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lunedì 24 dicembre 2018

Perché il governo Lega-Cinque stelle non ha fatto nulla per i giovani

Su una voce in agenda, il «governo del cambiamento» si è mostrato coerentissimo con i suoi predecessori: l’assenza di politiche capaci di smuovere il mercato del lavoro degli under 30, uno dei blocchi sociali più vulnerabili e meno tutelati nel sistema economico italiano. Il Sole 24 Ore aveva già evidenziato sia il vuoto di proposte concrete in campagna elettorale sia il rischio che la «manovra del popolo» si scaricasse sulle spalle delle nuove generazioni. A sei mesi dall’insediamento dell’esecutivo, dopo un tira e molla estenuante con Bruxelles per il suo ok, il problema è rimasto dov’è. La manovra è stata stravolta rispetto al testo originario, a partire dal sospirato taglio sul deficit, ma non si vedono politiche mirate allo stimolo di un’occupazione stabile e di qualità per chi ha meno di 30 anni.

Le due anime del governo, Lega e Cinque stelle, hanno discusso variamente con Bruxelles e fra di loro su riforma del sistema pensionistico, taglio agli assegni d’oro, reddito di cittadinanza, tasse sulle utilitarie, oltre a dedicare decretui e mozioni al cavallo di battaglia della «emergenza migranti» (anche se i numeri testimoniano un calo continuo deglio sbarchi) ol’opposizione a documenti Onu negoziati dallo stesso esecutivo qualche mese prima(il Global compact). L’enfasi svanisce quando si tratta di affrontare disoccupazione e inattività giovanile, in teoria fra le emergenz e economiche del paese.

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Perché la “manovra del popolo” verrà pagata soprattutto dai giovani


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