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mercoledì 26 dicembre 2018

Eoliana compie 110 anni,17/a più anziana

Adele Carnevale vive a Lipari

(ANSA) - LIPARI (MESSINA), 23 DIC - Diciassettesima nella graduatoria nazionale delle persone più anziane, Adele Carnevale - nata Rijtano da Bartolo e da Teresa Giardina - di Lipari, nelle Eolie, ha compiuto 110 anni. Rimasta orfana di padre a 8 anni, si trasferisce a Messina con la madre, maestra elementare, e i tre fratelli. Dopo pochi anni rientra a Lipari, dove si sposa con Aldo Carnevale e dove vive tutt'ora.

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Etna, terremoto di magnitudo 4.8 a nord di Catania, danni e quattro feriti lievi

Alle 3:19 con ipocentro a solo 1 km di profondità. Crolli in abitazioni e chiese. Chiuso un tratto dell'A18

Sale a quattro il numero dei feriti, tutti in maniere lieve da codice verde, per i danni causati nel Catanese della scossa di terremoto di magnitudo 4.8 della notte. Oltre ai due registrati nella casa di Fleri, nella stessa frazione di Zafferana Etnea un 80enne è stato estratto da soccorritori dalle macerie della sua abitazione dove il sisma lo ha sorpreso nel sonno: portato in ospedale con un'ambulanza è stato accettato nel pronto soccorso in codice verde per delle contusioni alla testa. Lo stesso per un abitante di Pisano. A Pennisi si sono registrati dei crolli nella chiesa del paese, ma senza danni alle persone. Mentre a Zafferana Etnea una casa di riposo per anziani è stata abbandonata dagli 'ospiti': la struttura presenta delle lesioni e i pensionati si rifiutano di rientrarvi. 

"Siamo vivi per miracolo", ripete una famiglia di 4 persone - madre, padre e due figli minori - dopo che le pareti della loro casa sono crollate per il terremoto avvenuto alle 3:19 a nord di Catania. Sono due i feriti in maniera lieve: escoriazioni e un po' di sangue. "Eravamo a letto - ricostruisce il capo famiglia -, ci siamo svegliati di soprassalto e visto le pareti crollarci addosso. Per fortuna i mobili ci hanno protetti dalle macerie: siamo vivi per miracolo". Altre antiche costruzioni sono crollate a Fleri, Santa Venerina e Zafferena Etna.

martedì 25 dicembre 2018

Pernigotti, l'accusa del vescovo: il marchio conta più delle persone

Messa di Natale nel cortile dell'azienda presidiata dai lavoratori

L’altare costruito con i bancali dei dolci, la navata organizzata sistemando le sedie in file ordinate. La notte di Natale alla Pernigotti di Novi Ligure è una notte di speranza e solidarietà perché in tanti hanno partecipato alla messa che il vescovo di Tortona, Vittorio Viola, ha voluto celebrare nel cortile dell’azienda dove da mesi i lavoratori presidiano la fabbrica che la proprietà turca vuole chiudere. 

“Il Bambino è venuto a riportarci la dignità di ogni uomo, smascherando l'idolo falso del denaro -  ha detto il vescovo nell’omelia -  Mi sembra importante la testimonianza di solidarietà che la città ha dato e sta dando. Non dobbiamo arrenderci all’idea il sistema sia più grande di noi e che non potremo fare nulla. Va ripensato tutto il nostro vivere insieme, scegliendo valori comuni con al centro la persona e la sua dignità”. Poi il vescovo ha proseguito: “Vorrei che questo Natale - potesse darci la speranza di poter costruire una società nuova. Non possiamo arrenderci. Dobbiamo starvi vicino da credenti e pregare per voi.", ha detto ancora il Vescovo.

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Torino: si schianta contro un palo, muore l'amica: arrestata, guidava sotto l'effetto della cocaina

La giovane, 24 anni come la vittima, accusata di omicidio stradale

L'amica muore e lei finisce agli arresti a casa il giorno di Natale con l'accusa di omicidio stradale. E' accaduto all'alba nel Torinese. Una giovane di 24 anni, Alice Tesio, ha perso la vita a Val Della Torre quando l'auto su cui viaggiava si è schiantata contro il muro di una scuola in via Givoletto, in frazione Brione. Poi l’auto, una Lancia Y è finita contro un palo della luce e si è ribaltata. La vittima ha 24 anni e viveva a Druento, come la conducente dell’auto, anche lei di 24 anni. La ragazza è stata arrestata dai carabinieri della stazione di Alpignano  con l’accusa di omicidio stradale  è risultata positiva al test della cocaina.

