L'organizzazione terroristica ha rivendicato il rapimento di Sergio Cicala e la moglie in Mauritania
di Eloisa Gallinaro
ROMA - L'ombra di al Qaida si allunga sul rapimento della coppia italiana sequestrata in Mauritania il 19 dicembre scorso e prende la forma di un messaggio audio di rivendicazione e di una foto: un gruppo di uomini armati a volto coperto che sorvegliano gli ostaggi. Sullo sfondo il deserto, forse quello mauritano, forse quello di un Paese vicino, dove potrebbero anche essere stati trasferiti, come è avvenuto in casi analoghi. Entrambi, messaggio e foto, diffusi dalla Tv satellitare al Arabiya. La voce di Slah Abu Mohammed, che si definisce responsabile media di al Qaida per il Maghreb, avverte che il rapimento è una risposta ai "crimini compiuti dal governo italiano in Afghanistan e in Iraq". Pur rivendicando "la linea del riserbo assoluto al fine di tutelare l'incolumità degli ostaggi" (Sergio Cicala,65 anni, e Philomene Kabore,39 anni), il ministro degli Esteri Franco Frattini ritiene "verosimile" lo scenario che si sta delineando, anche se precisa: "stiamo verificando anzitutto l'attendibilità" della rivendicazione....
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