roome, responsabile dei cambiamenti climatici presso la
Banca Mondiale. Ma se riusciamo a limitare le emissioni di gas serra e
incoraggiare lo sviluppo attraverso azioni nel campo dell’istruzione,
della formazione, dell’uso del territorio ... ci saranno “solo” 40
milioni di migranti climatici, e non 143 milioni, a cui queste tre
regioni dovranno far fronte. La differenza è enorme”, sostiene il
funzionario, convinto che una crisi migratoria su vasta scala possa
evitarsi, purché si prevengano questi massicci spostamenti interni.
(...)
Nello scenario “pessimista” esplorato dagli esperti, l’Africa
subsahariana potrebbe doversi confrontare, alla fine del secolo, con uno
spostamento interno di 86 milioni di persone. Mentre l’Asia meridionale
e l’America latina, entro il medesimo orizzonte temporale, potrebbero
registrare rispettivamente 40 e 17 milioni di migranti climatici.
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