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Trentenne morto in Valmalenco, il mistero del corpo che nessuno vedeva: era in una zona controllata da decine di soccorritori

Aperte tutte le ipotesi sulla fine di Mattia Mingarelli, scomparso il 7 dicembre nei boschi di San Giuseppe. Il magistrato vuol capire perché il cadavere non sia stato visto dal personale del Soccorso Alpino, dai militari del Sagf della guardia di finanza, dai vigili del fuoco, dai volontari della protezione civile e dai cani

I vigili del fuoco del comando provinciale di Sondrio hanno presidiato per tutta la notte, con una potente fotocellula, l'intera area della ski-area Palù-Chiesa in Valmalenco dove nel tardo pomeriggio del 24 dicembre alcuni sciatori hanno avvistato, nel vicino bosco, confinante con le piste, una sagoma che si è poi rivelata essere il corpo senza vita del 30enne Mattia Mingarelli di Albavilla (Como), scomparso misteriosamente nei boschi di San Giuseppe dallo scorso 7 dicembre.

Sino a notte inoltrata sono proseguiti sul posto gli accertamenti dei carabinieri del Sis (Sezione investigativa scientifica) dei carabinieri di Milano. Poi la salma è stata condotta all'obitorio dell'ospedale di Sondrio. Il magistrato di turno, Antonio Cristillo, dopo avere effettuato un lungo sopralluogo, ha disposto l'autopsia la cui data ancora non è stata fissata. Ma si terrà nei giorni successivi alle festività natalizie.


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DALLA TAVOLA AL MENÙ, GUIDA AL NATALE PERFETTO

Dalla mise en place al menù per Natale e Capodanno, cosa fare e cosa evitare, con i consigli dello chef e dell’esperta di bon ton e tendenze. E lo speciale #ANSALifestyle sul Natale 2018

LA MISE EN PLACE: COSA FARE E COSA EVITARE
Ecco qualche consiglio per la tavola suggerito da Barbara Molinario, direttore di Fashion News Magazine e esperta di bon ton e tendenze
• L’errore più comune è quello di mettere il tovagliolo sotto le posate. Questo va assolutamente evitato. Il tovagliolo va disposto alla sinistra del piatto, subito dopo le forchette, mentre sulla destra va il coltello, con la lama rivolta verso il piatto. Se sono previsti cucchiai, questi vanno alla destra dei coltelli, con la parte concava verso l’alto.
• Evitate tavole troppo piene di piatti di ogni sorta e bottiglie. Se non si ha spazio a sufficienza sulla tavola, si può optare per un tavolino di appoggio o un carrello, dove potrete disporre, ad esempio, le bottiglie o i cestini del pane. Utilizzate una bella tovaglia natalizia, possibilmente abbinata a quella del tavolo principale, oltre ad essere una comoda soluzione, costituirà un piacevole elemento di arredo a tema.
• Se vogliamo avere una tavola elegante, non dobbiamo dimenticare che la cosa che si nota per primo quando si entra nella sala sono le sedie. Oltre a dare importanza alla tovaglia e ai bicchieri, dobbiamo concentrarci anche su questi elementi. Se sono tutte diverse, si darà immediatamente un’impressione di sciatteria, specialmente se si utilizzano quelle pieghevoli in plastica. In commercio oggi se ne possono trovare di carine e divertenti, oppure, si può optare per una piccola panca, da tenere in casa. Basta procurarsi delle assi di legno, che poi potranno essere riposte dietro un armadio, da poggiare su due sgabelli, mettendo poi sopra dei bei cuscini. 
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lunedì 24 dicembre 2018

Beffa evitata per Sergio Bramini, Tribunale blocca l'esproprio dell'azienda

Accettata la domanda di liquidazione del legale dell'imprenditore monzese dichiarato fallito nonostante un credito di 4 milioni verso lo Stato


