La sparatoria contro l'imbarcazione Ariete di Mazara del Vallo è avvenuta in acque internazionali e non ha causato feriti tra i membri dell'equipaggio.
Una motovedetta libica spara a un peschereccio italiano. A pochi giorni dalla discussa visita di Muhammar Gheddafi nel nostro Paese. A essere presa di mira ieri sera è stata l’imbarcazione Ariete, della flotta di Mazara del Vallo (Trapani). I colpi di mitra sono partiti da una motovedetta battente bandiera libica, che aveva intimato lo stop al peschereccio italiano. La sparatoria al largo delle coste della Libia non ha avuto conseguenze sull’equipaggio, che è riuscito a evitare l’abbordaggio e ha proseguito la navigazione verso il porto di Lampedusa, dove è giunto questa mattina. I colpi di mitraglia hanno sforacchiato la fiancata e un gommone utilizzato come tender. Sull’accaduto la Guardia costiera ha avviato un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità.
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lunedì 13 settembre 2010
Rogo Corano, proteste in India 14 morti, bruciata scuola cristiana
Il caso
Scoppiano le rivolte contro gli Usa e i "dissacratori" del libro sacro dell'Islam. Le forze dell'ordine sono intervenute contro la folla uccidendo 7 giovani e ferendone una ventina. Assaltati edifici governativi, veicoli e abitazioni. E' stata la giornata più sanguinosa dall'inizio del movimento di protesta contro il governo.
SRINAGAR- Tredici persone più un poliziotto sono morte e altre 75 sono rimaste ferite nel Kashmir indiano - regione a maggioranza musulmana - durante una violenta protesta contro il falò dei Corani 1minacciato per l'11 settembre e poi annullato dal pastore americano Terry Jones. Le notizie sulla morte dei manifestanti non sono state confermate ufficialmente. Nella regione la tensione è al punto limite e da giugno si contano almeno 79 morti in proteste di stampo indipendentista, tanto che anche oggi Nuova Delhi è tornata a offrire la via del dialogo a chi rinuncerà alla violenza.
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Scoppiano le rivolte contro gli Usa e i "dissacratori" del libro sacro dell'Islam. Le forze dell'ordine sono intervenute contro la folla uccidendo 7 giovani e ferendone una ventina. Assaltati edifici governativi, veicoli e abitazioni. E' stata la giornata più sanguinosa dall'inizio del movimento di protesta contro il governo.
SRINAGAR- Tredici persone più un poliziotto sono morte e altre 75 sono rimaste ferite nel Kashmir indiano - regione a maggioranza musulmana - durante una violenta protesta contro il falò dei Corani 1minacciato per l'11 settembre e poi annullato dal pastore americano Terry Jones. Le notizie sulla morte dei manifestanti non sono state confermate ufficialmente. Nella regione la tensione è al punto limite e da giugno si contano almeno 79 morti in proteste di stampo indipendentista, tanto che anche oggi Nuova Delhi è tornata a offrire la via del dialogo a chi rinuncerà alla violenza.
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Capua, la procura: "Lì non dovevano entrare" Verso l'iscrizione di una decina di indagati
Morti bianche
Lavoratori in assemblea, rabbia e dolore. I vertici dell'azienda: "Un tragico evento". Domani sopralluogo con le telecamere nel silos dove ieri sono morti i tre operai, che secondo i primi accertamenti non dovevano essere autorizzati all'ingresso nella cisterna non bonificata.
Davanti all'azienda di Dsm la rabbia dei parenti dei tre operai morti ieri mattina si sente tutta. Urla la figlia di Giuseppe Cecere, uno dei tre operai morti ieri nello stabilimento Dsm di Capua, nel Casertano. Parole di disperazione sono voltate durante l'assemblea organizzata per protestare contro questi nuovi lutti, pianti di chi si sente abbandonato. "Li comandavate come schiavi", dice la figlia del 52enne. Il giorno dopo la morte di Giuseppe Cecere, Antonio Di Matteo e Vincenzo Musso alla Dsm di Capua, i dipendenti dell'azienda non hanno alcuna voglia di parlare. Le vittime lavoravano per una ditta esterna di Afragola e sono stati investiti dalle esalazioni.
