Accettata la domanda di liquidazione del legale dell'imprenditore monzese dichiarato fallito nonostante un credito di 4 milioni verso lo Stato
La beffa è stata evitata. Non dal Governo, ma dai giudici. Come un regalo di Natale. La Quarta sezione del tribunale di Brescia ha accettato la domanda di liquidazione presentata dal legale di Sergio Bramini - l'imprenditore monzese dichiarato fallito nonostante un credito di 4 milioni di euro verso lo Stato.
I giudici, in particolare, hanno stabilito - in accordo con quanto afferma la legge 3/2012, la cosiddetta Salva suicidi - che "non possono essere iniziate e proseguite azioni cautelari o esecutive nè acquistati diritti di prelazione sul patrimonio oggetto di liquidazione da parte dei creditori". Si bloccherà immediatamente l'esproprio dell'azienda di Bramini, per cui i giudici avevano annunciato la decisione il 16 gennaio. Mentre per la sua abitazione privata - finita all'asta - rimane teoricamente valida l'offerta dell'imprenditore cinese, che comunque ha dichiarato di essere disposto a fare un passo indietro: se così avverrà Bramini potrà dunque estinguere i suoi debiti senza inquietudine.
Con l'accesso alla procedura di sovraindebitamento e il decreto di apertura della liquidazione, infatti, si fermano tutte le azioni esecutive: Bramini avrà quattro anni per cedere i suoi beni a un prezzo congruo e al termine della procedura tutti i suoi debiti saranno dichiarati cancellati. "Sono commosso - ha dichiarato l'imprenditore monzese - è una delle più belle Vigilie della mia vita.
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