La beffa è stata evitata. Non dal Governo, ma dai giudici. Come un regalo di Natale. La Quarta sezione del tribunale di Brescia ha accettato la domanda di liquidazione presentata dal legale di Sergio Bramini - l'imprenditore monzese dichiarato fallito nonostante un credito di 4 milioni di euro verso lo Stato.
I giudici, in particolare, hanno stabilito - in accordo con quanto afferma la legge 3/2012, la cosiddetta Salva suicidi - che "non possono essere iniziate e proseguite azioni cautelari o esecutive nè acquistati diritti di prelazione sul patrimonio oggetto di liquidazione da parte dei creditori". Si bloccherà immediatamente l'esproprio dell'azienda di Bramini, per cui i giudici avevano annunciato la decisione il 16 gennaio. Mentre per la sua abitazione privata - finita all'asta - rimane teoricamente valida l'offerta dell'imprenditore cinese, che comunque ha dichiarato di essere disposto a fare un passo indietro: se così avverrà Bramini potrà dunque estinguere i suoi debiti senza inquietudine.
Con l'accesso alla procedura di sovraindebitamento e il decreto di apertura della liquidazione, infatti, si fermano tutte le azioni esecutive: Bramini avrà quattro anni per cedere i suoi beni a un prezzo congruo e al termine della procedura tutti i suoi debiti saranno dichiarati cancellati. "Sono commosso - ha dichiarato l'imprenditore monzese - è una delle più belle Vigilie della mia vita. 
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Terzo valico, la rabbia degli attivisti: “M5s ci ha raccontato palle per anni. Sacrificati sull’altare del patto di governo”


“Il movimento 5 Stelle ci fa schifo perché ha raccontato palle per anni. Hanno sacrificato tante opere come il Tap e il Terzo Valicosull’altare del patto di governo”.  A una settimana di distanza dalla pubblicazione dell’analisi costi benefici che ha dato il via libera al Terzo Valico, gli attivisti del movimento contrario alla grande opera che dovrebbe collegare Genova e Milano puntano il dito contro il partito pentastellato e contro la decisione del ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, e del governo: “Ci saremmo aspettati che un’analisi seria considerasse il problema dell’amianto che invece non è citato all’interno dell’analisi costi benefici” spiega l’ingegnere Francesco De Milato che in una conferenza stampa ha evidenziato alcune criticità dello studio presentato dal Ministero. “Hanno sbagliato i punti di partenza e di arrivo per calcolare i tempi di percorrenza della linea aumentando del 50% i benefici della linea grazie solamente ad un errore di calcolo”.

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Se Toninelli trasforma il Tav in burla

Manovra, passa la norma ingrassa-corrotti: sale la soglia degli appalti senza gara

La P.a. potrà affidare lavori diretti nelle opere fino a 150 mila euro. Un duro colpo alla legalità e al mercato voluto dalla Lega


La norma ingrassa-corrotti è uscita indenne dalla battaglia notturna della Manovra. E così per volontà della Lega in una settimana è stato spazzato via uno dei pilastri della prevenzione contro tangenti e infiltrazioni mafiose. Il voto del Senato infatti ha approvato il nuovo tetto per gli appalti ad affidamento diretto dei sindaci, passato da 40 mila a 150 mila euro. Significa che nel 2019 i Comuni decideranno direttamente i contratti di importo fino a 150 mila euro, senza dovere motivare la scelta e senza competizione tra aziende. Un duro colpo alla legalità e al mercato, contestato dall'Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone, dall'Associazione Nazionale Costruttori e dai sindacati dei lavoratori edili. Tutti sanno bene come gli appalti ad affidamento diretto siano la grande mangiatoia di clan e faccendieri: una realtà dimostrata da centinaia di inchieste giudiziarie anche nelle ultime settimane. Indagini che evidenziano come questi lavori spesso vengano affidati agli amici degli amici, senza garanzie né di qualità, né di legalità: si tratta del settore preferito dalle cosche imprenditrici, che in tutta Italia manovrano ditte e conquistano cantieri, alternando bustarelle a minacce. E così, se ci sarà la conferma della Camera, nel prossimo anno oltre cinque miliardi di denaro pubblico verranno spesi senza controllo.