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Lavoratori in assemblea, rabbia e dolore. I vertici dell'azienda: "Un tragico evento". Domani sopralluogo con le telecamere nel silos dove ieri sono morti i tre operai, che secondo i primi accertamenti non dovevano essere autorizzati all'ingresso nella cisterna non bonificata.
Davanti all'azienda di Dsm la rabbia dei parenti dei tre operai morti ieri mattina si sente tutta. Urla la figlia di Giuseppe Cecere, uno dei tre operai morti ieri nello stabilimento Dsm di Capua, nel Casertano. Parole di disperazione sono voltate durante l'assemblea organizzata per protestare contro questi nuovi lutti, pianti di chi si sente abbandonato. "Li comandavate come schiavi", dice la figlia del 52enne. Il giorno dopo la morte di Giuseppe Cecere, Antonio Di Matteo e Vincenzo Musso alla Dsm di Capua, i dipendenti dell'azienda non hanno alcuna voglia di parlare. Le vittime lavoravano per una ditta esterna di Afragola e sono stati investiti dalle esalazioni.
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domenica 12 settembre 2010
Neonato muore, madre in coma "Gli hanno negato l'ambulanza"
Sanità
Il caso di presunta malasanità è avvenuto il 3 settembre nel Veneziano, che è stata rifiutata da un ospedale prima di essere sottoposta, in un'altra struttura, a un parto cesareo d'urgenza. L'esposto presentato dal marito, costretto a raggiungere in auto il nosocomio. Sequestrate le cartelle cliniche. Zaia: "Saremo inflessibili"
VENEZIA - Un'ambulanza negata, un bambino nato morto, una madre in coma farmacologico. Adesso su questo caso di presunta malasanità, indaga la magistratura padovana. Al centro della vicenda una donna di 27 anni che, al settimo mese, ha perso il bimbo che aspettava dopo essere stata da una gravissima emorragia. Il tutto dopo essere stata rifiutata da un ospedale per essere poi sottoposta, in un'altra struttura raggiunta a bordo dell'auto del marito, a un parto cesareo d'urgenza. Adesso è ricoverata in coma all'ospedale di Padova.
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sabato 11 settembre 2010
Il dramma di Casarotto Cade ed è in fin di vita
Ciclismo
UDINE - La tragedia di Thomas Casarotto si tinge di giallo a fine serata, quando, dopo che il 19enne ciclista veneto caduto al Giro del Friuli era stato dato per morto dal presidente della sua squadra Mauro Flora, arriva un comunicato della stessa società, l'Uc Arcobaleno Generali di Mestre, che precisa che "contrariamente a quanto comunicato, Thomas Casarotto versa in gravi condizioni nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, ma è ancora in vita. Il ragazzo è mantenuto sotto costante osservazione dall'equipe medica di Neurochirurgia dell'ospedale friulano che sta mettendo in atto ogni tentativo possibile per mantenere in vita il 20enne ragazzo vicentino".
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Il 19enne dilettante veneto cade in un tratto in discesa del Giro del Friuli, batte la testa, viene ricoverato in ospedale a Udine. Smentita la notizia della morte: "Ma è gravissimo, i medici disperano di salvarlo"
Thomas Casarotto
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venerdì 10 settembre 2010
Frana la costiera amalfitana ancora dispersa una ragazza
"Un fiume di fango sul paese" - Video
Smottamento di fango e pietrisco provocato dall'esondazione del torrente Dragone, ad Atrani: auto travolte, molti danni. Per tutta la notte le ricerche della cameriera di un bar invaso dall'acqua, ma ancora senza esito / MAPPA - METEO
Tomizawa morto in ambulanza Primi risultati dell'indagine
MotoGP
Le indagini sono ancora in corso. Ed ' presto per dare giudizi. Ma una cosa è certa: Tomizawa non è morto alle 14.19 come è stato dichiarato dai medici. E' morto in ambulanza ed è arrivato cadavere al 'Ceccarini' di Riccione.