Tutto è avvenuto in sette giorni. Nel Consiglio dei ministri di una settimana fa la Lega era riuscito nel silenzio a far passare addirittura l'aumento a 200 mila euro senza limiti di tempo. Dopo la denuncia di "Repubblica", anche una parte dei 5Stelle si era detta contraria, ottenendo una riduzione a 150 mila solo per il 2019. Ma i malumori nel Movimento non si erano placati, tanto che Luigi Di Maio aveva ipotizzato di stralciare la norma e inserirla nella revisione del Codice degli Appalti. Ma il partito di Matteo Salvini ha vinto, imponendo la sua cultura del fare che predilige la rapidità dei cantieri. E oggi però Nicola Morra, presidente M5S della Commissione Antimafia, torna a manifestare le sue perplessità: "Non posso che esprimere grave preoccupazione. 


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Dalle pensioni d’oro solo 76 milioni per i poveri, a pagare saranno i redditi medi


Meteo a 7 giorni: settimana natalizia tranquilla, ma a San Silvestro...

Un po' di freddo interesserà la nostra Penisola tra Natale e Santo Stefano; poi nuovo rinforzo dell'alta pressione in attesa di altri eventi per la fine dell'anno.


La prima mappa mostra la previsione per la festa più importante dell'anno, ovvero il Natale.
Come da tradizione, la festività invernale per eccellenza sarà senza neve e all'insegna del bel tempo sulla nostra Penisola. Solo sulla Sicilia settentrionale e il sud della Calabria si potrebbe attardare qualche rovescio, derivato dalla discesa di un fronte freddo verso il meridione d'Italia.
Attenzione però al vento forte da nord e al calo termico che avremo sulle regioni adriatiche e al meridione; le temperature caleranno di qualche grado anche sul resto d'Italia, ma l'ottimo soleggiamento dovrebbe garantire un pomeriggio termicamente accettabile.
La medesima situazione la avremo nella giornata di Santo Stefano; il tempo sarà buono ovunque, ma con venti freddi settentrionali che spireranno sul medio-basso Adriatico e al meridione. Altrove temperature nel complesso miti di giorno, a parte i casi nebbiosi sulle pianure del nord.
Da giovedì 27 fino a domenica 30 dicembre l'alta pressione invaderà tutta la nostra Penisola, determinando generali condizioni di stabilità.
Sulle pianure del nord andranno in scena nebbie più o meno dense, mentre nubi basse potrebbero affacciarsi lungo le coste; sul resto d'Italia tanto sole e temperature nel complesso miti.
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Etna, scosse e fumo: l'eruzione di Natale

Sciame e nube cenere. Aeroporto Catania tornato operativo


Una frattura eruttiva si è aperta in mattinata sull'Etna alla base del cratere di sud est, dove è in corso un'attività esplosiva. Dal vulcano una nube di cenere. Sull'Etna i sensori dell'Istituto di Geofisica e Vulcanologia di Catania hanno registrato dopo le 9 uno sciame sismico di 130 scosse, la più forte delle quali ha superato magnitudo 4.
L'attività del vulcano è costantemente monitorata dagli esperti dell'Ingv.
E' tornato pienamente operativo dalle 15 al traffico, ma con limitazione nei voli, quattro atterraggi l'ora, l'aeroporto di Catania che per un'ora, pur rimanendo aperto, non ha effettuato né arrivi né decolli per la violenta e copiosa emissione di cenere lavica dall'Etna in eruzione. Alle 17 è stata convocata l'Unità di crisi dello scalo. Lo rende noto la Sac. Informazioni sui voli saranno comunicate dalle compagnie aeree.

Coppia uccisa: sotto torchio l'ex di lei

In Calabria altra donna uccisa e un tentato femminicidio. Marito ammazza 40enne a Alghero

I carabinieri, dopo una nottata di ricerche, hanno rintracciato l'ex convivente di Francesca Petrolini, la donna di 53 anni uccisa ieri in Calabria insieme al nuovo compagno, Rocco Bava, di 43, nella tabaccheria a Davoli di proprietà di lei. Si tratta di un 67enne, G.G., cognato della donna. Dopo essere rimasta vedova, Francesca Petrolini, aveva allacciato una relazione con il fratello del marito. L'uomo era a casa di un amico a Davoli. E' stato portato in caserma per l'interrogatorio. Al momento non ci sarebbero provvedimenti.

E potrebbe esserci una banale lite con il compagno, anche lui dominicano, alla base dell'omicidio di M. P., la donna di 36 anni morta ieri a Scalea dopo essere precipitata da una finestra del palazzo dove abitava. L'uomo, che conviveva con la vittima, è stato fermato dai carabinieri. 

Ieri ad Alghero è stata uccisa Michela Fiori, una quarantenne dipendente di una cooperativa che gestiva i servizi di assistenza domiciliare per conto dei servizi sociali: nel pomeriggio il marito Marcello Tilloca, un carrozziere e imbianchino di 42 anni si è presentato dai carabinieri per costituirsi, dicendo di averla strangolata nella casa in cui vivevano. I due - che hanno due figli piccoli - stavano affrontando una tormentata separazione e sembra che la donna di recente si fosse anche rivolta al Centro antiviolenza.

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Tsunami in Indonesia, oltre 280 i morti

Sistema di allarme non attivo dal 2012

Circa mille feriti, un bilancio destinato ad aggravarsi


Uno tsunami ha devastato le spiagge attorno allo stretto della Sonda, che separa le isole di Giava e Sumatra, in Indonesia. Il drammatico bilancio, ancora purtroppo provvisorio, è di almeno 280 morti, 60 dispersi mille feriti: il numero delle vittime "crescerà sicuramente", ha ammonito il presidente indonesiano Joko Widodo, mentre i soccorritori sottolineano che molte delle aree colpite non sono state ancora raggiunte.
Il 'figlio del Krakatoa', il vulcano Anak, continua ad eruttare e autorità indonesiane hanno invitato anche oggi la popolazione e i turisti a stare lontani dalle spiagge nel timore che possa verificarsi una seconda devastante onda di tsunami. Sono almeno 600 le abitazioni distrutte, 9 hotel severamente danneggiati: gli sfollati sono quasi 12.000.
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Perché il governo Lega-Cinque stelle non ha fatto nulla per i giovani

Su una voce in agenda, il «governo del cambiamento» si è mostrato coerentissimo con i suoi predecessori: l’assenza di politiche capaci di smuovere il mercato del lavoro degli under 30, uno dei blocchi sociali più vulnerabili e meno tutelati nel sistema economico italiano. Il Sole 24 Ore aveva già evidenziato sia il vuoto di proposte concrete in campagna elettorale sia il rischio che la «manovra del popolo» si scaricasse sulle spalle delle nuove generazioni. A sei mesi dall’insediamento dell’esecutivo, dopo un tira e molla estenuante con Bruxelles per il suo ok, il problema è rimasto dov’è. La manovra è stata stravolta rispetto al testo originario, a partire dal sospirato taglio sul deficit, ma non si vedono politiche mirate allo stimolo di un’occupazione stabile e di qualità per chi ha meno di 30 anni.

Le due anime del governo, Lega e Cinque stelle, hanno discusso variamente con Bruxelles e fra di loro su riforma del sistema pensionistico, taglio agli assegni d’oro, reddito di cittadinanza, tasse sulle utilitarie, oltre a dedicare decretui e mozioni al cavallo di battaglia della «emergenza migranti» (anche se i numeri testimoniano un calo continuo deglio sbarchi) ol’opposizione a documenti Onu negoziati dallo stesso esecutivo qualche mese prima(il Global compact). L’enfasi svanisce quando si tratta di affrontare disoccupazione e inattività giovanile, in teoria fra le emergenz e economiche del paese.

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Perché la “manovra del popolo” verrà pagata soprattutto dai giovani


I sindacati bocciano la manovra. «Pessima, noi in piazza a gennaio»

Sbagliata, miope, recessiva, che taglia ulteriormente su crescita e sviluppo, lavoro e pensioni, coesione e investimenti produttivi, negando al Paese, e in particolare alle sue aree più deboli, una prospettiva di rilancio». Così i sindacati Cgil, Cisl e Uil liquidano la manovra appena uscita dal Senato dicendosi pronte a mobilitazioni unitarie fino a «una grande manifestazione nazionale a gennaio». E altrettanto criticate sono le modalità di approvazione che rappresentano una grave lesione alla democrazia parlamentare».