Sono questi i primi risultati dell'inchiesta aperta dalla Procura di Rimini sulla morte di Shoya durante il Gran Premio di San Marino domenica scorsa sul circuito di Santamonica a Misano Adriatico. I risultati dell'autopsia insomma parlano chiaro e spiegano che la Dorna, organizzatrice del motomondiale, aveva mentito dando come orario della morte le 14,19, in ospedale. Una brutta storia perché ora prende corpo l'accusa di aver voluto nascondere un fatto del genere per mandare avanti "come se nulla fosse" lo show della MotoGp. Non solo: da quello che si è capito sembra che la notizia della morte di Tomizawa si arrivata addirittura prima della fine della gara della Moto2, dove poi si è anche festeggiato sul podio.
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La Dorna, che organizza il mondiale, ha mentito sull'orario della morte. I primi risultati dell'autopsia parlano chiaro
di VINCENZO BORGOMEOLe indagini sono ancora in corso. Ed ' presto per dare giudizi. Ma una cosa è certa: Tomizawa non è morto alle 14.19 come è stato dichiarato dai medici. E' morto in ambulanza ed è arrivato cadavere al 'Ceccarini' di Riccione.
Sono questi i primi risultati dell'inchiesta aperta dalla Procura di Rimini sulla morte di Shoya durante il Gran Premio di San Marino domenica scorsa sul circuito di Santamonica a Misano Adriatico. I risultati dell'autopsia insomma parlano chiaro e spiegano che la Dorna, organizzatrice del motomondiale, aveva mentito dando come orario della morte le 14,19, in ospedale. Una brutta storia perché ora prende corpo l'accusa di aver voluto nascondere un fatto del genere per mandare avanti "come se nulla fosse" lo show della MotoGp. Non solo: da quello che si è capito sembra che la notizia della morte di Tomizawa si arrivata addirittura prima della fine della gara della Moto2, dove poi si è anche festeggiato sul podio.
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Florida, "E io brucerò il Corano" Il pastore Jones dice no a Obama
Karzai lo avverte: "Non ci pensi nemmeno"
Il Jones (nella foto) aveva rinunciato dopo l'allarmato intervento del presidente Usa, poi il ripensamento: "Mi sono sentito preso in giro, mi avevano promesso che nessuna moschea sarebbe stata costruita vicino a Ground Zero ma non è vero". Ieri una giornata di allarmi. Dura reazione del presidente afgano BLOG Nessun patto su Ground Zero di FEDERICO RAMPINI
BLOG Ma non è una moschea sul cimitero di ALEXANDER STILLE
BLOG Ma non è una moschea sul cimitero di ALEXANDER STILLE
giovedì 9 settembre 2010
"Sì ai randagi come cavie"
Animali
Il provvedimento approvato ieri prevede che cani e gatti "vaganti" possano essere usati per la sperimentazione se non è possibile raggiungere altrimenti lo "scopo della procedura" di ricerca. Protestano gli animalisti, 40 eurodeputati abbandonano l'aula
di ANTONIO CIANCIULLO
ROMA - Se avete un cane o un gatto, sarà meglio comprare un collarino identificativo. Con la direttiva europea sulla sperimentazione animale approvata ieri, gli animali randagi rischiano di finire sotto il bisturi: l'articolo 11 prevede che possano essere sacrificati sull'altare della scienza se non è possibile raggiungere altrimenti lo "scopo della procedura" di ricerca. È stata questa deroga, assieme a quella sulla vivisezione delle grandi scimmie come lo scimpanzé che condivide con la specie umana oltre il 98 per cento del Dna, a suscitare le maggiori proteste, spingendo 40 eurodeputati ad alzarsi abbandonando l'aula in segno di protesta.
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Il provvedimento approvato ieri prevede che cani e gatti "vaganti" possano essere usati per la sperimentazione se non è possibile raggiungere altrimenti lo "scopo della procedura" di ricerca. Protestano gli animalisti, 40 eurodeputati abbandonano l'aula
di ANTONIO CIANCIULLO
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Il vizietto dei calciatori sesso facile a pagamento
Il caso
TI VEDO, ti voglio, ti compro. Non lo fanno solo i calciatori. Anzi: in Italia, 60 mila prostitute avrebbero 9 milioni di clienti (fonte: Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio, e risparmiatevi facili ironie). Ma il giocatore di pallone, meglio se famoso e meglio se sposato con una bella ragazza, sta diventando il soggetto ideale di una storia un po' monotona. Il tradimento, l'intervista (pagata) alla escort (neologismo non dei più felici), la crisi coniugale, il tardivo pentimento, il divorzio.