Nel testo licenziato da Palazzo Madama, sostengono le organizzazioni sindacali, «non c'è il minimo sforzo per intercettare le urgenti e profonde necessità espresse dai territori, dal lavoro, dalle categorie più deboli. Di fronte alle enormi difficoltà dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati, dei giovani, si risponde con la logica assurda e incoerente delle spese correnti e dei tagli al capitale produttivo. Le risorse per gli investimenti, già limitate, sono drasticamente ridotte, bloccando così gli interventi in infrastrutture materiali e sociali (a partire da sanità e istruzione) necessaria leva per la creazione di lavoro, la crescita e la coesione sociale territoriale. Si fa cassa con il taglio dell'adeguamento all'inflazione per le pensioni sopra i 1522 euro lordi al mese, il blocco delle assunzioni nella Pa fino a novembre e le risorse -insufficienti- per il rinnovo dei contratti pubblici».

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Le incognite della legge di bilancio

Tasse locali, 2019 amaro: famiglie e imprese rischiano l’ennesimo salasso

Peseranno 1 miliardo in più: l'allarme della CGIA di Mestre



24 dicembre 2018 - (Teleborsa) Un 2019 amaro, sotto il segno (tanto per cambiare) della pressione fiscale. E se il quadro allo stato attuale di certo non fa sorridere, le cose con il nuovo anno potrebbero ancora peggiorare. A lanciare l’allarme è il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA: “Tra Irap, Imu/Tasi e addizionali Irpef, famiglie e imprese versano a Regioni ed enti locali oltre 60 miliardi di euro all’anno. L’incidenza di questo importo, sul totale delle entrate tributarie, è pari al 12 per cento e, purtroppo, è destinato ad aumentare. Dal 2019, infatti, rischiamo di pagare almeno 1 miliardo in più, a seguito della rimozione del blocco delle aliquote dei tributi locali introdotta nella manovra di Bilancio attualmente in discussione in Parlamento”.


 Dopo aver rimosso il blocco delle aliquote dei tributi locali introdotto con la legge di Stabilità del 2016 dall’allora Governo Renzi, è molto probabile che alcuni Governatori e molti Sindaci torneranno ad innalzarle. Secondo alcune stime, degli 8.000 Comuni presenti in Italia oltre l’80 per cento ha i margini per aumentare sia l’Imu sulle seconde/terze case sia l’addizionale Irpef.
ENNESIMO SALASSO IN VISTA – Non è da escludere inoltre che, a seguito dell’aumento della deducibilità dell’Imu sui capannoni in via di definizione con la manovra di Bilancio 2019, alcuni primi cittadini siano tentati di ritoccare all’insù l’aliquota di propria competenza, almeno fino alla soglia che non consente agli imprenditori di versare più di quanto hanno realmente pagato nel 2018. Per queste ragioni l’Ufficio studi della CGIA ipotizza, con una stima molto prudenziale, che lo sblocco degli aumenti delle aliquote delle tasse locali (Irap, Imu/Tasi, addizionali Irpef, etc.) rischia di comportare un aggravio fiscale in capo a famiglie e imprese di almeno 1 miliardo di euro.     

Codacons boccia la Manovra: "Non è del popolo,ma contro i cittadini"

"La Manovra economica varata dal governo non è la 'Manovra del popolo', come stanno affermando in queste ore i leader di Lega e M5s, ma è una Manovra contro il popolo, che colpisce i cittadini e tutte le associazioni che li rappresentano". Lo afferma il Codacons, che boccia senza appello la legge di bilancio. "E' semplicemente vergognoso che Luigi Di Maio rilasci dichiarazioni affermando il falso", sottolinea il presidente Carlo Rienzi.

Fonte


Salvini vuole tagliare le accise, la Manovra le aumenta


domenica 23 dicembre 2018

Cosa non cambia rispetto al passato nella manovra del "governo del cambiamento"

Cosa non cambia rispetto al passato nella manovra del "governo del cambiamento"
Parla di "disastro per il Paese" il Pd, mentre dal M5s esultano per una manovra che "investe nei cittadini che hanno pagato il prezzo più alto della crisi". Tentiamo un'analisi differente, paragonando l'impostazione di questa legge di bilancio a quelle del passato


Cosa non cambia rispetto al passato nella manovra del "governo del cambiamento"
Le opinioni su una legge di bilancio non sono mai state così agli antipodi. Parla di "disastro per il Paese" il Pd, mentre dal M5s esultano per una manovra che "investe nei cittadini che hanno pagato il prezzo più alto della crisi e delle sciagurate politiche di austerity". 
"Dopo mesi di promesse e slogan gli  italiani si trovano con una legge di bilancio, che verrà approvata fondamentalmente al buio sia alla Camera che al Senato, che aumenta di un miliardo di euro la pressione fiscale su imprese e famiglie e che  porterà l'Iva ad aumentare al 25,2% nel 2020" dice Cosimo Maria Ferri del Pd. "Questi sono i tanto sbandierati risultati della epica battaglia a Bruxelles: una disastrosa sconfitta su tutti i fronti, una sconfitta per il nostro Paese che pagheranno i nostri figli. Per sterilizzare le clausole Iva al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021 il Governo dovrà reperire 52 miliardi di euro, andando così a comprimere welfare e diritti dei nostri concittadini". Dal M5s ribattono: "Finalmente una manovra che rilancia l’economia e ristabilisce equità sociale", sottolineando un cambiamento sostanziale rispetto al passato.

Cosa non cambia rispetto al passato nella manovra del "governo del cambiamento"

Manovra, che cosa non cambia rispetto al passato

Come stanno davvero le cose? Andando per un attimo "oltre" i giudizi pro e contro, si può tentare un'analisi differente. Questa manovra è davvero così diversa rispetto a quelle del passato? Coloro che difendono la "mossa" di reddito di cittadinanza e quota 100 ( i decreti sono ancora da scrivere, le misure saranno senz'altro ridotte rispetto alle promesse, ma la strada è segnata), che in qualche modo dovrebbero diventare realtà poco prima del voto europeo 2019 (e definibili quindi calendario alla mano senza timore di smentite "mosse elettorali"),  ricordano che il governo di Matteo Renzi nel 2014 diede l'ok al bonus da 80 euro proprio prima delle elezioni europee 2014, che si rivelarono il massimo picco del percorso politico di quell'esecutivo. In tutte le manovre, bene o male, i partiti di maggioranza strizzano l'occhio al proprio elettorato di riferimento: una dose di elettoralismo può essere considerata fisiologica. Sono sensibilmente ridimensionate in ogni caso le disponibilità di fondi per i pilastri della 'manovra del popolo' con le risorse per quota 100 che scendono a circa 4 miliardi, quelle per il reddito di cittadinanza a 7 miliardi.
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Manovra approvata a colpi di fiducia: cosa c'è e cosa manca nella legge di bilancio



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Tari 2018, stangata in arrivo dalla Legge di Bilancio per la tassa sui rifiuti

Una sorpresa nella Legge di Bilancio 2018. I Comuni saranno liberi di aumentare la Tari. Stangata in arrivo.

I cittadini di molti Comuni dovranno probabilmente rassegnarsi ad un aumento della #Tari per l’anno 2018. A leggere tra le righe della Legge di Bilancio 2018 si trovano sempre sorprese non proprio piacevoli, pronte ad essere approvate per trasformarsi, silenziosamente, in nuovi balzelli. E’ questo il caso della Tari, l’imposta comunale sui rifiuti che ha sostituito la vecchia Tares, oggetto di una specifica norma contenuta nel documento finanziario in fase di approvazione e che sembra essere studiata apposta per aprire la strada ad una nuova #stangata da parte dei Comuni.
Via libera agli aumenti della Tari nel 2018

Il via libera ad una probabile stangata da parte dei Comuni sulla Tari 2018, viene da una disposizione contenuta nella Legge di Bilancio 2018 che blocca, per il prossimo anno, i tributi comunali.

Unica eccezione è prevista proprio per la Tari che viene espressamente definita ‘liberamente manovrabile’, insieme alla Tassa di soggiorno pagata dai turisti e alla Tassa per l’occupazione di aree e spazi pubblici pagata dagli esercizi commerciali.

Appare quindi scontato che il principale strumento per fare cassa [VIDEO]in mano ai Comuni nel 2018 sarà proprio la Tari, in virtù del fatto che potrà essere imposta ad una platea maggiormente ampia che raccoglie sia privati cittadini che aziende.
Chi deve pagare la Tari, la tassa sui rifiuti imposta dai Comuni


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Amiu, “buco” da 20 milioni: rischio aumento della Tari