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Da Rooney a Ribery, matrimoni in pezzi e scandali. Perché atleti ricchi e famosi lo fanno? "Perché così non si impegnano". Ma poi scatta la trappola
di MAURIZIO CROSETTITI VEDO, ti voglio, ti compro. Non lo fanno solo i calciatori. Anzi: in Italia, 60 mila prostitute avrebbero 9 milioni di clienti (fonte: Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio, e risparmiatevi facili ironie). Ma il giocatore di pallone, meglio se famoso e meglio se sposato con una bella ragazza, sta diventando il soggetto ideale di una storia un po' monotona. Il tradimento, l'intervista (pagata) alla escort (neologismo non dei più felici), la crisi coniugale, il tardivo pentimento, il divorzio.
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mercoledì 8 settembre 2010
Nubifragi e allagamenti, il ponente di Genova in ginocchio
Nella notte, vigili del Fuoco mobilitati nel capoluogo ligure, con richieste di rinforzi ai comandi di Savona e della Spezia, per il nubifragio di eccezionale violenza che si è abbattuto sulla città, partendo dal ponente poco dopo le 22.
Centinaia le chiamate di soccorso, soprattutto da parte di automobilisti rimasti bloccati nei sottopassi allagati. A Pegli, in particolare, una decina di automobili sono rimaste bloccate in tre sottopassaggi: sono dovuti intervenire i sommozzatori dei vigili del Fuoco per aiutare gli automobilisti a uscire dalle vetture e mettersi in salvo. Molta paura per tutti, ma nessun ferito.
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Centinaia le chiamate di soccorso, soprattutto da parte di automobilisti rimasti bloccati nei sottopassi allagati. A Pegli, in particolare, una decina di automobili sono rimaste bloccate in tre sottopassaggi: sono dovuti intervenire i sommozzatori dei vigili del Fuoco per aiutare gli automobilisti a uscire dalle vetture e mettersi in salvo. Molta paura per tutti, ma nessun ferito.
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martedì 7 settembre 2010
Scambiate le sacche di sangue muore una donna alle Molinette
L'errore di trasfusione potrebbe essere la causa del decesso, avvenuto nella notte. Le condizioni cliniche dell'anziana erano infatti "fortemente compromesse". Avviata un'indagine interna all'ospedale. Ignazio Marino ha predisposto l'invio dei Nas
Non ce l'ha fatta Irene G., 76 anni, la donna vittima di un errore di trasfusione ieri all'ospedale di Torino. L'episodio sabato scorso, quando la paziente è stata ricoverata per difficoltà respiratorie e una anemia cronica acuta; nella notte il peggioramento e poi il decesso.
Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, ha annunciato l'invio dei Nas a Torino per indagare su quanto accaduto. Una volta valutati i risultati dell'accertamento, non è esclusa l'apertura di una inchiesta in sede di commissione.
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Lo scandalo della democrazia
L'analisi
Come se fosse normale, fisiologico per un sindaco del meridione essere vittima dei clan. E invece è uno scandalo della democrazia. Del resto - si dice - è così che va nel sud, accade da decenni. "Veniamo messi sulla cartina geografica solo quando sparano. O quando si deve scegliere dove andare in vacanza", mi dice un vecchio amico cilentano. In questo caso le cose coincidono. Terra di vacanze, terra di costruzioni, terra di business edilizio che "il sindaco-pescatore" voleva evitare a tutti i costi.
Questa estate è iniziata all'insegna degli slogan del governo sui risultati ottenuti nella lotta contro le mafie. Risultati sbandierati, urlati, commettendo il grave errore di contrapporre l'antimafia delle parole a quella dei fatti. Ma ci si deve rendere conto che non è possibile delegare tutto alle sole manette o al buio delle celle. Senza racconto dei fatti non c'è possibilità di mutare i fatti.
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di ROBERTO SAVIANO
DUE pistole che sparano, le pallottole che colpiscono al petto, un agguato che sembra essere anche un messaggio. Così uccidono i clan. Così hanno ucciso Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, in provincia di Salerno. Si muore quando si è soli, e lui - alla guida di una lista civica - si opponeva alle licenze edilizie, al cemento che in Cilento dilaga a scapito di una magnifica bellezza. Ma Angelo Vassallo rischia di morire per un giorno soltanto e di essere subito dimenticato.Come se fosse normale, fisiologico per un sindaco del meridione essere vittima dei clan. E invece è uno scandalo della democrazia. Del resto - si dice - è così che va nel sud, accade da decenni. "Veniamo messi sulla cartina geografica solo quando sparano. O quando si deve scegliere dove andare in vacanza", mi dice un vecchio amico cilentano. In questo caso le cose coincidono. Terra di vacanze, terra di costruzioni, terra di business edilizio che "il sindaco-pescatore" voleva evitare a tutti i costi.
Questa estate è iniziata all'insegna degli slogan del governo sui risultati ottenuti nella lotta contro le mafie. Risultati sbandierati, urlati, commettendo il grave errore di contrapporre l'antimafia delle parole a quella dei fatti. Ma ci si deve rendere conto che non è possibile delegare tutto alle sole manette o al buio delle celle. Senza racconto dei fatti non c'è possibilità di mutare i fatti.
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lunedì 6 settembre 2010
Pasta, sugo e mozzarella a tavola 60 miliardi dal finto made in Italy
Gli imprenditori comprano all'estero i semilavorati. Dopo aver "lavato" l'etichetta, li vendono come locali. E risparmiano il 40%. Il consumatore deve conoscere l'origine dei prodotti. Ma il Parlamento non ha ancora approvato il ddl
di PAOLO BERIZZI
FOSSERO "solo" i pomodori, le mozzarelle, il prosciutto, il latte. No, c'è anche la pasta. Manco quella è più "made in Italy". Ci stanno fregando tutto, anche il piatto nazionale per eccellenza. O forse ci stanno fregando e basta. Quasi la metà dei nostri prodotti da tavola, anche se "batte" ufficialmente bandiera tricolore - sul marchio, sull'etichetta, nell'ammiccante descrizione intrisa di orgoglio nazionale - proviene dall'estero; o è lavorata con materia prima che arriva da oltre confine. Dai paesi del Nord e dall'America latina. Dal cuore del vecchio continente e dall'Est europeo. Partono da lontano le derrate dell'import farlocco: in molti casi, sembra incredibile, dai territori dei nostri competitor diretti. Quelli a cui poi rivendiamo il made in Italy. È merce che si mischia a quella "ufficiale", quella effettivamente proposta come non autoctona. Alla fine del suo viaggio, dopo lunghe tratte per mare o per terra, può finire nel grande imbuto dei 129 prodotti Dop (denominazione origine protetta) e dei 77 Igp (indicazione geografica protetta) che vanta oggi l'Italia. È un giro d'affari che, tra inganni e sotterfugi, vale ogni anno 60 miliardi. Che alleggerisce del 40% le spese di produzione delle nostre imprese alimentari. E che, a seconda dei casi, in una specie di girandola impazzita, o ne fa lievitare gli utili - aprendo il paracadute in tempo di crisi e di diminuzione dei consumi - oppure, al contrario, taglia le gambe. Ma come si diffonde il fenomeno del nostrano-importato? E che effetti ha sull'agroeconomia? E sulla nostra spesa?
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Nassiriya, l'ombra della censura "20 sigarette", il film delle polemiche
Il caso
Aureliano Amadei, unico civile sopravvissuto alla strage del 12 novembre 2003, ha presentato il suo film-diario di quell'esperienza. "Persone vicine al ministero della Difesa hanno chiesto ai genitori delle vittime di protestare per bloccare il mio film". E arrivano le smentite. Poi lui insiste: "Dopo la strage i telegiornali hanno nascosto la verità con un'orghia di retorica"
dal nostro inviato CLAUDIA MORGOGLIONE
VENEZIA - E' una ferita che si riapre, quella di 20 sigarette, il film - presentato nella sezione Controcampo e accolto da quattordici minuti di applausi - in cui Aureliano Amadei racconta la sua esperienza di regista per un giorno in Iraq e di unico sopravvissuto all'attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003 in cui persero la vita 19 italiani. La ferita si riapre con una polemica. Perché nell'incontro stampa, al Lido, per la presentazione del film, Amadei dice: "Volete una notizia? Eccola. Mi è stato detto che recentemente persone vicine al ministero della Difesa hanno chiesto ai genitori delle vittime di protestare per bloccare il mio film. Per fortuna io che conosco molti di loro mi hanno detto che lo vedranno prima di giudicare". E non finisce qui. Amadei aggiunge che "in Italia non si sa nulla di quello che accade in Iraq" e afferma che "nelle settimane successive all'attentato, nei tg ci sono state molte notizie omesse e un'orgia di retorica che non ha permesso agli italiani di riflettere più a fondo sulla verità mentre si è continuato a parlare di un'infinta serie di missioni di pace".
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Aureliano Amadei, unico civile sopravvissuto alla strage del 12 novembre 2003, ha presentato il suo film-diario di quell'esperienza. "Persone vicine al ministero della Difesa hanno chiesto ai genitori delle vittime di protestare per bloccare il mio film". E arrivano le smentite. Poi lui insiste: "Dopo la strage i telegiornali hanno nascosto la verità con un'orghia di retorica"
dal nostro inviato CLAUDIA MORGOGLIONE
VENEZIA - E' una ferita che si riapre, quella di 20 sigarette, il film - presentato nella sezione Controcampo e accolto da quattordici minuti di applausi - in cui Aureliano Amadei racconta la sua esperienza di regista per un giorno in Iraq e di unico sopravvissuto all'attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003 in cui persero la vita 19 italiani. La ferita si riapre con una polemica. Perché nell'incontro stampa, al Lido, per la presentazione del film, Amadei dice: "Volete una notizia? Eccola. Mi è stato detto che recentemente persone vicine al ministero della Difesa hanno chiesto ai genitori delle vittime di protestare per bloccare il mio film. Per fortuna io che conosco molti di loro mi hanno detto che lo vedranno prima di giudicare". E non finisce qui. Amadei aggiunge che "in Italia non si sa nulla di quello che accade in Iraq" e afferma che "nelle settimane successive all'attentato, nei tg ci sono state molte notizie omesse e un'orgia di retorica che non ha permesso agli italiani di riflettere più a fondo sulla verità mentre si è continuato a parlare di un'infinta serie di missioni di pace".
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domenica 5 settembre 2010
Muore in Moto2 Tomizawa Ma il motomondiale festeggia
In Moto2 tragico incidente con il pilota del Team Suter investito da due piloti: le condizioni sono apparse subito gravissime, ma la gara non è stata interrotta. In MotoGp si è corso come se nulla fosse e dopo la gara si è anche brindato sul podio. "La gara della Moto2 - ha spiegato lo stesso Valentino Rossi - andava fermata, ci voleva la bandiera rossa. E non capisco perché non sia stata data"
di VINCENZO BORGOMEOVergogna motomondiale: nella gara della Moto2 il giapponese Shoya Tomizawa cade rovinosamente, viene investito da due piloti e rimbalza sulla pista come uno straccio. Non ci vuole un genio per capire che per lui le condizioni sono disperate: lì si viaggia a oltre 200 orari e infatti le condizioni appaiono subito gravissime. Ma la gara non viene neanche fermata per soccorrerlo nel migliore dei modi. Poi, nel corso della MotoGp, arriva la tragica notizia della morte del pilota. E anche qui si continua come se nulla fosse. E poi si festeggia sul podio. "La gara della Moto2 - ha spiegato lo stesso Valentino Rossi - andava fermata, ci voleva la bandiera rossa. E non capisco perché non sia stata data"
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sabato 4 settembre 2010
Boom della Cig in deroga fa volare del 60,5% le ore autorizzate
Mercato del lavoro
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Rappresenta il 25% degli 826 milioni di ore concessi nei primi 8 mesi, l'anno scorso era solo il 10% del totale. Aumentano a luglio le domande di disoccupazione a causa dei precari della scuola
ROMA - Nei primi 8 mesi 2010 l'Inps ha autorizzato alle aziende 826,4 milioni di ore di cassa integrazione (+60,5% sullo stesso periodo 2009). Il clamoroso aumento è però in parte dovuto a un fattore specifico. L'istituto di previdenza ricorda, fornendo i dati, che quasi il 25% del totale delle ore richieste è rappresentato dalla cassa integrazione in deroga, strumento che nei primi otto mesi dell'anno scorso pesava per meno del 10% sul dato totale....
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Azzurri, vergogna Rai Gol oscurato da spot
Nazionale
ROMA - Di gol la Nazionale italiana non ne segna certo a grappoli, se poi ci si mette anche un regista quantomeno avventato che manda in onda uno spot pubblicitario mentre gli azzurri stanno battendo un calcio d'angolo, allora gli appassionati di casa nostra fanno veramente ancora più fatica ad affezionarsi alla formazione di Cesare Prandelli...
Quello che è successo durante la diretta televisiva di Italia-Estonia, primo incontro delle qualificazioni agli Europei 2012 per Pirlo e compagni, non ha uguali nel mondo intero, una vera vergogna. Gli spettatori italiani grazie alla Rai non hanno infatti potuto vedere in diretta il gol del pareggio di Antonio Cassano, siglato al quarto d'ora della ripresa a Tallinn. L'assurdo è che la tv di Stato paga milioni di euro per acquistare i diritti televisivi in esclusiva, che poi da sola svilisce con questi comportamenti. Ma la vera beffa è che con l'abbonamento i soldi li chiede proprio a noi cittadini, contribuenti e teleutenti.
E' proprio vero, come recitava uno slogan di qualche anno fa: Rai, di tutto di più.
(03 settembre 2010)
Fonte
I telespettatori italiani che seguono la diretta della partita in Estonia privati del pareggio di Cassano da una pubblicità messa in onda con incredibile 'tempismo': alla faccia dei milioni di euro per i diritti e dei contribuenti abbonati
di MASSIMO MAZZITELLIQuello che è successo durante la diretta televisiva di Italia-Estonia, primo incontro delle qualificazioni agli Europei 2012 per Pirlo e compagni, non ha uguali nel mondo intero, una vera vergogna. Gli spettatori italiani grazie alla Rai non hanno infatti potuto vedere in diretta il gol del pareggio di Antonio Cassano, siglato al quarto d'ora della ripresa a Tallinn. L'assurdo è che la tv di Stato paga milioni di euro per acquistare i diritti televisivi in esclusiva, che poi da sola svilisce con questi comportamenti. Ma la vera beffa è che con l'abbonamento i soldi li chiede proprio a noi cittadini, contribuenti e teleutenti.
E' proprio vero, come recitava uno slogan di qualche anno fa: Rai, di tutto di più.
(03 settembre 2010)
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venerdì 3 settembre 2010
"Sporco negro", e via al pestaggio 12enne cubano picchiato da ragazzi italiani
Aggressione a sfondo razzista ai danni di un 12enne cubano, preso a pugni, spintonato e insultato pesantemente per il colore della pelle da tre coetanei italiani. E' successo in un parco di Zelo Surrigone, un piccolo comune vicino ad Abbiategrasso, nel Milanese. Il giovane ha riportato una contusione ossea nasale ed è stato trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Abbiategrasso.
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Esplode un'altra piattaforma nel Golfo "Ma non ci sarà una nuova Marea Nera"
Louisiana
I soccorsi a largo di Vermilion Bay
WASHINGTON - "Le fiamme sono spente e non ci sono perdite di petrolio". Le parole della Guardia Costiera giungono come un sospiro di sollievo al termine di un'altra giornata di passione nel Golfo del Messico, dopo che un'altra piattaforma petrolifera è esplosa a largo della Lousiana. Ma l'episodio getta nuove ombre sulla gestione degli impianti, in una zona che impiegherà anni per risollevarsi completamente dal disastro della Deepwater Horizon.
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L'incidente a largo di Vermilion Bay, in Louisiana. Timore per i danni ambientali. I proprietari assicurano: "Il pozzo non era attivo". La Guardia Costiera rileva una macchia di petrolio sul mare, poi la rassicurazione: "Non ci sono perdite". Quattro mesi fa il disastro della Bp dal nostro inviato ANGELO AQUARO
I soccorsi a largo di Vermilion Bay
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giovedì 2 settembre 2010
Auto, crollano le immatricolazioni un agosto ai livelli di 17 anni fa
Crisi
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Il settore accusa una flessione di quasi il 20% nell'ultimo mese con appena 68mila vetture vendute: il tracollo è al Sud e nelle Isole. Fiat in discesa del 26,3%. Il Lingotto: "Ma il trend è in salita". In aumento l'usato. L'allarme dei concessionari: "A rischio 15mila posti di lavoro"
ROMA - Il mercato dell'auto in Italia continua a perdere quota: ad agosto le vendite sono in flessione del 19,27%, a 68.718 unità, il livello più basso degli ultimi 17 anni. Sugli otto mesi del 2010 le immatricolazioni segnano una variazione di -2,48%, a 1.386.863 unità. Sono i dati ufficiali resi noti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. A luglio le immatricolazioni avevano registrato un calo del 25,97%.
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mercoledì 1 settembre 2010
Pallanuotiste, strip a sorpresa
Curioso (doppio) fuori programma, ieri, durante la fase preliminare degli Europei di pallanuoto, in corso a Zagabria.
Durante il match fra Germania e Spagna, la tedesca Claudia Blomenkamp è stata protagonista due volte di involontari “strip”, uno subìto, l’altro causato.
Nel primo caso (qui sotto), la Blomenkamp ha contrastato troppo vigorosamente la rivale Blanca Gil.
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Durante il match fra Germania e Spagna, la tedesca Claudia Blomenkamp è stata protagonista due volte di involontari “strip”, uno subìto, l’altro causato.
Nel primo caso (qui sotto), la Blomenkamp ha contrastato troppo vigorosamente la rivale Blanca Gil.
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Giada, 16 anni, scompare da Lavagna
Giada a casa non c’è. E non si è portata con sé il cellulare. I suoi familiari non sanno dove ha passato le ultime quattro notti. Cinque, con quella tra ieri e oggi. Giada ha sedici anni, e non è alla sua prima fuga. Altre tre volte è scappata, ma mai per così tanto tempo. E sempre in compagnia del suo fidanzato, un ventenne di origine sudamericana che si chiama David e vive con i suoi a Casarza.
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Ciclismo in lutto. E' morto Fignon
Ciclismo
Il corridore francese, due volte vincitore del Tour de France, si è spento all'età di 50 anni. Era malato di cancro
di EUGENIO CAPODACQUALaurent Fignon
PARIGI - La sua voce roca e spenta aveva toccato l'animo degli appassionati dallo scranno del Processo alla tappa. Vedere Laurent Fignon, il campione di due Tour de France (1983, 1984) ed un Giro (1989), il popolare "professore" (questo il suo soprannome per via di quell'aria dottorale che gli conferivano gli occhialetti sottili dalle lenti rotonde) in quelle condizioni commentare una tappa dell'ultimo Giro d'Italia faceva veramente male. Ma, vederlo reagire con forza, sentirlo ancora protagonista nella bagarre dialettica del dopo corsa, era nel contempo un grandissimo messaggio di speranza. E in tanti avevano sperato che il miracolo di Armstrong si ripetesse. Invece il Professore ci ha lasciati. Ha combattuto fino in fondo e ha dovuto soccombere. Aveva 50 anni.
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Processo breve, vertice a Palazzo Grazioli E Famiglia Cristiana: "Falsa priorità"
Giustizia
Summit di Berlusconi con Ghedini e Alfano: si studiano modifiche sui termini della prescrizione. Restano i dubbi dei finiani. Bocchino: "Troppi processi a rischio". Nuovo attacco del settimanale dei paolini: "Piuttosto bisognerebbe aiutare le famiglie". Di Pietro: "E' un'assicurazione per il premier"
ROMA - Il provvedimento sul processo breve è la condizione indispensabile per proseguire l'azione di governo. Silvio Berlusconi l'ha ripetuto anche oggi in un vertice ristretto a Palazzo Grazioli. Due ore di discussione con il ministro della Giustizia Angelino Alfano e l'onorevole Niccolò Ghedini, ai quali poi si è aggiunto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Si è parlato di come superare le perplessità dei finiani e ottenere l'approvazione definitiva della norma anche alla Camera. Non sono ammessi boicottaggi da parte di "Futuro e Libertà". Anche se i finiani frenano: i nodi restano, dice Italo Bocchino. Sulla norma arriva anche un nuovo attacco al governo da parte di Famiglia Cristiana. Il processo breve è una "falsa priorità", scrive il settimanale dei paolini, in un paese che è la "Cenerentola d'Europa", per gli aiuti alle famiglie.
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